Golden Years: “Fare musica per me è un’esigenza”

da | Lug 31, 2023 | Interviste

Golden Years, che ci aveva già conquistati con le sue produzioni nel mixtape CASEMATTE, torna ad unire mondi diversi con tre nuovi singoli in collaborazione con artisti del calibro di Franco 126, Nayt, Joan Thiele, Drast e Giorgio Poi, anticipando quello che sarà il suo nuovo progetto discografico.

In occasione del rilascio del suo ultimo brano, Surreale, disponibile su tutte le piattaforme digitali e streaming, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con il producer romano che, ci ha regalato un posto in prima fila sulla sua visione della musica.

All’interno delle tue produzioni i suoni sembrano comporre un tragitto narrativo ben definito, compreso di plot twist e catarsi finale. Come si scelgono le voci alla quali affidare il compito di trasformare il suono in parola?

In primo luogo sulla base del mio gusto personale. Cerco di collaborare con artisti che stimo, di cui sono fan prima che collaboratore e amico. A volte la scelta è molto ragionata, penso a vari nomi e cerco di capire quale potrebbe essere il più adatto. Altre volte è puro istinto: ad esempio nel caso di Giorgio Poi ci ho messo due minuti a capire che doveva essere lui a scrivere la seconda strofa di Fantastico. Un altro aspetto fondamentale è quello umano. Voglio lavorare con persone con cui posso avere uno scambio reale, con cui posso condividere le giornate in studio divertendomi e facendo musica senza troppi pensieri e pressioni

Per effettuare una ricerca serve una domanda: cos’è che innesca il tuo meccanismo creativo? Ma soprattutto, cosa non deve mai mancare all’interno della tua musica?

Fare musica per me è un’esigenza, un modo per divertirmi e staccare dal resto, e se penso che è diventato anche il mio lavoro mi sembra un privilegio incredibile. Penso alla musica tutti i giorni, anche quando non sono in studio. Il mio processo creativo quindi è innescato da questo, alimentato poi dalla voglia di fare ogni giorno musica più interessante e più stimolante, pensando che il pezzo migliore è sempre quello a cui lavorerò domani. Quello che non deve mai mancare forse è proprio questo: la sensazione di fare musica perché non potrei fare altrimenti, cercando di non lavorare mai con il pilota automatico, senza divertirmi o solo per ottenere un risultato

A breve uscirà il tuo nuovo disco, in cosa differisce da CASEMATTE? Troveremo altre collaborazioni?

Certo, sarà anche questo un disco un disco di collaborazioni, con artisti diversi per ogni pezzo. Rispetto a Casematte, che di fatto era un mixtape, questo sarà un disco più ragionato, più coerente a livello di suono e di scelte estetiche. Ci saranno anche brani strumentali, che vorrei facessero da collante tra una canzone e l’altra. È il risultato di più di un anno di lavoro: alcuni pezzi sono nati di getto in 5 minuti, altri sono stati trasformati e rielaborati decine di volte. Lo sto chiudendo proprio in questi giorni e non vedo l’ora che esca

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