Nel bel mezzo del tour di Bais ci ritrovammo fra le colline venete

da | Ago 1, 2023 | Interviste

La nostra telefonata a Luca Zambelli, in arte Bais, arriva proprio così, nel bel mezzo del suo tour in occasione di Disco Due, il nuovo disco uscito a marzo. Lo troviamo in viaggio, stato fisico e mentale in cui egli stesso ci conferma aver trovato il proprio equilibrio. La tratta è generalmente una, e collega […]

La nostra telefonata a Luca Zambelli, in arte Bais, arriva proprio così, nel bel mezzo del suo tour in occasione di Disco Due, il nuovo disco uscito a marzo. Lo troviamo in viaggio, stato fisico e mentale in cui egli stesso ci conferma aver trovato il proprio equilibrio.

La tratta è generalmente una, e collega Bassano del Grappa a Milano; in questo caso, però, tocca alcune tappe intermedie: dopo le due date in Campania, Bais torna fra le sue amate colline venete, ospite il 9 agosto al festival AnguriaraFara, a Fara Vicentino.

Cantautore e polistrumentista, classe 1993, l’artista è infatti cresciuto nella città divisa dal Brenta, per poi spostarsi a Milano, dove vive da ormai dieci anni. Ci siamo fatti un’interessantissima chiacchierata, che vi lasciamo qui.

Ciao Luca. Come stai? Raccontaci un po’, come sei finito, dunque, a vivere a Milano?

Ciao a tutti/e. Sto molto bene grazie. A Milano sono finito principalmente per studiare all’università. Suonavo ancora con il gruppo in Veneto, poi ho iniziato a lavorare come fotografo e mi sono accorto che non potevo stare senza la musica. Milano dà molte opportunità. Ho deciso di coglierne qualcuna.

E mi sembra che tu ci sia riuscito. Finalista Sanremo Giovani nel 2021, poi qualche grossa collaborazione. Ora un nuovo album. Eppure parli della big city comunque sempre con una punta di amarezza. Come mai?

Purtroppo è vero, Milano è Milano, e dopo dieci anni potrei benissimo considerarla casa a tutti gli effetti, ma non è propriamente così. O meglio, lo è, ma a metà. A Bassano si sta tanto bene, si respira e c’è un buonissimo clima musicale e culturale. Chi me lo fa fare di stare tutto l’anno nel caos metropolitano? 

Io ho deciso di crearmi il mio equilibrio così, e ad oggi sembra funzionare.

A differenza di altri artisti nati e cresciuti in piccole realtà, Bais ha deciso di non allontanarsi dalle proprie “radici” di provincia, riuscendo, anzi, a raccontare questa dualità in modo talmente poetico da renderla una vera e propria cifra stilistica. Basti pensare alla sua discografia: dopo “Apnea”, l’EP di esordio, ha pubblicato due dischi che di fatto si completano l’uno con l’altro.

Ti troviamo proprio a metà del tour di Disco Due. Come è andato, finora?

Il tour sta andando come speravamo, perciò molto bene. Siamo partiti con le due tappe di presentazione nelle mie due città-casa, appunto Milano e Bassano, poi il tour è iniziato con una serata a Udine, luogo dove sono nato, due in Campania e ora torno in un posto che mi ha già accolto parecchi anni fa, quando suonavo con i Zebra. Le date sono ancora in fase di sviluppo, ma per ora, dopo Fara Vicentino, ci attende l’ultimo live a Canegrate (MI), il 15 settembre.

Insomma, il calendario del tour sembra ripercorrere gli stadi della tua vita. Cosa vuol dire tornare a suonare nelle tue zone? Parlo, quindi, della serata al Vinile Club del 29 aprile, e di questa all’AnguriaraFara

È sicuramente come tornare a casa. Ho un po’ di pressione in più, perché so che ci sono amici e persone che voglio in qualche modo impressionare o comunque delle quali vorrei soddisfare le aspettative. Un mix di eccitazione e paura. Nel complesso sono molto, molto gasato.

Siamo gasatissimi/e anche noi. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Non vi aspettate nulla! Sarà un concerto denso di colori; emozionante, perché per noi lo è sempre. Ci saranno quasi tutti i miei pezzi, magari pure una sorpresa. Non sarò da solo, con me ci sarà una band composta da basso, batteria, tastiera e chitarra.

Fermiamoci un attimo a ricordare una hit: Lo dovevi fare con me, brano contenuto nell’ultimo album di Mecna che vede la tua partecipazione, assieme a quella di Dargen D’Amico

È stata una collaborazione nata da un’amicizia, pura, così, semplice semplice. Una collaborazione, quella con Mecna, che sta continuando, perché viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda riguardo molti aspetti. Lo stesso vale per la collaborazione con Galeffi (Venezia). Nei miei dischi i feat nascono tutti in primis da condivisione, amicizia, dialogo.

In occasione di un’intervista hai definito la tua musica “pop camaleontico”. Ci piace davvero molto questa definizione, rende completamente l’idea del volersi e sapersi plasmare, a seconda del contesto e del pubblico. Se dovessi associare una sfumatura del tuo spettro di colori attraverso uno dei tuoi pezzi rispettivamente a Bassano del Grappa, Milano e Fara Vicentino, quale sarebbe?

Ok, fammi pensare. Così, di getto ti direi: 

A Milano va Milano, il singolo d’esordio dai suoni lo-fi. A Bassano, Alghe, il pezzo con Tatum Rush; mentre a tutti gli amici e le amiche che il 9 verranno a trovarmi a Fara Vicentino dedico Condivido con te, pezzo che riassume un po’ tutto il mio mondo.

Un mondo instabile, etereo ed umanamente molto profondo. Insomma, un mondo che noi non vediamo l’ora di sentire dal vivo.

Ti ringraziamo per averci dedicato il tuo tempo. E ci vediamo sotto al palco.

Grazie a voi! Evviva i piccoli festival! Evviva la musica.

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