“DISCO DUE” racconta l’altra metà di Bais

da | Mar 30, 2023 | Recensioni album

Uscito lo scorso 24 marzo per Sugar Music, DISCO DUE, il nuovo disco di Bais è la seconda parte di una confessione intima e ritmata che Luca Zambelli aveva cominciato già con Diviso Due, il suo primo progetto, figlio della partecipazione a Sanremo Giovani 2022. Con una minuziosa spontaneità e leggerezza, Bais trasforma in musica la parte più […]

Uscito lo scorso 24 marzo per Sugar Music, DISCO DUE, il nuovo disco di Bais è la seconda parte di una confessione intima e ritmata che Luca Zambelli aveva cominciato già con Diviso Due, il suo primo progetto, figlio della partecipazione a Sanremo Giovani 2022.

Con una minuziosa spontaneità e leggerezza, Bais trasforma in musica la parte più profonda di ogni pensiero che fa. Il tutto grazie all’utilizzo assolutamente preciso di sonorità equilibrate e corrette, in linea con la sua personalità, capaci di imprimere le tracce di un dettaglio preciso come scatti analogici di un vissuto reale.

Il titolo dell’album, DISCO DUE, rappresenta la metà ritrovata del primo progetto dell’artista. La sensazione di essere divisi a metà porta a una nuova visione di sé, più libera e pronta alla condivisione.

Il denominatore comune che lega tutti i brani è la libertà che solo il viaggio e la condivisione possono dare. Difatti il mare, le onde, l’acqua e il viaggio sono sempre stati elementi fondamentali per l’artista, compagni che gli hanno permesso di apprezzare il senso ultimo di vera libertà, esprimendolo nei diversi brani.

DISCO DUE apre i battenti con un brano che promette la condivisione, in tutte le sue sfumature, Condivido con te. Oltre al suo significato letterale – dividere, spartire insieme con altri – la condivisione ha anche un’accezione più ampia che consiste nel dare qualcosa di noi a chi ha piacere a riceverlo, edificando quella fetta di felicità che è la base per costruire relazioni.

condivido con te anche le cose più strane
ci sentiremo due lupi di mare (…)
andiamo per l’ultima volta lungo la costa

Condivido con te, prodotto e composto da Federico Nardelli e Bais, racchiude il sentimento poetico che attraversa tutto l’album, la voglia di compartecipare e di fare un viaggio insieme.

Il secondo brano è Venezia, scritto da Bais e Galeffi e composto da entrambi insieme a Paolo Caruccio, è la ballad scanzonata che si trasforma in un inno alla città dell’amore che grazie alla sua chiave cinica e ironica, e in linea con la personalità dei due artisti, diventa un brano universale, su quella città dalle sensazioni eteree.

DICO DUE procede con Crollano i palazzi, prodotta da Bais e Fabio Grande, composta con Matteo Cantagalli, con testo scritto da Bais e Galeffi. Perché le cose ci mancano? È possibile evitarlo? Un brano come questo ci ricorda che la mancanza è necessaria per riscoprire ciò che abbiamo o ciò che abbiamo perso.

quante nuvole di fumo coprono il Vesuvio?
quanti giorni mi dai?
quante notte mi toglierai?
crollano i palazzi quando tu mi guardi
corrono sui taxi tutti i nostri incubi
e quanti tatuaggi devo cancellarmi?
ma dimenticarti non è un gioco da ragazzi
(…)

giurami che non c’è distanza tra la luce e il buio

Questo è anche il caso della quarta traccia dell’album, Vuoto bestiale, che dà al vuoto e alle sue sensazioni un’accezione positiva: senza il dolore nulla si realizza.
Frequentemente di fronte alla sofferenza fuggiamo, tendiamo ad evitarla, ci sforziamo di dimenticare, arrivando a pensare che sia una sventura inaccettabile. Non si colma un abisso con l’aria, certo, ma dal vuoto bestiale amore, due occhi verde Heineken a volte ci salvano.

In Faccio il morto, Bais condivide parte di questo viaggio con Laila Al Habash, artista italo-palestinese di appena 22 anni che, già dalle prime uscite, ha attirato l’attenzione. 

Va avanti DISCO DUE e ascoltiamo Vita stupida. Un brano che sembra parlare alla vita di tutti. Chiunque almeno una volta si è ripetuto:

voglio una vita normale, ma come vuoi fare se non sai stare senza scappare?

ti senti come se intorno a te fosse un vortice di ghiaccio. Che vita stupida!

Tagliami le ali dice così:

cerco una stanza in riva al mare
una sconfitta abitare
poi una risposta tra le onde
non lo riesco ad accettare
non sto bene così
con il buio nella fronte

perché spesso solo il mare può dare, la medicina naturale gratuita che apre le porte a un certo stato di grazia e senso di libertà.

L’album si conclude con Ricochet, il modo di chiamare il gioco che tutti noi abbiamo fatto almeno una volta, lanciare i sassi nell’acqua cercando di farlo rimbalzare il più possibile. L’intero testo è un po’ una dichiarazione d’intenti, un invito a lanciarsi nella vita senza paracadute, senza domande ed equilibri imposti.

In ognuno dei brani di DISCO DUE emerge la spontaneità e la leggerezza con cui Bais trasforma in melodia delle sensazioni comuni e tante volte asfissianti. Le sue sono emozioni labili provenienti da relazioni sottili e di vetro, che sembrano rompersi ma resistono al tempo.

Un album che sfugge dal normale processo di giudizio perché basterebbe solo premere play.

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