Paesaggio dopo la battaglia: macerie ovunque e ripartenze interiori targate Vasco Brondi

da | Mag 7, 2021 | In Evidenza

Vasco Brondi torna dopo due anni, anzi, forse non è mai andato via. Esce oggi Paesaggio dopo la battaglia, primo album firmato con il suo nome, dopo l’esperienza decennale de Le luci della centrale elettrica. L’uscita di Paesaggio dopo la battaglia è stata anticipata da due singoli, Chitarra nera e Ci abbracciamo, due brani diversi […]

Vasco Brondi torna dopo due anni, anzi, forse non è mai andato via. Esce oggi Paesaggio dopo la battaglia, primo album firmato con il suo nome, dopo l’esperienza decennale de Le luci della centrale elettrica.

L’uscita di Paesaggio dopo la battaglia è stata anticipata da due singoli, Chitarra nera e Ci abbracciamo, due brani diversi che ci hanno fornito un’immagine nitida della direzione intrapresa da Vasco Brondi. Il primo è un flusso di coscienza vero e proprio venuto fuori da sé, senza l’intenzione di diventare una canzone, ma per pura necessità di raccontare una storia. Il secondo nasce prima della pandemia, rivelandosi per certi versi profetico, dando un’accezione ancora più romantica al gesto dell’abbraccio visto il periodo storico.

Paesaggio dopo la battaglia è un disco pieno di battaglie, intime e collettive, e di paesaggi, a partire dalla foto di copertina di Luigi Ghirri che ha immortalato una Panda percorrere una stradina di campagna di Bodeno in provincia di Ferrara per la precisione, lasciandosi alle spalle una tempesta e uscendone apparentemente indenne. Come in tutte le battaglie, ci portiamo addosso i segni, ma è anche grazie allo loro presenza indelebile che ricordiamo di aver vissuto.

Vivere al meglio delle nostre possibilità, vivere 26000 giorni almeno con la consapevolezza di non avere rimpianti. Un piccolo inno alla vita vissuta a carte scoperte.

no, non nascondere le ali, puoi leggermi nei pensieri.

Siamo animali strani, abbiamo poteri, abbiamo poteri soprannaturali,

abbiamo 26000 giorni, siamo qui per rivelarci non per nasconderci…

D’altronde, chi conosce Vasco Brondi è al corrente di alcuni superpoteri, come la vulnerabilità, quella che ci permette di mostrarci come siamo, senza maschere, con le nostre sofferenze, con i nostri lividi, con i nostri graffi. Non ci nascondiamo, non più, non possiamo farlo viste le nostre vite “a scadenza”.

Hai perso tutto sei lì che ridi. Siamo come quegli animali che nei posti più impervi ci fanno i nidi…

Paesaggio dopo la battaglia è un viaggio tra le aree recondite del nostro io, dei nostri silenzi interiori, dei nostri flashback, dei nostri sorrisi pensando a quello che è stato, dei nostri sguardi che fissano il soffitto ricordando anche soltanto il nome dell’altro. Siamo come piccole città, apparantemente senza segreti, ma che nascondono viuzze che solo in pochi conoscono e riconoscono.

Città aperta è esattamente questo, la consapevolezza che l’altro conosca tutto di noi, con qualcosa che resta indietro, nascosta male, ma nascosta.

Non posso restare, devo andare, la mia vita adesso è altrove. Grida una voce altissima dentro di me il tuo nome,
continui a fare del bene, continui a farti del male…

Una certezza si erge tra tutto quello che ha causato le macerie intorno a noi. Come se fossimo città aperte, ma esposte agli eventi bellici improvvisi che ci radono al suolo.

Ci sarò sempre per te, attraverso le ere cosmiche, da una vita all’altra, infrangendo leggi fisiche, ci sarò sempre per te…

Mezza nuda è un ricordo, un bellissimo ricordo. Non c’è rancore, si è felici di quel qualcosa che c’è stato.

Ti ricorderò così, mezza nuda quella notte in Bovisa, sotto una cattiva stella eri la più luminosa,

eri allegra quando sei andata via di casa senza chiedere scusa, ti dovevi salvare,

quando hai deciso di lanciarti il mare si è aperto per lasciarti passare…

Chissà se il mare non si fosse aperto, chissà se davvero sarà la tua salvezza. Ricordare ci regala sensazioni contrastanti, ma è doveroso farlo per andare avanti, migliorare o peggiorare, dipende dai punti di vista, qui non giudichiamo nessuno.

Non confondere le nostre brevi vite con l’eternità…

Nulla è per sempre, e allora sorridete e ringraziate qualunque entità sia di vostro gradimento per avere quei ricordi.

Due animali in una stanza ci racconta di andate e di ritorni, delle qualità dell’aria che migliora quando l’altro ritorna, ma allo stesso tempo ci verrebbe da chiederci perché ha vissuto con quella valigia sulla porta. Forse ne siamo consapevoli, solo che non avevamo il coraggio di lasciare andare via l’altro. Conoscevamo la realtà, abbiamo fatto finta di nulla, convindendoci fosse meglio di prima.

Ma noi due a dire ancora ancora ancora…

No, non è più come prima, evviva, non è più come prima, evviva!

Come due animali in una stanza, nella mia casa sommersa, la tua valigia sempre pronta sulla porta aperta,

le mie cose con le tue cose, le confondevi mentre me le tiravi.

poi sei tornata, la qualità dell’aria è migliorata, ma i miei spazi, la mia libertà, i tuoi progetti, le tue priorità,

la mia follia rivendicata, ti ritrovo nel letto addormentata, anche sul pianeta Terra tutto cambia…

Luna crescente è quel desiderio di sapere dell’altro, di dove sia, con chi sia, come stia. Nonostante la fine resta quel senso di preoccupazione, resta il pensiero forte, resta la volontà di sapere che non sia in pericolo.

Ho chiesto di te alla tua canottiera, l’ho appesa fuori come una bandiera, l’ho appesa fuori come una preghiera per sapere se sei ancora viva.

Adesso dove ti trovi? Qui la luna è calante, da dirti non ho niente, era solo per sapere se siamo ancora vivi contemporaneamente e se lì la luna è crescente…

Restano altre tracce da ascoltare e di cui parlare, ma non è necessario continuare. Lo farete in autonomia, ripercorrendo le vostre vite e quello che è passato dei vostri 26000 giorni.

Paesaggio dopo la battaglia è una carezza sul cuore, ti asciuga le lacrime e ti fotte il cervello.

Passano gli anni e Vasco Brondi è sempre più capace di sorprendere, rigenerarsi, sperimentare e fare musica per il suo piacere in primis, poi per quello degli altri.

Ammette candidamente che:

“Tutti dovremmo avere rispetto dei nostri tempi di creazione, perché abbiamo talmente introiettato il livello delle macchine che siamo frustrati se non funzioniamo produttivamente tutto l’anno sempre allo stesso modo. Non è così, siamo governati dalle stesse leggi che governano la natura che sono imprevedibili e vanno a momenti. Non siamo delle macchine”.

Siate liberi di essere quello che siete, perché la vera battaglia è

avere il coraggio di aprirsi e di non difendersi dagli altri ma fare l’opposto. Mi sono accorto che questa battaglia ti dà molto coraggio e molta tranquillità, ti fa passare la paura del giudizio degli altri, nel momento in cui ti esponi davvero ti senti forte”.

Amate, fate quello che volete, non aspettate…

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