RAGNI è una classica ballad, senza infamia e senza lode. Tananai resta ancorato a “Veleno“ e “Tango”, il sound è un misto tra questi due brani e certamente qualcun altro. Si poteva osare di più? Certamente, perché nel brano emerge la buona vocalità dell’artista e il testo non è malvagio, anzi.
La canzone di Tananai, Ragni, racconta di un amore che si consuma, il fare i conti con se stessi, il rimuginare da soli, farsi delle domande e nel provare paura. Ed è bello e particolare il modo in cui si contrappone la paura di lei, quella dei ragni, che è una paura “concreta” e le paure di lui, nascoste e che logorano dall’interno, come quella del tempo.
Che il dolore non vuol dire necessariamente sangue
Con questa frase ribadisce in maniera più forte e viscerale il concetto: una paura, un dolore, non è tale solo se visibile.
Il resto del testo di Ragni di Tananai è composto da immagini molto evocative
In molti versi si riesce a cogliere quanto i timori siano probabilmente infondati, frutto del rimuginare, del pensare troppo non rendendo forse partecipe l’altro.
Ma se non ho più niente da darti
Come fai a sopportarmi?
Io non capisco
Tananai chiaramente si chiede come fa l’altra persona a sopportarlo, dal momento che lui non ha più niente da dare. O meglio, è quello che lui percepisce, ma magari non corrisponde alla realtà e lei nemmeno se ne accorge, oppure è solamente troppo presa per rendersene conto.
Purtroppo per un racconto così potenzialmente bello, avremmo optato per un qualcosa di diverso. Meritava qualcosa di più. Forse Tananai ha bisogno di sperimentare ancora, perché pare aver capito cosa piace al pubblico, un po’ come fa Ultimo da parecchio tempo a questa parte, e non vuole staccarsene, cercando di replicare i successi delle ballad precedenti. Ecco, magari vorremmo che il prossimo singolo somigliasse di più a “Sesso Occasionale”, per assurdo.
Perché così, per Tananai più che i ragni, solo ragnatele.