Gemello ha trovato “La Quiete” grazie alla tempesta

da | Gen 21, 2022 | Recensioni album

Non esiste rap, non esiste indie: quando si ascolta Gemello i due mondi si fondono con naturalezza e il nuovo disco lo conferma. Quiete e tempesta sono due facce della stessa medaglia. Solitamente si parla di quiete “dopo” la tempesta, ma personalmente non credo esista un reale ordine consequenziale tra le due cose. Quiete e […]

Non esiste rap, non esiste indie: quando si ascolta Gemello i due mondi si fondono con naturalezza e il nuovo disco lo conferma.

Quiete e tempesta sono due facce della stessa medaglia. Solitamente si parla di quiete “dopo” la tempesta, ma personalmente non credo esista un reale ordine consequenziale tra le due cose. Quiete e tempesta sono due eventi che si susseguono alternandosi, che vengono l’uno sia prima che dopo l’altro, che si alimentano e attenuano a vicenda, che fanno parte della nostra quotidianità. A primo impatto, se ci chiedessero di scegliere, tutti noi saremmo propensi a vivere più nella prima che nella seconda. La tempesta è sinonimo di caos, di pericolo, ma ve la immaginate una vita piatta e senza stravolgimenti? Comoda, sì, ma anche terribilmente monotona e noiosa.

Questo preambolo introduce l’analisi del nuovo disco di Gemello essenzialmente per due motivi. Il primo e più immediato è che La Quiete è il titolo dell’album pubblicato dall’artista romano. L’altro è che il dualismo tra quiete e tempesta non solo incarna alla perfezione la complessa personalità di Gemello rappresentandone il vero valore aggiunto ma rappresenta anche l’anima del disco in questione.

Al suo interno troviamo undici pezzi molto coerenti tra loro accomunati dalle stesse tematiche di fondo, dallo stile inconfondibile del cantante romano che riesce ogni volta a trasportare l’ascoltatore nel suo immaginario unico e inimitabile e da sonorità che, per gli amanti delle etichette, confermano la commistione sempre più diffusa tra il rap e l’indie.

Quiete e tempesta, indie e rap.

Lo scontro, o forse sarebbe meglio dire l’incontro, tra i due mondi sopra citati si realizza all’interno di ogni singola canzone. Gemello dà sfogo al suo animo tormentato e tempestoso attraverso una scrittura intrisa di metafore, parallelismi e immagini evocative ma la sua voce calda e bassa resta sempre imperturbabile. Ogni parola viene scandita, ha dei contorni chiari e ben definiti e questo favorisce un coinvolgimento immediato da parte dell’ascoltatore all’interno del mondo descritto. La sensazione che Gemello restituisce non è mai quella di un’agitazione irrequieta, ma controllata e, per questo, potenzialmente produttiva. Le atmosfere delle sue canzoni sono oniriche ma non si perde mai la lucidità, il tempo scorre lento ma c’è sempre movimento.

La copertina scelta per La Quiete richiama gli ossimori presenti nel disco.

Nella parte frontale dell’album Gemello è in una macchina circondato da un incendio in corso ma non si scompone, porta le mani sugli occhi richiamando la sua tipica posa di “pensatore tormentato” (quella utilizzata nelle cover di Buio Multicolore e Ali di Mago per intenderci, che viene ripresa anche nella copertina del suo ultimo album UNtitled). Nel retro invece l’artista è in una strada isolata avvolto in una nebbia notturna che crea un certo senso di pace. Anche la scelta del bianco e nero, nonostante Gemello prediliga molto i colori soprattutto nelle sue opere pittoriche, va in controtendenza con i suoi standard.

La matrice romana di Gemello non emerge solo nelle (poche) espressioni dialettali che troviamo sparse qua e là all’interno dei testi. Roma è da sempre il teatro dei suoi racconti ma in questo disco l’influenza della Capitale emerge con maggiore forza. Basti pensare che tutti gli artisti che ha coinvolto nel disco sono romani, dai produttori come Sine, Marta Venturini e gli Altarboy ai cantanti come Coez, Gemitaiz, Carl Brave, Ketama126 e Mostro tra i più famosi fino agli emergenti Esseho, Kinder Garden, Il Complemento Oggetto e Holden.

Tra gli “Easter egg” del disco c’è la partecipazione di Gazzelle alla scrittura del ritornello di Come se niente fosse, probabilmente la traccia più intensa dell’intero album, oltre alla coproduzione di Neffa in Un pezzo di universo uscito come primo singolo. Oltre al rapper campano l’altra eccezione proveniente dal di fuori del Grande Raccordo Anulare è Victor Kwality, che molti ricorderanno al fianco di Salmo ne Il Messia.

Nel disco si respira un’atmosfera urbana, la strada è uno degli elementi ricorrenti che si aggiunge a quelli tipici della narrativa di Gemello: le stelle, il buio, la luna, la notte, la pioggia sono particolari che mantengono sempre un ruolo preminente nelle sue descrizioni.

Le strade abbracciano la notte fredda

Mi lascia un vuoto nuoto nella nebbia

La Quiete però non è solo un lavoro in cui ritroviamo i tratti distintivi di Gemello. Con questo album l’artista compie un passo ulteriore nella sua maturazione aggiungendo dei ritornelli più melodici e più cantati. L’esperimento, se così lo si vuole definire, risulta riuscito e si sposa bene con le tematiche amorose contenute nel disco. Il ricordo di relazioni passate o gli amori presenti ma tormentati sono il leitmotiv del disco, raccontati sempre con dignità e senza pietismo. Solo in Pipistrelli, grazie anche alle barre di Mostro, emerge il vecchio stampo “Truce” di Gemello.

A Roma ormai esce il mio sangue si dalle fontane

Suona una musica di guerra dalle campane

In un panorama musicale sovraffollato in cui le distinzioni di genere sono sempre meno consistenti, a Gemello non interessa tanto appartenere a questo o a quel mondo quanto dar vita a uno stile unico e ben riconoscibile. La Quiete ne è l’ennesima dimostrazione.

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