Ed eccoci qua, gentili ascoltatori, tornati a commentare un nuovo episodio della serie CVLT, sceneggiatura e interpretazione di Salmo e Noyz Narcos. HELLRAISERS è la deluxe di uno dei joint album più attesi da qualsiasi fan del rap italiano, due big della scena che uniscono forze e attitudini in un solo disco. Ebbene, questa deluxe è un’ulteriore conferma di ciò che già ci era dato sentire nel prodotto precedente. Non parliamo di un piatto che tutti possono gustare, un po’ per quella spinta cruda dei pezzi, un po’ perchè parliamo di due artisti musicalmente abbastanza diversi. Alla spericolatezza del sardo si unisce la rabbia composta del romano, una cucina fusion di gusto lanciato e acceso. Se non vi siete ancora addentrati nella casa spettrale del rap in Italia, allora preparatevi, perchè sarà un’emozione forte.
HELLRAISERS è il paradigma del rap
Quando si parla di questo enorme genere, spesso si svicola talmente tanto da non trovare qualcosa che si possa definire effettivamente tale. In un mare di canzoni ed artisti, a dedicarsi al rap “originale” sono sempre in pochi. Ed ecco perchè HELLRAISERS si propone come uno di quei baluardi, un prodotto rap di nome e di fatto. Già a partire dai featuring, le strofe dei tre artisti che sono stati chiamati a dare un contributo vanno decisamente in questa direzione: rime, punchline e barre sono il vade mecum. Se la strofa di Marracash in Respira è diventata in breve un cult, che verrà ricordata negli anni, troviamo altrettanto stile nelle partecipazioni di Lazza, Guè e Gemitaiz. Un artista della nuova scuola, due della vecchia, quella stessa attitudine street: questa è la ricetta che ci viene servita.
La partecipazione dei featuring arricchisce, non svilisce. Poco protagonismo, molta qualità è ciò che troviamo sul fuoco dell’inferno. Il centro del disco restano i due artisti principali, che riescono ad incastrare perfettamente i loro differenti stili. Quel rap diretto e incisivo che ha reso grande Noyz, si incastra con la duttilità musicale e vocale di Salmo. Ritornelli, beats e strofe sono tutti lavorati proprio in questa funzione. Non c’è uno più protagonista dell’altro, non provano a prevalere l’uno sull’altro. Il punto di forza di HELLRAISERS è proprio quello di andare a completare un CVLT, la decorazione di un piatto decisamente succulento.
Gangsta, street, trap? No, CVLT.
Abbiamo detto che, in tutti quei rami in cui si divide il rap, questo disco si pone tra quelli che formano un tronco, un punto di partenza. Ed ecco perchè va sottolineata indiscutibilmente la difficoltà e importanza di portare un prodotto così nella scena attuale. Nel momento in cui la ricerca del suono differente, della barra che ancora nessuno ha fatto, Noyz e Salmo vogliono solo ricordare come si fa. Nemmeno in HELLRAISERS troviamo un brano dedicato alla ricerca di un’altra fetta di pubblico. La parola d’ordine non è numeri, nè social: rap, solo rap.
Proprio per questo, a prescindere dalle certificazioni, questo progetto ha le giuste possibilità di sopravvivere al padre tempo. Ricercare l’identità con un’attitudine nuova è la reale forza di HELLRAISERS, che non insegue un nuovo ideale, ma riprende con uno stile nuovo qualcosa che in realtà conosciamo. Forse è ciò che vorremmo sentire dai dischi dei baluardi della vecchia guardia. Unione col nuovo, sicuramente, che però deve rivedersi in ciò che gli artisti hanno portato nella loro carriera, senza sottomettersi a ciò che vende, ciò che piace. Quando tutti prendono la strada facile al bivio, chi ha mezzi ed esperienza può lasciarsi le difficoltà alle spalle: questo è CVLT HELLRAISERS.