Che senso ha: la filosofia di Franco126

da | Apr 7, 2021 | Recensioni singoli

Si intitola Che senso ha il nuovo singolo di Franco 126, contenuto nell’attesissimo disco Multisala, in uscita il prossimo 23 aprile per Bomba Dischi/Island Records. Una canzone riflessiva, malinconica ed introspettiva, che ti entra in testa e soprattutto nel cuore fin dal primo ascolto, prodotta da Ceri ed impreziosita dalle chitarre di Giorgio Poi e Colombre.

A distanza di due anni dall’uscita del suo ultimo progetto discografico, Stanza singola, e dopo l’uscita del singolo Nessun perchè (senza dimenticare la collaborazione con Calcutta sulle note di Blue Jeans), Federico Bertollini si riconferma come una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano e del cantautorato nostrano.

Ne ha fatta di strada dai tempi della sua collaborazione con Carl Brave e l’uscita del joint album Polaroid, uno dei maggiori successi del 2017, certificato in seguito disco di platino dalla FIMI per le oltre 50.000 copie vendute.

Nel brano, il cantautore romano si pone continuamente lo stesso interrogativo: che senso ha agire e comportarsi in un certo modo, quando l’amore toglie invece di dare, quando c’è solo spazio per il silenzio, per i punti di domanda e le incertezze legate a questo sentimento tanto meraviglioso, quanto travagliato? Così, di punto in bianco, ci si ritrova a vagare per le strade di Roma, con il proprio giubbino sulla spalla e avvolti dall’alba, dall’inizio di un nuovo giorno e di tante nuove domande.

La filosofia di Franco126 è molto chiara e dal sapore dolceamaro, come si evince dal testo del brano:

Forse non c’è nessun forse
E nemmeno una ragione
A volte basta tirare un filo per disfare l’intero maglione
Ma passerà come una stazione
O un raffreddore di stagione
Od uno sbalzo d’umore
Come tutto per forza di cose

Un giorno questo dolore ti sarà utile è il titolo di un noto romanzo di Peter Cameron del 2007, il cui protagonista racconta al lettore la sua vita, la sua filosofia e il suo approccio all’amore, attraverso un’ironia inquieta e malinconica. Nella figura di James Sveck, possiamo in un certo senso rivedere lo stesso Franco126, protagonista della sua stessa storia, di quel romanzo meraviglioso che noi siamo soliti chiamare Vita.

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