Dopo il singolo che l’anticipava, Luci a Led, è tornata Solosophia, con quello che è il suo nuovo disco, Anima Viola. Questo progetto è composto da be quattordici tracce, immersive per quanto riguarda lo stile e l’ambiente che circonda e infierisce sullo stato d’animo dell’artista. La giovane cantautrice sarda dimostra una spiccata attitudine a quella che è la sfera musicale in cui si è inserita, oltre ad una penna leggera ma pungente e precisa. Sicuramente il punto di forza di questo disco è quell’ambivalenza tra parte musicale e parte testuale: la spinta data dai produttori (Sir Joe, Daniele Vantaggio, Giulio di Gianberardino, Sebastian Prem e Dodobeatz) si contrappone alla riflessione interiore che viene sprigionata dalle linee vocali e testuali di Solosophia.
Due persone in un solo disco: Anima Viola.
La complessità più grande, per Anima Viola, è quella di trasmettere completamente quella doppia voce che vive dentro l’artista. L’atmosfera musicale, indecisa tra la dolcezza dell’indie e la potenza comunicativa del pop, fa da prima interprete. Proprio questa bivalenza trascende nel dettaglio una singola etichetta, cedendo però una certa emozione di libertà nostalgica. Qui è fondamentale la completa unione del lavoro dei produttori con quello della cantautrice sarda, sempre in grado di stendersi alla perfezione sulla base.
Dopodichè, l’altro schema complicato, riguarda il posizionare e amalgamare la base con l’atmosfera del testo. Questi non per forza devono coincidere, ma sicuramente è necessario che siano la stessa cosa, alla fine. Qui il lavoro di Solosophia è dettagliatissimo: le parole scivolano sulle note, le emozioni si lasciano guidare dal movimento dei suoni, rimanendo però tali e identificando l’Anima Viola del disco.
Un genere nuovo, una direzione diversa
Pura provocazione, eppure posizionare questo disco in un canone è impossibile. Ogni traccia è una storia emotiva, l’una dopo l’altra si posizionano nella cornice di Anima Viola come tasselli di un mosaico. Solosophia ha scritto e lavorato un prodotto di assoluto valore, che in quanto tale avrà bisogno di essere ascoltato e riascoltato, per arrivare fino in fondo ad ogni traccia. Su uno sfondo musicale dove il colore sembra poco, la giovane cantautrice ha scelto di spargere un arcobaleno.
La forza di Anima Viola, oltre a ciò di cui abbiamo parlato sopra, è anche l’utilizzo sfumato del linguaggio, che accomuna generazioni ed è universalmente comprensibile. Questo è solo l’ennesimo indicatore di un progetto che si rivela maturo, al di fuori degli ascolti sui siti di streaming. Oggi come mai, per citare Tedua, la musica non la fanno i numeri. Proprio per questo, il nuovo disco di Solosophia, uscito il 26 aprile, merita ben più di un semplice e superficiale ascolto.