In questa torrida estate, ogni uscita che si distacca dai tanto blasonati tormentoni sembra un po’ uno di quei ventilatori che nebulizzano l’acqua. Abbiamo reso l’idea? Questa più o meno è la sensazione che abbiamo provato ad ascoltare il nuovo singolo di Deci, Lamette, uscito giovedì 25 luglio per Beat Factory e Believe.
Lamette descrive un amore amaro, che a volte taglia e a volte cuce.
All’origine di questo brano, una consapevolezza che non è di tutti: alle volte è meglio stare male rispetto che morire. In due minuti e quaranta di musica, Deci descrive esattamente questo quadro di amore che può essere salvezza e dannazione, libertà e condanna. E il responso è che sì, soffrire ma avere quella persona al proprio fianco.
Scritta con Alessio Bernabei e Stefano Paviani, prodotta da Mario Meli e Laguna, Lamette è il primo passo verso un nuovo progetto discografico di Deci. Prima di lei, altri due singoli nel 2024: “Grinta” e “La Guerra dei Sogni”. I suoi ultimi pezzi richiamano sonorità pop ed elettroniche, con testi che ricordano il cantautorato all’italiana.
La biografia dell’artista è molto interessante: classe 1991, si avvicina al mondo della musica alla soglia dei 30 anni, iscrivendosi all’accademia musicale MMI di Mantova. Un dettaglio che non ce la sentiamo di trascurare, dati i tempi che corrono. Giustissimo che gli artisti giovani abbiano il loro successo e riescano a rincorrere il loro sogno, ma vuoi mettere il non avere una data di scadenza? A chi dice che a trent’anni è troppo tardi per iniziare a fare musica, per cambiare vita, per vivere di arte e spettacolo: sentite Deci. E anche a noi, membri sempre più stanchi e sfiduciati delle generazioni Millennials e Z: non siamo in ritardo. Respiriamo e seguiamo veramente quello che vogliamo fare nella vita.