“Relax” di Calcutta non ammette spiegazioni

da | Ott 20, 2023 | In Evidenza, Recensioni album

Si chiama Relax ed è l’ultimo album di Calcutta. Scrivere solo questo incipit a distanza di anni da Evergreen è strano, soprattutto se si tiene conto che questa è l’uscita dell’anno per tutti gli ascoltatori del genere. L’hype di questi anni è stato altissimo ed è culminato con la pubblicazione del video ASMR dei brani […]

Si chiama Relax ed è l’ultimo album di Calcutta. Scrivere solo questo incipit a distanza di anni da Evergreen è strano, soprattutto se si tiene conto che questa è l’uscita dell’anno per tutti gli ascoltatori del genere. L’hype di questi anni è stato altissimo ed è culminato con la pubblicazione del video ASMR dei brani su Youtube.

Relax: Ritorno al futuro

Il 25 maggio 2018 Calcutta pubblicava Evergreen. Il mondo assisteva, proprio nella stessa giornata, all’entrata in vigore del regolamento generale sulla protezione dei dati. In quei giorni di maggio i tabloid riportavano, tra le altre cose, il tra Harry e Meghan e Israele era sulle prime pagine non per l’atavico e crudele conflitto, ma per la quarta vittoria nella sua storia dell’Eurovision. Gli equilibri mondiali erano sostanzialmente diversi, così come la musica. Tutto si trasforma, nulla si distrugge e Calcutta è ancora lì, è ancora qui.

Relax è totalmente culto.

Non si tratta di un’opera di un’alienata divinità appollaiata sul trespolo che guarda al flusso temporale come si guarda il mondo dal buco della serratura. Non c’è nulla da interpretare in maniera soggettiva. Relax è l’album che si impone, giustamente, come colosso nel panorama musicale: fa rumore, urla ed ha tutte quelle minuzie che oggi vengono scopiazzate in maniera grottesca da molti. Per dirla alla maniera filologica, Calcutta è attualmente l’archetipo dell’indie italiano.

Per comprendere l’album bisogna porsi una sola ed unica domanda: perché il pubblico ha atteso questa decina di brani e, di conseguenza, Edoardo D’Erme? L’insieme delle tracce è un recupero della veridicità dell’indie. Quando un genere musicale viene attraversato, interpretato, declinato e contaminato in modi diversi spesso si perde di vista il fine ultimo.

Relax è una manifestazione di intenti dal titolo fino all’ultima parola che spoglia e disarma con estrema semplicità tutte quelle barocche architetture di cui si era arricchito l’indie in questi anni.

C’è da sottolineare il fatto che l’album non vive negli antichi fasti di un genere che non ammette sfumature. Relax non è un fossile riesumato da analizzare, ma un elaborato lavoro che coadiuva i vecchi valori musicali di Calcutta con la volontà di evolversi. Se si analizza a scopo esemplificativo Controtempo, da subito si comprende che si tratta di un brano che sei anni fa sarebbe finito nell’oblio della musica italiana perché non vi era una definizione così netta del nuovo che avanza.

Non vi era, per dirla in parole povere, un’abitudine così forte da assimilare il brano come subordinato di una direttrice principale. Oggi la traccia è simbolica e dà un carattere significativo all’album. Non si può dire lo stesso di Tutti. Un classico alla Calcutta che nella sequenza ritmata, nell’incedere così sommesso e nel testo rappresenta al meglio la casuale realtà situazionale di Calcutta. Lo stesso discorso, in valore assoluto, è valido per SSD che mantiene una tensione emozionale talmente alta da toccare vette altissime dell’anima, soprattutto nei riferimenti espliciti alla madre.

Ciò che si evince è che se c’è un album che quest’anno non merita di essere spiegato, ma semplicemente di essere compreso è proprio Relax. Passaggi come l’incontro in Autogrill, l’essere spezzati come pane carasau, la vita teppista e il sembrare soli al nord non possono essere interpretati e spiegati.

Sono situazioni e sprazzi della vita per i quali si può solo solo provare empatia verso sé stessi. Cercare strane visioni in Relax di Calcutta attraverso i soliti voli pindarici darebbe come risultato solo un esito: la perdita dei valori che Calcutta ha riportato.

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