È il 1° settembre, adesso si fa sul serio. Lo sa bene anche Antonio Lago, in arte Yung Snapp, che finalmente spalanca le porte del suo Hotel Montana, il suo primo disco da solista per Warner Music Italy.
L’hitmaker originario di Casoria si mette totalmente a nudo e racconta per la prima vera volta tutta la sua verità. Ma non è solo. Ad accompagnarlo in questo viaggio ci sono un po’ di amici e colleghi: in ordine di tracklist Diss Gacha, Geolier, MamboLosco, CoCo, Lele Blade, Icy Subzero, Mv Killa e ANNA.
Con l’uscita della hit Shawty nel 2022, di Sincer e di Ma Xkè A Me? a fine luglio, Antonio ci aveva già dato un micro assaggio di ciò che sarebbe stato Hotel Montana. E in effetti non si smentisce. Le sonorità delle sue produzioni spaziano dalla trap all’house, dall’afro all’RnB, fino al carribean pop e al crunk, sempre con un tocco partenopeo che non guasta mai. I beat danno spazio a testi autentici e introspettivi, alternati ad altri più ironici e diretti.
Si parte con Primm Ca M N Vac, in cui Yung Snapp entra subito nel vivo del suo viaggio interiore in Hotel Montana. Si parla di famiglia, di delusioni, nel crederci e nel provarci nonostante le avversità, altrimenti i sogni non si concretizzano e restano tali.
Ij c’aggia provà primm che me ne vac.
Sulla stessa wave anche il brano Tutto l’oro, pezzo a cui l’artista è particolarmente legato. La famiglia, la natura, il ritrovarsi in momenti di avversità e le piccole semplici cose arricchiscono più di qualsiasi orologio e richezza materiale.
Teng chiu e n’angelo che guard, perciò me fid sul re stelle.
Con Money Cash ft Diss Gacha assistiamo all’altra faccia della medaglia del disco, a un distacco piuttosto netto dalle tracce precedenti. Si tratta di un banger crunk caratterizzato da toni autocelebrativi e ironici.
Altra chicca di Hotel Montana è sicuramente Kiss you (F***k you) ft Geolier. Il motivo l’abbiamo riconosciuto tutti: il pezzo prende ispirazione dalla hit Hotel Room Service di Pitbull. Yung Snapp la ripropone con maestria nel suo stile, tra sonorità estive e leggere. È proprio il caso di dire “Yung Snapp made another hit”.
In ATM assistiamo al ritorno del duo Yung Snapp – Mv Killa in pieno stile SLF. Un’altra hit sfornata, un altro banger con sonorità oltreoceano e gangsta attitude.
Thanks è il termine del tour di Hotel Montana. In quest’ultimo brano, Antonio ha l’intento primario di ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto, dagli amici storici agli artisti a lui vicini. Una giusta e sentita chiusura.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Yung Snapp. Di seguito tutto quello che ci siamo detti durante il preascolto di Hotel Montana:
Innanzitutto come stai? Teso per il tuo primo disco da solista?
“Bene dai, tutto tranquillo. Non ho particolari ansie.”
Affermi che in questo album hai potuto finalmente esprimere per la prima vera volta tutta la tua verità. Cosa intendi di preciso?
“Allora il discorso è questo: avendo sempre fatto pezzi con altri non ho mai potuto essere totalmente sincero. Nei pezzi in collaborazione è sempre emersa anche la verità dell’altra persona. In questo disco ho potuto dire cose che non ho mai esternato con serenità.”
Cose di che tipo?
“Ci sono dei riferimenti alla mia famiglia. Già nel primo pezzo si possono trovare dei miei pensieri che sono ricorrenti nella mia testa, anche in Tutto l’oro. Diciamo che l’Intro e l’Outro sono i pezzi più personali. Ho davvero voluto essere sincero al 100%.”
La costante presente nel tuo disco, quindi, qual è?
“Tutti i pensieri che hanno percorso e percorrono la mia testa.”
Questa te l’avranno chiesta spesso, ma è davvero una mia curiosità: com’è avvenuto questo switch dalla produzione all’interpretariato? Mi correggo, la definirei più un’evoluzione, un’apertura al mestiere del rapper oltre che del producer. Com’è successo?
“Molto casualmente. Stavo facendo una produzione per un pezzo di Lele, lui letteralemente non voleva fare la seconda strofa e mi ha chiesto di farla. Il brano in questione è Bentley. Io l’ho fatto quasi per gioco, non è che avessi grandi pretese, però alla fine il pezzo è andato bene. E quindi poi ho iniziato gradualmente a pensare anche alla professione del rapper.“
E suppongo tu abbia notato subito delle differenze tra i due mondi, no?
“Sì, ovvio, molte. Comunque io preferisco sempre il mio primo mestiere, il produttore. Allo stesso tempo, parliamo sempre di musica, quindi entrambe le strade mi permettono di esprimermi. Su questo non ho dubbi.”
Facendo riferimento sempre alla produzione, come è strutturato il processo creativo di un tuo pezzo? O meglio, c’è un ordine o è tutto più istintivo?
“Allora, in passato ti avrei detto che era tutto un po’ più a caso. Ora definirei il mio processo creativo come “fisico-matematico”, parliamo di frequenze, di fisica per l’appunto. Una volta che capisci questo discorso puoi iniziare a fare dei giochetti, delle scelte e delle mosse più sensate. Adesso è tutto molto più pensato.“
E arrivano prima le basi o i testi?
“Le basi, subito, in due secondi.“
Che ci dici sulle influenze musicali di Hotel Montana?
“Da produttore ascolto davvero tanta musica. Se vogliamo parlare di influenze potrei dirti un sacco di musica anni ’80, Synthwave, soprattutto R&B degli anni 2000.“
Pezzo a cui sei particolarmente legato più degli altri? E perché?
“Tutto l’oro. Successe una brutta cosa in famiglia, una questione che poi fortunatamente si è sistemata. Durante quel periodo ho proprio riflettuto su quanto la vita può cambiare da un momento all’altro, da un pomeriggio all’altro. Questo pezzo racchiude tutta questa serie di pensieri.“
Scegli una collaborazione del disco e raccontaci com’è nata.
“Il pezzo con Diss Gacha, per esempio, mi piace un sacco perché la base è Crunk. Il Crunk è uno dei miei generi preferiti in assoluto, qua in Italia non è mai andato forte, ma per me è mega. Stavo per chiudere il disco, c’era questo beat che mi piaceva e ho pensato che sopra questa base Crunk Diss Gacha ci sarebbe stato molto bene. L’ho chiamato ed eccoci qui. Per me è davvero un lavoro ben riuscito, proprio come me lo immaginavo.“
Voglio farti quest’ultima domanda: quale consiglio daresti a un emergente che sta muovendo i primi passi nella produzione?
“Il mondo della produzione è un po’ fottuto, passami il termine. Tutto è uguale, piatto. L’unica cosa che posso consigliare di fare è quella di cercare qualcosa di nuovo, di significativo, un suono diverso, una voce che ti contraddistingue da tutti gli altri. La gente è stanca di ascoltare sempre la stessa musica.“