Siamo stati al live di Motta a Roma nel contesto del club Hacienda, il secondo di una serie di live tra la capitale e Milano. Un mini tour per presentare l’ultimo lavoro del cantautore toscano: SUONA VOL.1.
Ad accompagnarlo troviamo la band che lo ha accompagnato durante il tour dell’anno scorso, la stessa che ha lavorato con Motta al suo ultimo disco, una band a dir poco eccezionale e formata da musicisti del calibro di Giorgio Maria Condemi e Roberta Sammarelli che insieme al resto della banda contribuiscono a creare quella magia che è stato il live di questa sera.
Le atmosfere che emana l’ultimo disco di Motta con il suo ritorno al passato guardando in faccia il futuro, le abbiamo in mente da quando questo disco è uscito, e portare live questo lavoro non poteva che risultare un incanto, un viaggio cosciente tra lo scarto che divide gli anni, tra te e ciò che ti manca. Un lavoro sonoro attento e preciso che si distacca da quello che Motta ha sempre rappresentato, dalle sonorità che gli facevano comodo, dai luoghi che amava frequentare. Un lavoro che live respira, si apre e ti chiude, ingloba e trasforma.
Ciò che dall’impianto viene fuori si potrebbe sintetizzare come una potenza commovente, una rabbia educata e resa libera, sempre più lontana da ciò che distrugge ma vicina a ciò che vive e trema.
Motta e la sua illustre band portano sul palco i brani della storia musicale del cantautore strutturati e costruiti con sonorità dal sapore alternative/noise, senza mai lasciare completamente quel folk maleducato figlio dei primi dischi.
Cantare in mezzo alla gente
Il contesto del club romano Hacienda lascia spazio al più grande colpo d’occhio non appena si entra nella sala: il palco è letteralmente in mezzo al pubblico. Non un palco, ma una serie di postazioni ravvicinate l’una all’altra che nel loro insieme formano il nucleo energetico di questo live. Motta l’ha fatto, si è staccato da quell’idea di palco piedistallistica classica per tornare in mezzo alla gente…la sua amata puzza di gente.