“Scarabocchi” di Chiello: verso il cantautorato e oltre 

da | Apr 11, 2025 | Interviste, Recensioni album

Tutto quello che Chiello ci ha rivelato sul suo nuovo progetto “Scarabocchi”.

A mezzanotte è uscito Scarabocchi (per Island Records/Universal Music Italia), il nuovo disco di Chiello. Al suo interno “Limone”, “Stanza 107”, “Amore Mio”, “Pirati” e “Amici Stretti”.

A distanza di due anni Rocco Modello torna con il suo terzo album da solista, in seguito a “Oceano Paradiso” e “Mela marcia”. Scarabocchi, sin dal primo ascolto, sembra essere il culmine di una triade, una finestra sulla mente dell’artista che ci conduce in un viaggio all’insegna di melodie malinconiche d’altri tempi, segnato da una componente visiva alquanto astratta e onirica. 

La stessa cover del disco, disegno di Agata Ferrari Bravo (a metà tra uno Chagall e uno Schiele dei giorni nostri), preannuncia l’universo di Scarabocchi, una dimensione sospesa tra sogno e realtà, abitata da figure enigmatiche e simboliche.
Ma d’altronde i più attenti avranno collegato i puntini: il disegno è un elemento costante in tutte le copertine della discografia di Chiello e quest’album non poteva fare eccezione. 

«Io scarabocchio un sacco, ho fatto l’artistico, dipingevo, sono sempre stato affascinato dal mondo del lettering, ho sempre fatto disegni dal vero»

«Le mie canzoni le vedo come degli scarabocchi: sono nate così, in maniera molto istintiva»

Scarabocchi rimanda al passato, ma anche all’evoluzione presente e futura di Chiello

Pensieri intricati, nodi, dubbi e questioni da sciogliere o semplicemente da accettare e lasciare fluire. Scarabocchi è un mosaico di emozioni viscerali e testi autentici che esplorano cambiamenti interiori e stilistici: ogni traccia è un frammento autobiografico, un piccolo scarabocchio che prende vita e si ispira ad alcuni grandi del cantautorato italiano.

«Prima c’è sicuramente stato un momento in cui mi sono sentito legato alla trap. Poi è arrivato un momento in cui ho sentito il bisogno di staccarmi, adesso mi sento molto più vicino al cantautorato, a un genere meno legato al materialismo e più vicino a ciò che è astratto. Un cambiamento interiore che ho vissuto in maniera molto naturale»

«In questa tappa mi ispiro tanto al cantautore Mauro Pelosi, uno dei più grandi per me, il suo disco “La stagione per morire” è uno dei miei progetti preferiti in assoluto. Te ne potrei citare altri mille, ad esempio Piero Ciampi, Enzo Carella, Luigi Tenco, Gino Paoli, Fred Buscaglione»

Le collaborazioni in Scarabocchi

Non mancano i brani scritti e prodotti con amici e colleghi. Chiello porta nel suo disco Rose Villain e Achille Lauro, entrambi artisti che abbracciano ed entrano in sintonia con la dualità artistica di Rocco: un’estrema sensibilità e talvolta una voluta eccentricità e goliardia.

«Con Rose ci siamo trovati in studio prima di Sanremo, ci siamo trovati molto bene e di lì lei mi ha chiesto anche di accompagnarla a Sanremo alla serata dei duetti; è stata un’emozione indescrivibile. Con Lauro è partito tutto da amici in comune, ci siamo visti più volte a cena nel corso di questi due anni e dopo cena a casa sua ci siamo messi in studio a giocare. “Succo d’ananas” è un pezzo di cui vado orgoglioso. Entrambe le collaborazioni, quindi, sono nate in maniera molto spontanea e poco architettata»

Potremo cantare a squarciagola ogni pezzo di Scarabocchi durante il “Chiello Live 2025” tour (prodotto da Trident Music) nei principali club italiani in partenza a inizio maggio, per poter entrare ancora più a fondo nell’universo innamorato e caotico di Chiello.

«Sento già l’adrenalina. Mi esibirò in posti più grandi e capienti, non vedo l’ora di affrontare questo show»

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