Con 404 (Una canzone de I Cani), Giuse The Lizia compone un piccolo manifesto emotivo della sua generazione, proprio come aveva fatto Niccolò Contessa con I Cani, circa 15 anni fa. Il titolo non è solo un omaggio esplicito al cantautore romano, ma anche una dichiarazione di intenti: fotografare lo spirito della sua epoca attraverso una storia d’amore problematica. L’obiettivo di Giuse The Lizia è descrivere un’intera generazione tramite istantanee che rimandano all’immaginario condiviso di questi anni, ma lo fa attraverso la stile narrativo (e i synth) de I Cani.
I protagonisti del brano si configurano come personaggi “dalliani”, Anna e Marco, filtrati attraverso il modo che ha Contessa di narrare il presente, ma a una generazione di distanza. L’iqos, il fast fashion, i podcast di Stefano Nazzi sono tutti elementi che fanno sia da sfondo che da cornice alla storia d’amore di Anna e Marco, che finisce come quella narrata da I Cani nel brano “Le coppie”: i due si lasciano e tempo dopo si rivedono ad una festa, ma fanno finta di niente.
404 (una canzone de I Cani) è il racconto di una generazione segnata da orgoglio e incomunicabilità
Anna e Marco sono due vite parallele che non riescono mai ad incrociarsi davvero, possono solo sfiorarsi e finire a farsi male. La loro è la storia prototipica di una generazione autodistruttiva, fatta di sentimenti inespressi e parole non dette: l’incomunicabilità cristallizza le relazioni e prosciuga ciò che rimane dell’amore.
Contessa sta ai Millenials come Giuse The Lizia sta alla Gen Z.
Il mondo in cui siamo cresciuti per vivere, non esiste più
La nostra è una generazione disillusa, che prova a stare al passo con una vita che va sempre più veloce, ma inevitabilmente rimane indietro. Giuse ci racconta i vent’anni di oggi, con il suono dei vent’anni di ieri: anche se il mondo cambia e va veloce, a vent’anni siamo tutti uguali.