GINEVRA è il progetto di Ginevra Lubrano, cantautrice torinese – le cui influenze musicali provengono dall’elettronica di matrice inglese, espandendosi al rock in una narrativa folk e intimista che affonda le radici nel cantautorato italiano.
E in occasione di Femina– il nuovo album di inediti in uscita venerdì 24 gennaio 2025 – abbiamo scambiato due chiacchiere con lei.
L’intervista a Ginevra
Ciao Ginevra! Partiamo dalle origini. Chi è la Ginevra che non conosciamo?
Allora prima domanda, partiamo dalle origini. La Ginevra che non conosciamo, in realtà mi espongo talmente tanto anche sui social, su quella che è la mia vera identità e soprattutto nelle mie canzoni, che mi sembra di aver completamente annullato le barriere tra la Ginevra musicista e la Ginevra di tutti i giorni, che appunto combaciano e si raccontano un po’ quotidianamente. Diciamo che dalle origini Ginevra si approccia alla musica durante il periodo del liceo, soprattutto con la scrittura delle prime canzoni, mentre mi dedicavo ai tempi alla danza perché c’è stato un periodo in cui sia la danza che la musica e le canzoni hanno fatto parte della mia vita, per cui ho deciso di dedicarmi alla musica dopo il liceo e non accantonarla più. Diciamo che appunto tutto quello che riguarda la mia vita, i miei valori, la mia quotidianità è tutto quello che poi racconto anche nelle mie canzoni, quindi spero che da lì si possa capire non dico tutto, ma quasi tutto di me.
Nel corso della tua carriera hai fatto delle scelte che ti hanno portato a distaccarti da certe aspettative imposte dall’industria musicale?
Sì, o comunque ho sempre fatto delle scelte che mi rappresentassero e che rappresentassero appunto la mia identità e la mia musica e che rispecchiassero soprattutto la mia musica e la mia persona prima di tutto. Anche questo disco è frutto di una scelta personale, di una necessità e sicuramente in qualche modo è stata una scelta radicale quella anche di rimescolare le carte e intraprendere un percorso musicale nuovo che anche a livello sonoro si distaccasse un pochino da quello che ho fatto prima e che quindi rompesse anche un po’ quelle aspettative sia discografiche che anche del pubblico su quello che potessi fare in questo step.
Parliamo di Femina, il tuo ultimo progetto. È evidente che c’è una grande introspezione in questo album. Quanto è stato difficile aprirsi così tanto con il pubblico?
Parlando del nuovo disco, sì l’introspezione, ha sempre fatto parte del mio modo superandi e della mia scrittura sicuramente perché parto sempre da un approccio autobiografico. E’ difficile ma non è difficile aprirmi con il pubblico nel senso che per me è più difficile raccontarmi così a parole o confrontarmi con una persona in una conversazione piuttosto che scrivere quello che sento e quello che penso in una canzone che rimane una zona di confort in cui riesco ad esprimermi senza temere giudizio. Quindi nella canzone mi sento al sicuro di raccontarmi senza paura di ferire o di essere giudicata. Quindi sotto questo punto di vista per me raccontarmi nelle mie canzoni è un processo molto naturale.
Il tema dell’autodeterminazione è molto forte nell’album. Ti capita mai di confrontarti con quella sensazione di “esserne troppo”?
Ma più che altro mi è capitato di sentirmi sminuita o magari di silenziarmi un pochino io stessa, un po’ presa dalle dinamiche appunto sociali e dalla struttura appunto della società in cui viviamo. Anche per questo la necessità di questo disco è stata proprio quella di mettere da parte tutte quelle che sono le aspettative, le regole canoniche anche del settore musica e di ascoltarmi, raccontarmi così come sono io, come mi percepisco io e raccontarmi visivamente come sono io nella vita di tutti i giorni. E’ stato fondamentale mettermi al centro, non mi capita di sentirmi troppo autodeterminata perché appunto in una società che cerca continuamente di metterci al nostro posto, di ricordarci insomma che cosa dovremmo fare, quando e come, il sentimento comune è l’opposto cioè di sentirmi troppo messa da parte. Quindi quello che ho cercato è proprio quello di mettermi al centro in questo disco e raccontare la mia visione e il mio posto in quanto donna nel mondo.
Oggi molte donne si sentono spesso in conflitto tra il voler essere se stesse e il timore di essere giudicate. Come affronti questa tensione?
Ma anche io vivo di questo conflitto comunque, per quanto questo disco sia frutto di un grande lavoro appunto di introspezione, di conoscenza, di consapevolezza di me stessa e anche di come funziono io, anche attraverso la terapia, lo yoga, lo spazio che mi ritaglio per conoscermi e per approfondirmi. Quindi questo è un po’ il mio metodo per capire come mi sento e come voglio agire io nel mio quotidiano.
Ginevra – la tua musica, così intima e personale, racconta un percorso di crescita. Oggi, come ti senti rispetto alla donna che sei diventata? Cosa hai imparato di più su te stessa?
Sì, la mia musica ha sempre raccontato un po’ tutti i periodi della mia vita fino ad adesso, perché appunto avendo questo approccio molto diaristico, diciamo, la scrittura e la canzone, un po’ ogni disco racconta il periodo e i sentimenti come lo sto attraversando. Oggi sento di essere sicuramente cresciuta, di essere più sicura e di essere più consapevole di quello che sono, quello che desidero e quello che cerco. E queste sono sicuramente cose che ho imparato ascoltandomi e improvvisando anche a volte e facendo esperienza sul campo, ecco. Quello che ho imparato è questo.
Come vedi il futuro della musica, e qual è il tuo prossimo passo in questo cammino? C’è qualcosa che ti piacerebbe esplorare o sperimentare nel prossimo album?
Come vedo il futuro della musica? Questa domanda è difficilissima, non riesco a immaginarlo. Quello che spero per il futuro della musica è che ci sia un po’ un ritorno generale all’attenzione e alla cura e al rispetto della musica e del musicista che passa tanto tempo a costruire appunto un nuovo mondo e un nuovo disco, perché credo che questo sia un momento molto complesso per pubblicare e dare musica al mondo, perché ce n’è tantissima ogni settimana, siamo tutti un po’ vittime del mondo digitale, dell’ usufruire della musica appunto digitalmente basta, quindi spero che ci sia un po’ un ritorno alla lentezza e all’ascolto e appunto anche alla fisicità della musica e al vivere la musica soprattutto attraverso appunto i dischi degli artisti e i concerti. Il mio prossimo passo è sicuramente quello di lavorare questo disco che appunto esce domani e di suonarlo il più possibile, appunto per tornare a vivere la dimensione dal vivo che è quella che poi mi interessa di più e anche appunto il contatto con il pubblico, visto che sono stata ferma tanto, quindi al momento non ho ancora idea di quello che sperimenterò di esplorare nel prossimo album, ma sono sicura che vivere questo disco e tutto quello che avrà da darmi sarà comunque una grande fonte di energia creativa.
Un messaggio a tutti i tuoi fan.
Ovviamente ringrazio tutti i miei fan per avermi seguito dall’inizio, alcuni e anche quelli che stanno arrivando invece in questa parte del percorso. Ringrazio chi comprenderà questa transizione, questo nuovo disco e chi lo accoglierà appunto in tutta la sua autenticità e genuinità, perché l’ho fatto veramente con il cuore e spero che questo che questo possa arrivare al di là delle differenze di suono piuttosto che di mood rispetto anche a delle cose che ho fatto in altri momenti del mio percorso. Quindi sono sono grata tutta la comunità che mi segue di essere al mio fianco.
FEMINA è un disco centrato sul tema della femminilità che GINEVRA dedica a sé stessa, alle donne più importanti della sua storia, alle donne vittime di violenza e alle donne che non conosce di persona ma che come lei lottano ogni giorno al suo fianco per una società più equa.
La produzione del disco è stata interamente eseguita da Francesco Fugazza (in arte Fugazza), Marco Fugazza (Suorcristona) – entrambi collaboratori di Ginevra dagli esordi e figure fondamentali nel suo percorso artistico – e da Domenico Finizio, amico prezioso e musicista sensibile con cui il trio già consolidato ha finalmente l’occasione di collaborare. Ginevra segue la direzione artistica di tutto il disco, producendo in parte lei stessa la title track “FEMINA”, e impegnandosi per la prima volta in un lungo lavoro di registrazione e di editing vocale per diversi brani dell’album.