A quasi cinquant’anni di distanza, Ti voglio di Ornella Vanoni – allora esclusivamente in formato fisico – torna nelle case degli italiani accompagnata da Elodie e Ditonellapiaga.
Il brano fu scritto da Giorgio d’Amato dei New Trolls insieme a Sergio Bardotti e divenne solo un anno più tardi parte della colonna sonora di “Avere vent’anni”, il film di Fernando Di Leo.
La collaborazione tra Ornella Vanoni, Elodie e Ditonellapiaga segna un momento, sempre più crescente, e cioè quello verso l’interesse per il repertorio classico.
In questa occasione, non manca di certo l’intenzione di offrire una nuova veste sonora e una nuova prospettiva sull’amore e le relazioni.
Il dialogo tra le voci è ricco, è dinamico, sicuramente fresco e coraggioso, rappresentando come le voci possono farsi ponte tra le epoche, dialogando con il presente, condividendo il passato, accettando il futuro.
Eco della femminilità: Vanoni, Elodie, Ditonellapiaga
La forza di una donna dotata di fascino che intimorisce l’uomo è incarnata dalla saggezza raffinata di Ornella Vanoni che torna sui ritornelli, lasciando spazio alle nuove storie di autonomia e scelta interpretate nelle strofe. Questo approccio celebra non solo l’amore verso un’altra persona, ma soprattutto verso se stesse e le proprie aspirazioni, i legami interpersonali e le esperienze vissute.
Ti voglio non si erge soltanto come un omaggio coraggioso a un grande classico della musica italiana; è, piuttosto, un inno ardente, un grido potente che riecheggia attraverso le trame delicate della società moderna, intessuta da desideri e vulnerabilità.
L’ibrido sonoro, tra pop e urban, intramato sotto le voci di Elodie e Ditonellapiaga, si fa etereo nel funky chitarristico. La texture moderna crea un’atmosfera introspettiva e onirica, con synth e archi.
Nel caotico mercato delle interazioni umane contemporanee, dove i legami si tessono e si disfano con la stessa rapidità con cui scorrono le notifiche sui nostri dispositivi, il ti voglio si fa manifesto di autenticità.
È una dichiarazione che va oltre il mero affetto, rappresentando un bisogno viscerale di connessione.
Ti voglio è, in effetti, un’eco di rivendicazione: di esistere, di amare, di essere amati in un mondo che ha bisogno.