Bianco e Nero, il nuovo singolo di Nudda in collaborazione con Asteria, è quel tipo di canzone in cui non troverai risposte, ma una domanda sussurrata con delicatezza: come stai davvero?
Il brano è costruito come uno spazio sicuro, un piccolo rifugio emotivo dentro una produzione elettronica elegante e contenuta. La base si muove tra pulsazioni deep house e suggestioni pop rarefatte, lasciando respirare ogni parola. Nulla è messo lì per stupire: tutto è pensato per sentire.
La loro è una presenza sottile, ma costante. Hanno creato un brano che sembra uno sguardo d’intesa tra sconosciuti, una stretta di mano tra chi non ha tutte le risposte, ma sa cosa vuol dire sentirsi in bilico. La produzione elettronica è discreta, morbida, quasi ovattata. Non ti distrae, non cerca l’effetto. Lascia spazio. E in quello spazio succede qualcosa di raro: la voce si fa corpo, il testo smette di essere parole e diventa ascolto reciproco. Bianco e Nero non ti consola, ti riconosce. Non ti salva, ma ti fa sentire meno solo.
Bianco e nero è il racconto di Nudda e Asteria sull’essere umani oggi
C’è qualcosa di profondamente contemporaneo nel modo in cui viene affrontata l’ansia, il senso di inadeguatezza, la fragilità. Ma c’è anche qualcosa di eterno: la necessità di essere visti davvero. In un tempo che ci vuole sempre performanti, felici, brillanti, questa canzone è un invito a smettere di fingere, un invito a respirare, a sentire.
Nudda – già nota per la sua sensibilità lirica, cresciuta nel tempo dopo l’esperienza a X Factor 2021 – apre qui un nuovo capitolo della sua evoluzione artistica. La sua voce, insieme a quella di Asteria, costruisce un’intesa profondamente umana, femminile, che non ha paura della vulnerabilità.
Con questo pezzo, Nudda non solo mette un altro tassello verso il suo secondo album, ma riafferma la sua voce come una delle più genuine del panorama attuale. Bianco e Nero è una carezza data col cuore, in un mondo che troppo spesso ci chiede di nasconderlo. Non c’è retorica, non c’è dramma: c’è solo la sincerità disarmante di chi ha imparato a guardarsi dentro.