Anche quest’anno, la settimana santa di Sanremo 2025 è passata in un batter ciglio. Tranne per chi ci lavora, per chi ci suona, per chi ci scrive, per chi ci canta (per noi sono sembrati 80 anni di lavori forzati). Come da diverso tempo, noi della redazione di Cromosomi, in concilio ultra-segreto, abbiamo seguito tutte le serate della 75esima edizione del Festival e abbiamo tratto le nostre conclusioni.
Quella che segue è la nostra classifica onesta e senza filtri dei 29 artisti Big che si sono esibiti a Sanremo 2025, in ordine dal peggiore al migliore. A tutti abbiamo assegnato un voto, stabilito sulla base delle votazioni date da noi, performance dopo performance, durante la prima, la seconda o terza (in ragione di quando si sono esibiti) e la quarta serata. Criteri di giudizio? Presenza scenica, testo del brano, esecuzione vocale e strumentale e creatività. Qui la classifica, molto Cromosomica, completa.
29. Modà – Non ti dimentico: 4
Noia. Appena partita la base di Non ti dimentico durante la prima serata, ci è sembrato di fare un salto temporale. A quando? Non lo sappiamo, perché tutte le partecipazioni dei Modà al Festival sono state circa uguali. Quest’anno non è stato da meno. Con tutti i più cari auguri di guarigione per Kekko, per noi è no.
28. Francesco Gabbani – Viva la vita: 4+
Vedi sopra. Gabbani uscito da un cartone animato Disney con uno strano protagonista animale antropomorfo. Per noi è un altro no, grazie.
27. Marcella Bella – Pelle Diamante: 4,5
Moltissimi non conoscevano Marcella Bella, artista storica degli anni ’80-’90 italiani. Diciamo che sarebbe stato meglio avere un primo approccio con i suoi brani dei tempi d’oro. E invece… Pelle Diamante. Una canzone che vorrebbe sembrare un inno pop-rock al femminismo, ma che risulta un brano dalla potenza slavata e dalla melodia sentita e risentita.
26. Tony Effe – Damme ‘na mano: 4,5
Per pochi centesimi, Tony Effe si ritrova sopra Marcella Bella, ma attribuiamo lo stesso voto. Damme ‘na mano non sappiamo neanche come descriverla. Un Tony simil-Corleone ci ha guidati attraverso sentieri musicali che non ci saremmo mai aspettati. Vogliamo ricordarlo come ai tempi di “Cavallini”.
25. Sarah Toscano – Amarcord: 5
Esordiente alla prime armi, solo diciannove anni per Sarah Toscano, che ha tutte le doti vocali sufficienti per una bella carriera. In Amarcord la sentiamo ancora abbastanza acerba, ma chapeau per la grinta.
24. Rose Villain – Fuorilegge: 5+
Fuorilegge sembra una versione riveduta e corretta di “Click Boom”, brano con cui Rose Villain si è presentata lo scorso anno al Festival. I drop pre-ritornello sono da anno il suo cavallo di battaglia, dove si stacca dal rap per far notare le sue armonie vocali. Nulla, questa volta non è riuscita.
23. Clara – Febbre: 5+
Un’altra posizione quasi pari merito, decisa da una manciata di centesimi. Clara non ci impressiona con Febbre, pur sottolineando il suo talento innegabile. Nel complesso, ci è rimasta più impressa “Diamanti Grezzi” lo scorso anno.
22. Gaia – Chiamo io chiami tu: 5,5
Gaia ci trasporta nel suo Brasile, accompagnandoci con ritmi tribali e beat moderni. Un mix che abbiamo trovato un po’ confusionario. Non ci sentiamo di dare una sufficienza, anche perché non ci è rimasto molto da nessuna esibizione (se non il braccio della statua di Carlo Conti tragicamente mozzato da un suo ballerino).
21. Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore: 6–
Due meno dopo al 6 di Massimo Ranieri. Il 6 volevamo ci fosse, ma secondo noi non è pieno. Il brano ci ricorda una colonna sonora Disney, ma anche un pezzo di una colonna sonora di un film a tema blues. Confusi, ma l’arrangiamento orchestrale ci è piaciuto.
20. Rkomi – Il ritmo delle cose: 6
Una ventata di diverso in questa 75esima edizione. Mirko non esce molto dalla sua comfort zone, cantato in corsivo incluso. Carina, ma siamo tutti un po’ perplessi riguardo alla sua dizione, che ha fatto diventare “La nuova stella di Broadway” un meme.
19. Francesca Michielin – Fango in paradiso: 6
Una veterana (anche se giovanissima) dell’Ariston, Francesca Michielin porta un brano che la tiene un po’ sottotono. Con quello che ci ha dimostrato negli anni, siamo sicuri che avrebbe potuto osare un pelo di più (e uscirne meglio).
18. Irama – Lentamente: 6
Un’altra sufficienza per Irama, un altro esperto della kermesse sanremese. Come sempre, Irama fa… Irama. Sembra un po’ il compitino che presenta, puntualmente, ogni anno per la partecipazione al Festival. Insomma.
17. Rocco Hunt – Mille vote ancora: 6
Sei anche per il rapper napoletano, che ha portato una canzone nel suo dialetto, la lingua che l’ha reso celebre. Un po’ banale il brano, molto gradita, invece, il duetto con Clementino durante la serata cover.
16. The Kolors – Tu con chi fai l’amore: 6
Sufficienza piena anche per i The Kolors. Ogni pezzo sfornato da loro è un tormentone estivo scontato: funziona così anche per Tu con chi fai l’amore. Ballabile, tropicale, leggera. Classic The Kolors, ma non degno di un punteggio più alto.
15. Noemi – Se t’innamori muori: 6
Ultimo sei per Noemi, un’altra esperta di Sanremo. La sua voce graffiante accompagna molto bene i toni fin troppo classici di Se t’innamori muori. Non ci entusiasma, ma le sue esibizioni live sono la cartina tornasole del suo talento e del suo timbro unico.
14. Coma_Cose – Cuoricini: 6+
Un sei pieno quello dei Coma_Cose, ma non nascondiamo la nostra delusione. Ci aspettavamo un pezzo della caratura di !Fiamme negli occhi”, ma ci siamo ritrovati un brano dalle sonorità elettro-hyper-pop fin troppo orecchiabile.
13. Olly – Balorda nostalgia: 6,5
Acclamato dal grande pubblico, Olly porta un brano che non va troppo fuori dal suo solito. Balorda nostalgia impreziosisce bene le doti vocali del rapper e cantautore genovese, pur non colpendoci particolarmente.
12. Elodie – Dimenticarsi alle 7: 7-
Quasi un 7 per Elodie, la Dua Lipa de noartri. Un’altra hit che evidenzia la profondità della sua voce, che ci convince ma non del tutto. Menzione d’onore per tutti i suoi outfit stupendi.
11. Fedez – Battito: 7
Un Sanremo che per Fedez doveva essere particolarmente sentito. La sua partecipazione è stata in dubbio fino all’ultimo, vista la bufera Fabrizio Corona della scorsa settimana. Fedez fa parlare solamente la musica, portando un brano in cui esprime tutte le sue emozioni nella lotta contro la depressione. Menzione speciale per la cover “Bella stronza”.
10. Bresh – La tana del granchio: 7
Il genovese che ci ha colpito di più. Il suo brano si discosta dalla sua produzione musicale, solitamente orientata al rap. La tana del granchio ci piace, ma nei limiti di una melodia già sentita.
9. Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – La mia parola: 7+
Il producer porta con sé l’hip hop italiano, sia quello old school, che quello della nuova generazione. Il risultato è una ‘street song‘ che funziona, che porta un vero ricambio in quello che è il Festival come lo conosciamo.
8. Achille Lauro – Incoscienti giovani: 7+
Altro 7 convinto per Achille Lauro, veterano di Sanremo. Incoscienti giovani si discosta dalla sua recente produzione musicale, ma ci piace. Un po’ retro, tipica da Festival, decisamente malinconica. Ha tutti gli ingredienti per essere un inno da cantare col cuore spezzato (ma non solo).
7. Joan Thiele – Eco: 7+
Anche per Joan Thiele un buon 7 e passa. La sua voce sensuale si sposa benissimo con il ritmo lento e sudamericano di Eco. Ci rimane in testa, ci ripensiamo, ci piace. Brava.
6. Serena Brancale – Anema e Core: 7,5
Appena fuori dai primi cinque, Serena Brancale fa scoprire la sua musica fusion fra elettronica e jazz in salsa barese. Il brano non è all’altezza di “Baccalà”, ma la sua energia è sempre travolgente.
5. Giorgia – La cura per me: 7,5 e un po’
Non abbastanza per l’8-, ma non abbastanza poco per il 7,5. Questa votazione è esattamente il loop in cui vediamo chiusa Giorgia. Le linee vocali sono ovviamente ineccepibili, ma la canzone in sé non ci dice nulla. Ma è pur sempre Giorgia.
4. Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: 8-
Testo strappalacrime, storia largamente condivisibile, lente un po’ stereotipata. Quando sarai piccola ci ha fatto piangere e riflettere tutt*, con la sua malinconia fortissima. Non prende di più solo per la voce non sempre perfettamente intonata di Simone Cristicchi.
3. Willie Peyote – Grazie ma no grazie: 8
Brano peyotesco all’ennesima potenza anche all’Ariston. Willie non si fa intimorire e continua a portare la sua critica sociale davanti a tutti gli italiani. Grazie ma no grazie orbita intorno a un giro di basso funky, che trascina tutto il brano in un’universo estremamente ballabile.
2. Lucio Corsi – Volevo essere un duro: 8+
Medaglia d’argento per Lucio Corsi, la vera scoperta (perlomeno del grande pubblico) di questo Sanremo 2025. Il suo essere se stesso lo ha ripagato di tutti i no e di tutte le porte in faccia della sua carriera. Alla fine, ‘basta essere Lucio‘.
1. Brunori Sas – L’albero delle noci: 8,5
Il nostro campione è lui, Brunori Sas. Il cantautore calabro conosce il grande successo nazionale a 47 anni, quando viene (ri)scoperto da Sanremo. La sua L’albero delle noci è una lettera a cuore aperto di un papà che di cose ne ha vissute parecchie. Semplicemente mozzafiato.