Napoli assiste al lutto della propria dignità da sempre, ma non ha mai pianto.
Perché Napoli non soccombe.
Il canto de La Niña nella sua Guapparìa dà sfogo a un dolore dalle radici antichissime eppure nuove, nelle quali scorre la linfa della resistenza, perché è da sempre che la città combatte la propria lotta per riscattarsi.
Riscattarsi da quegli occhi affamati che la vogliono criminale, sporca, colpevole e “guappa”, mentre invece Napoli è una bellissima donna (nel videoclip rappresentata da La Niña stessa) che cerca conforto nell’estro di un pittore ancora capace di catturarne il vero volto.
Loro due soli in una stanza, mentre lo sfondo sonoro è questo dolore in musica che si acuisce, fa male, pizzica e sfocia in una danza disordinata e disperata.
Guapparia ′e signurìa
Brutta ‘a int′ e bella ‘a fore
T′e vennuto pe’ ddoje lire
A chi t’ha arrubbat ′Il′ oro
Lontana da qualsiasi machismo, la Napoli de La Niña è inconfondibilmente femmina; un volto diviso in tanti volti, quanti sono quelli delle donne presenti nel video. Accigliati, diffidenti, giovani, anziani, dolenti, nel tentativo di discostare l’immagine della città dalla visione patriarcale e reiterata del “guappo”.
La vera forza sta nella sottile delicatezza femminea, in un’affermazione di sé che proviene semplicemente dalle proprie radici e non intimidisce perché “senz’ammore nun se canta, senza ammore nun se sona”.
Guapparia che mania
Tutt ‘o munn′ vo’ guardà
Ma si’ morene a Scampia
Aggirate ′a capa ′a llà
Tarantelle e guapparia
Chest’ vonn′ ‘a sta città
′Na puttan ‘e cumpagnia
Ca′ nisciun’ vo’ spusà
Ed è qui che Napoli si ribella, che punta di rimando il dito.
Una critica feroce a chi ne esalta la sua versione “in cartolina” senza curarsi dei veri problemi che la attraversano. (L’artista, infatti, prende in esempio il disastro delle vele di Scampia accaduto la scorsa estate.) Di Napoli, dunque, rimane una bella illusione agli occhi di chi non vuol vedere, per chi la usa e poi l’abbandona.
Guapparìa anticipa un album in uscita a marzo
Il titolo sarà “FURESTA”, come già annunciato dall’artista sui canali social, e la sua pubblicazione è prevista per il 21 marzo 2025.
“Un’opera selvatica, insofferente a gabbie di ogni genere”, dichiara lei stessa sul suo profilo instagram. Descrizione che riflette in pieno la natura del suo mondo artistico, capace di unire sonorità antiche e moderne, al di fuori da qualsiasi mossa di marketing.
La musica de La Niña è indipendente, libera, viscerale; siamo decisamente di fronte ad un diamante del panorama musicale italiano.