“L’ultimo grande abbraccio.
Chiudete gli occhi. Siete accanto a me.”
Questa la promessa fatta gli scorsi mesi da Postino che ci preparava al live che si è tenuto ieri, giovedì 21 novembre, ai Magazzini Generali.
L’artista ci aveva salutato a novembre 2019 per poi tornare sulla scena musicale dopo quattro anni, a novembre del 2023. Da quel momento il percorso è ricominciato con singoli e un album, “L’ordine delle cose da dire“, oltre al tour che si è concluso proprio con il concerto di ieri.
“Nella vita, il presente si intreccia con il passato, il passato con il presente, il presente con il futuro. Alla fine noi stiamo facendo un viaggio, anche stasera stiamo facendo un viaggio e sono contento di condividerlo con voi da più di sei anni. Grazie.”
Postino si è sempre distinto per la sua capacità di creare un rapporto sincero e personale con il pubblico, sia nella musica registrata che nei live. L’atmosfera è quindi sempre intima, il rapporto che si crea quasi confidenziale e la sensazione, ogni volta che lo si ascolta, è quasi come di un confronto diretto con l’artista che non solo sembra interpretare le emozioni degli altri, ma soprattutto presta attenzione a quello che hanno da dirgli.
“Questo brano lo dedico a Mauro da parte di Giusy, che mi ha scritto un’infinità di messaggi quindi me lo sono ricordato. La domanda è, qual è il vostro colore preferito e perché proprio il blu?”
L’artista dice prima di iniziare a cantare “Blu”. Questo è solo uno dei motivi che spinge i fan, nonostante la prolungata assenza di Postino dalla scena musicale, ad essere ancora lì, a cantare tutti i brani pubblicati in questi anni.
Il grande abbraccio
“Dobbiamo sempre ricordarci che siamo tutti uomini, fatti di carne, sangue e medesime paure, per cui stasera vi inviterei a formare un grande cerchio […] per darci un grande abbraccio.”
Dice l’artista prima di scendere nel pubblico per far sì che si formi un grande abbraccio. Tra questo e la lettura di una lettera scritta da un ascoltatore prima di “Sbagliamo insieme”, diversi sono stati i momenti di connessione col pubblico.
“Non so perché quando finiscono le relazioni o in generale quando terminano i progetti, noi archiviamo tutto dentro una scatola e poi la riponiamo o in mansarda o in uno scaffale inarrivabile di un ripostiglio. Non so perché non buttiamo tutto via e basta. Perché poi, a distanza di anni, un giorno, ci viene voglia di riaprirla quella scatola e forse era meglio non averlo fatto.”
Malinconia, incertezza del futuro e racconto di un cuore spezzato: il concerto è stato un susseguirsi di emozioni che altro non lasciano che un profondo senso di vulnerabilità, non da intendersi però come un qualcosa di negativo.
La capacità di Postino è, infatti, quella di raccontare tutti quei sentimenti che con difficoltà riusciamo ad esprimere agli altri, un po’ per vergogna, un po’ per paura, e questo concerto non è stato altro che una sorta di viaggio nel proprio io interiore che si è concluso con la consapevolezza che siamo fatti anche di fragilità e che è giusto che sia così.
“Vorrei ringraziarvi per essere qui stasera per questo ultimo concerto prima di una pausa. […] Cercherò di restituirvi tutto quello che ho dentro per questo ultimo grande abbraccio.”
Postino annuncia una pausa che lascia spazio a interrogativi sul futuro, ma anche la certezza che la sua musica, in qualche modo, continuerà a parlare agli altri. Altro non è che “quella scatola” che metti da parte per un po’, ma che sei sempre pronto a riaprire.