Fuori “La ricompensa della mangusta”: il primo album di Missey è un percorso a ostacoli verso la conoscenza di sé

da | Ott 10, 2024 | Recensioni album

Missey esordisce con La ricompensa della mangusta, un album eclettico nella sua essenza.

E’ uscito il quattro ottobre il primo album di Missey per FLUIDOSTUDIO, distribuito da Believe, prodotto da OMAKE, Dario Bracaloni e Antonio Fallacara. La ricompensa della mangusta è il titolo dell’album di Missey, cantautrice pugliese d’origine classe ’95, che dopo una serie di singoli ed EP approda al lungo formato, rivelando il suo universo interiore in un pastiche di generi, che rendono il disco un’esperienza eclettica a tratti sorprendente.

Alla ricerca dell’autenticità perduta: un viaggio eclettico nell’universo multiforme di Missey

L’album si presenta come un affresco sonoro che esprime un carattere forte e deciso, riflettendo la volontà di non cristallizzarsi in un’unica forma espressiva. “SPICY TORNADO” feat VISCARDI e Troyamaki, decimo brano, ne è un esempio lampante: qui, pop e rap si intrecciano con ritmi dance e reggaetton, che trascinano come in un vortice, appunto, l’ascoltatore. Questo brano testimonia il pastiche di generi che la cantautrice pugliese riesce a mescolare con sorprendente maestria, arricchendo la sua proposta musicale attraverso collaborazioni oculate. Missey alterna infatti lirismo e poeticità, come si ascolta in brani quali “Fiammiferi“ feat. cecilia dove la delicatezza malinconica dei versi invita alla riflessione; a versi taglienti e frammentari, ma iconici, che esprimono con rabbia giudizi critici sulla situazione odierna, come in “PICCOLO CHIKORITA” prodotto da PLASTICA:

Potevo entrare fuori tempo
Tanto l’indole di vivere in 9:16
Ti fotte con la fomo che sale
Come mercurio via di decimi

Questi versi, incisivi e provocatori, incarnano bene la frustrazione causata da un mondo di apparenze che ben si riflette nel formato Instagram stories di cui siamo tutti vittime e complici. La ricerca di una connessione genuina in un panorama così costruito diventa una delle sfide più ardue, evidenziando quanto sia difficile mostrarsi vulnerabili e autentici in un’epoca che premia l’immagine sopra il contenuto.

Per sua stessa ammissione i riferimenti musicali spaziano da Bon Iver e Antonio Jobim a Burt Bacharach e Dionne Warwick, passando per i Beatles, Neil Young, Earth Wind & Fire, Beach Boys, Bjork e il rap francese. Questa vasta gamma di influenze si riflette nel suo stile, che unisce melodie sofisticate a testi profondi e talvolta riflessivi, creando un’atmosfera unica, che parla direttamente all’ascoltatore.

La ricompensa della mangusta: un grande affresco condiviso, fatto di emozioni, autenticità e consapevolezza

Caratterizzato da sonorità travolgenti e ritornelli che fanno fatica a uscire dalla testa, La ricompensa della mangusta, crea una connessione profonda con l’ascoltatore. I suoi brani raccontano storie di solitudine e vulnerabilità, di individui e di “manguste” che, pur isolati, si ritrovano insieme grazie alla musica, che crea un senso di comunità e appartenenza. Ogni ascoltatore, attraverso la sua esperienza personale, contribuisce alla creazione di un quadro più grande, fatto di consapevolezza ed autodeterminazione.

Tutti dicono fingi
Io farò come ho deciso
A volte sembri distante
Non ne capisco il motivo

La fascinosa voce di Missey si perde, racconta una storia che dura tutto l’album e poi si riavvolge quasi come un nastro, che unisce la prima strofa del primo brano “Le manguste” con l’ultima da “La ricompensa“, brano di chiusura. Questo brano finale sigilla il viaggio musicale, trasformando ogni traccia in una tappa di crescita personale. Alla fine, ciò che emerge è un senso di appartenenza profonda, una consapevolezza che illumina l’intero percorso.

La ricompensa
Non sarà la stessa
Bugia che ti hanno raccontato per una vita
Accetta che sei la via d’uscita

Siamo tutti manguste.

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