Daniele Silvestri sale sul palco dopo aver attraversato la sala Petrassi alle spalle del pubblico e una volta arrivato dà vita a un preludio in rima per introdurre lo spettacolo che sta per iniziare, non senza prima aver presentato la sua band: dagli storici Piero Monterisi e Gianluca Misiti che come lui stesso dice dal palco sono al suo fianco (rispettivamente alla batteria e alle tastiere) davvero dall’inizio, ai talentuosissimi e a loro modo storici – viste le lunghe collaborazioni con Silvestri – Josè Ramon Caraballo (percussioni e tromba), Gabriele Lazzarotti (basso), Duilio Galioto (tastiere), Daniele Fiaschi (chitarre), Marco Santoro (tromba e fagotto).
Sul palco Daniele Silvestri e la sua band sembrano davvero a casa, con l’agio di chi si muove in un ambiente familiare per quella che è a tutti gli effetti una residenza musicale.
Daniele Silvestri, OTR Live e Fondazione Musica per Roma hanno scelto (ispirandosi a Paolo Conte con la sua Milonga), di portare la dimensione del live musicale “a un ritmo più lento” in netta contrapposizione al frenetico standard al quale la musica dal vivo da anni ci sta abituando. Un palco senza lustrini ed effetti speciali sul quale viene riprodotta – dalle suggestive scenografie di Lisa Lelli e Federica Luciani – l’atmosfera intima di uno studio di registrazione, con la sua finestra affacciata sul mondo che verrà raccontato durante lo spettacolo (il ledwall è animato dai video di Luca Cataldo con i contributi di Giacomo Citro e Francesco Cordio). Trenta repliche (più una pomeridiana domenica 14 aprile) nel giro di circa quattro mesi. Ché “la replica non è ripetizione, è approfondimento” come ricorda dal palco Peppe Servillo (uno dei tanti ospiti di questa avventura) e la necessità di arrivare in profondità di Daniele Silvestri è sempre stata piuttosto evidente, fino a diventare un vero e proprio manifesto nella traccia “Intro X” del suo ultimo disco (il decimo della sua carriera) in una eco di mari profondi che richiama Lucio Dalla, in cui canta “nessuno storico primato da rivendicare tutto nella media e senza iperboli / nessun anelito ad emergere da questo mare ma dov’è profondo puoi provare a immergerti“.
Solo che nella media c’è davvero poco quando si assiste a più di tre ore di concerto a sera. Il repertorio di Silvestri gli permette di confezionare uno spettacolo che racconta non solo trent’anni di carriera musicale ma trent’anni di storia di questo paese, e solo a questa distanza finalmente diventa chiaro il ruolo che più o meno consapevolmente Daniele Silvestri si è ritagliato, fino a poterlo dichiarare in maniera programmatica nel titolo di questo spettacolo: quello del cantastorie.
Uno sguardo attento il suo, critico, coraggioso, curioso che si posa sull’Italia, sulla sua storia, sulle sue storture, sugli uomini, sulle donne, sui rapporti, sui sentimenti, sugli amori, sulle incomprensioni. Esplora Silvestri, come ha sempre fatto anche musicalmente, accogliendo cambiamenti, inversioni di rotta, rovesciamenti di prospettiva, mostrandoci il mondo con i suoi occhi.
Sono perle di una bellezza rara le esibizioni musicali con gli ospiti: dal violino di Rodrigo D’Erasmo che accompagna in maniera magistrale le note di “Aria” al duetto indimenticabile con il fratello di sempre – Niccolò Fabi – su “Sornione”; dalla suggestiva versione de “L’autostrada” con il rappato di Rancore e la intensissima “Il fiume e la nebbia” con Fiorella Mannoia; dalla esilarante “GinoSka” con Lillo alla toccante versione di “4 marzo 1943” con Stefano Fresi. Ci sono momenti di vita privata che incrociano la musica: “Genova per noi” con lo zio putativo Tullio Solenghi, l’amico Edoardo Leo che ha sempre sognato di cantare “Sono io” e finalmente si toglie lo sfizio. Silvestri scava nel suo repertorio quasi fosse un cilindro dal quale tirar fuori il numero di magia perfetto per il momento, e tali resteranno – perfetti e indimenticabili – i momenti dei mash up con Max Gazzè (Sogno B e L’amore pensato), con Tosca (Sinnò me moro e Dos Gardenias), con Peppe Servillo (Abbassando le mani e Spengo la luce). Toccante il duetto con Carmen Consoli (Insieme e L’ultimo bacio), da brividi la versione che fa diventare una canzone sola “Il dado” e “Male di miele” in compagnia di Manuel Agnelli. Passa anche Paola Cortellesi dalla festa per i trent’anni di carriera di Daniele Silvestri, anche lei in mash up (Non mi chiedermi e Pochi giorni) prima di esibirsi nella ormai iconica “A bocca chiusa” che accompagna il finale del suo bellissimo film. Tra gli ospiti ancora Andrea Satta, Davide Shorty, Diego Bianchi, Marina Rei, Valerio Mastandrea, Mirkoeilcane, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Diego Mancino, Francesco Forni, Emanuela Fanelli, Eva Pevarello, Fulminacci, Franco 126, Wrongonyou.
Cantante, musicista eccelso, narratore e autore brillante e originale, Silvestri sta sul palco come pochi e per i suoi primi trent’anni di carriera si regala anche la conduzione di un podcast prodotto da Fandango. Il progetto, “Le cose che abbiamo in comune”, nato in diretta sul palco, ha visto Daniele condurre magistralmente un originale talk show, disponibile su YouTube e su tutte le piattaforme di streaming. All’interno di uno spazio conviviale (il palco che è uno studio ma anche un po’ una casa), con spirito di condivisione, la sua naturale curiosità, il cantautore è riuscito a offrire uno sguardo privilegiato dietro le quinte della vita artistica sua e dei suoi ospiti e uno sguardo poco banale sulla nostra storia recente. In questi trentuno concerti Daniele Silvestri ha davvero spalancato le porte del suo mondo, un’esperienza che sarà difficilmente replicabile.
In un mondo della musica sempre più fagocitato dai numeri, dalle posizioni in classifica, dalle gare, dai featuring a tutti i costi, quella che ci ha regalato Daniele Silvestri è una boccata di aria fresca, la dimostrazione che anche oggi c’è chi la musica la fa per il piacere di divertirsi, per il piacere di fare le cose insieme, vivendo la carriera come un destino bellissimo e inevitabile o come una fortuna da trattare con il rispetto che merita. Tutte cose che contano, anche se non si possono contare.
Adesso è tempo di mettersi in viaggio, “Il Cantastorie recidivo” lascia Roma per approdare in tutta Italia in estate, in una veste più intima. Le prime date annunciate sono: 26 maggio La Torraccia (RA), 2 giugno Scandiano (RE), 20 luglio Monforte D’Alba (CN), 24 luglio Bardonecchia (TO), 26 luglio San Miniato (PI), 1 agosto Guspini (SU), 2 agosto Alghero (SS), 4 agosto Sogliano Cavour (LE), 8 agosto Laghi di Monticchio (PZ), 9 agosto Massa d’Albe (AQ), 11 agosto Valsorda, Gualdo Tadino (PG), 16 agosto Pollina (PA), 31 agosto Bertinoro (FC).