Be Alternative Festival 2023 ha fatto bingo (anche) questa volta, senza se e senza ma. La location è rimasta quella degli ultimi due anni, un luogo suggestivo dove l’azzurro del cielo si lega indissolubilmente a quello delle acque del lago.
Dicevamo della location, la chiesetta di San Lorenzo in riva al lago Cecita, nel territorio di Camigliatello Silano, uno di quei luoghi che è impossibile non amare. La pace dei 363 giorni all’anno in cui è il suono dei campanacci delle vacche da pascolo a farla da padrone non viene minimamente intaccata dai due giorni di musica di Be Alternative Festival 2023.
Dicevamo della musica, in quest’edizione raddoppiata nei giorni, per dare modo di poter vivere due line up differenti, di qualità, in totale continuità con il contesto. Chi arriva al Sud, chi arriva al Be Alternative Festival non piange due volte (ricordate la citazione di Siani?, ndr), ma solo una: quando si spengono le lucine e termina il dj set.
Day 1: The Tangram, Coco Maria e Nu Genea.
Il sole è alto ed il pubblico è ancora seduto sul prato quando i Tangram salgono sul palco ma, come un irresistibile richiamo, bastano le prime note a risvegliare la voglia di ballare dei presenti. Al secondo brano, i corpi che coprono la collina del Be Alternative Festival si muovono all’unisono assecondando il groove sensuale e irriverente architettato maniacalmente dai nostri.
Per l’intero set, la Sila si immerge in un viaggio onirico in cui, nell’abbandonarsi al ritmo dei “frutti cosmici”, anche le increspature del lago diventano segnali sonori per un altro mondo
Coco Maria arriva dal Messico ma vive in Europa praticamente da sempre. Prima di fermarsi ad Amsterdam – città in cui risiede attualmente – è stata a Parigi, Berlino e nelle principali capitali del nostro continente.
Dal set offerto ai presenti, però, sembra sia sempre vissuta in Italia, sulle rive del Mediterraneo. In lei c’è molto della tradizione partenopea, delle sue commistioni e confusioni. E forse è questa sua profonda contaminazione umana che le permette di spaziare con naturalezza e credibilità, esplorando le sonorità della musica brasiliana, sudamericana e centroamericana senza dimenticare qualche incursione nell’Italia degli anni ’60-70.
Coco Maria si diverte sul palco e dipinge la colonna sonora della giornata, del suo sole e del pubblico che si agita in un vero e proprio rituale collettivo.
Quando le note di Vesuvio risuonano in riva al lago, non c’è più spazio libero sul prato del festival ed i 2500 presenti esplodono in un boato che cesserà solo a fine esibizione. Quello dei Nu Genea non è solo un live tecnicamente perfetto; è una festa che affonda le radici nella musica mediterranea e si dirama in esperienze fusion con una genuinità tale da conquistare un pubblico vasto quanto eterogeneo.
Ragazzini, adulti, famiglie… nessuno riesce a restare indifferente alla band di Lucio Aquilina e Massimo Di Lena ed al loro sound fresco, world, orgogliosamente partenopeo, sfacciatamente pop.
La Sila si trasforma nel Bar Mediterraneo e siamo tutti clienti, lo si capisce dal sorriso che non abbandonerà i nostri volti per tutto il live e per tutto il viaggio di ritorno.

Day 2: Emma Nolde, Dente e Baustelle
Lo specchio d’acqua dietro il palco, al pomeriggio, regala diamanti che finiscono per incastonarsi tra le note e le parole dei testi di Emma Nolde, una cantautrice che potrebbe cantarci anche la lista delle spesa e noi resteremmo comunque ad ascoltarla ammaliati. Il suo ultimo album, Dormi, è merce rara nel panorama delle uscite musicali degli ultimi anni, la delicatezza è roba di pochi e allora Madre Sila benedica Emma Nolde e la sua eleganza, la sua capacità di emozionare e di emozionarsi.
Lo sguardo sornione di Dente si intravede quando abbassa il capo e lascia spazio agli occhi nascosti da grandi occhiali neri. Tocca a lui salire sul palco:
“Benvenuti, anzi benvenuto a me in questo posto meraviglioso”.
La capacità di trasportare migliaia di spettatori nel suo Hotel Souvenir è indiscussa. Dente è ipnotico, anche con le sue mossette sul palco, anche se la sua forza restano le parole, la forza di catapultarti in più situazioni durante il suo live, tra ritmi più lenti e altri quasi danzerecci, come la sua Discoteca Solitudine. Poi ci sono i grandi classici e qualcuno si libera anche in un pianto sincero sul prato…
Tocca ai Baustelle, già avvistati dai presenti nella giornata di ieri a godersi il live dei Nu Genea. Un live diverso dal solito, etichettato più volte da Francesco Bianconi come country ruspante. Quello che spicca è la capacità della band di dare un vestito nuovo ai loro brani, recentissimi come quelli di Elvis oppure storici come quelli dei primi album, come se musica e contesto avessero deciso di unirsi in un matrimonio agreste. Mentre il sole piano scompare ed il lago passa dal regalare diamanti a regalare ambra, il concerto dei Baustelle si avvicina alla sua naturale conclusione, mentre tutti siamo pronti ad affittare quegli attimi di crepuscolo.
Charlie fa surf, Le rane, I provinciali, Gomma, La canzone del riformatorio e Love Affair: uno schiaffo emozionale, un tuffo nell’adolescenza, crampi allo stomaco, potremmo definire cose il finale di Be Alternative Festival 2023.

Prima che tutto si spenga, prima di aspettare il prossimo anno, il dj set di Fabio Nirta accompagna e addolcisce il finale. Un festival a portata di famiglia, che punta alla valorizzazione del territorio e delle attività produttive della zona, una realtà che cresce di anno in anno.
Quello che dicono gli autoctoni è chiaro: “A Sila va capita“. Quello che pensa la famiglia di Be Alternative Festival è ormai lapalissiano: “La Sila è la metafora dell’amore”.