La Terza Estate dell’Amore di Cosmo sarà ballabile, trascendentale e senza freni inibitori.
Il nuovo disco del cantautore, produttore e polistrumentista piemontese, infatti, è un inno alla musica dal vivo e all’estrema necessità di tornare a vivere pienamente, riappropriandoci dei nostri spazi (fisici e spirituali) e dei nostri momenti di puro godimento.Con La Terza estate dell’Amore, Marco Jacopo Bianchi vuole celebrare la libertà (corporea e mentale) che solo le prime due estati dell’amore, Woodstock e le serate rave anni ’80, sono state in grado di trasmettere:
La pandemia e i provvedimenti per contrastarla hanno fatto a pezzi quelli che erano gli ultimi rimasugli di vita sociale, riducendola ai suoi minimi storici.
Ormai è chiaro: stiamo camminando sulle rovine di un sistema di valori che ha fallito e che deve essere spazzato via: quello dell’individualismo, della competizione, della crescita illimitata e del conflitto.
Ingiustizie, disuguaglianze, repressione e disastro ecologico sono i frutti di quel sistema.
La terza estate dell’amore è il manifesto di qualcosa che ancora non ha un nome.
Un corpo pulsante e desiderante che spruzza il suo sudore sull’etica del lavoro.
Un corpo erotico sbattuto in faccia al gelo di morte del capitalismo e della burocrazia, un ballo sulla carcassa di una società incapace di godere e di organizzarsi per essere felice in una società che preferisce riempirsi di regole, leggi e divieti con lo scopo di individuare sempre un responsabile penale e parallelamente “mettersi in sicurezza”. Una società che mette il profitto davanti al coraggio e alla libertà e che ci vuole sempre più inoffensivi.
Un album celebrativo, pensato per essere ascoltato e ballato fino alle prime luci dell’alba.
Un progetto sperimentale, un viaggio attraverso il clubbing, l’elettronica, la forma canzone (riproposta in un formato meno tradizonale) e la world music. Un disco sovversivo, pieno di ribellione, una sberla in faccia alla società contemporanea e un omaggio ai moti rivoluzionari e culturali del passato.
Dall’ironica di Antipop, alle riflessioni de La Cattedrale, dalla goliardia di Puccy Bom alla spensieratezza di Io Ballo, passando per la giocosità di Mango (in cui figura la voce di uno dei figli del musicista, Carlo) e la dichiarazione di intenti di Dum Dum.
Fare musica sembra essere diventato un tabù o un crimine contro natura, come canta Cosmo nel primo singolo estratto dall’LP La musica illegale:
Sì, ma occhio alle pantere
Tanta festa che il lavoro invece fa ammalare (Eh eh)
Chi si incazza per la musica là fuori
Poi si spara tutti i giorni il rombo dei motoriLa musica è illegale
La musica è illegale
Suonare è quasi un gesto da criminale
Ancora una volta, Cosmo ribalta le convenzioni sociali. Lo fa con un disco provocatorio, con lo scopo di annichilire quel desiderio maniacale di produttività che ad oggi definisce “la grande macchina”, ergo, la nostra società. Bisogna tornare a respirare, godersi il presente, lasciarsi ispirare e ripartire al momento giusto.
Stamane l’artista ha colto l’occasione per ringraziare chi stesse ascoltando il suo nuovo album, dichiarando:
Sentire che anche altri avessero BISOGNO di quello che ho messo nel disco, esattamente come me, non vuol dire che io mi senta D-o, anzi. Piuttosto, è la dimostrazione che noi siamo immersi in qualcosa di simile. C’è qualcosa nell’aria, non so come dire. Forse dovremmo solo un attimo approfondire ed uscire da certi automatismi.
La musica riparta ufficialmente da Cosmo. Che La Terza Estate dell’Amore abbia inizio.
E sventolano bandiere
Sulle macerie
Di quest’epoca stupida
E io ci godo un po’