Una playlist dedicata ai nostri amici pelosetti, perché ci insegnano a stare al mondo senza pretese
Gli animali ci insegnano a stare al mondo.
Non hanno bisogno di parole, di discorsi complicati o di progetti a lungo termine. Ci guardano e basta ed hanno nello sguardo quella cosa che somiglia alla gratitudine. Nei loro occhi c’è tutta la semplicità di un amore che non pretende nulla se non la nostra presenza e ci insegnano, giorno dopo giorno, a dare meno importanza alle agende ed ai telefoni che squillano – perché a volte basta solo un po’ d’amore.
Un animale non ti chiede cosa farai tra cinque anni, non dà peso al tuo essere afflitto dalla depressione generazionale. Non vuole sapere se hai raggiunto i tuoi obiettivi o meno – ti aspetta già da quando magari sei soltanto ancora giù alle scale e quando apri la porta è una festa perché sei lì, e questo a loro basta.
Ed è proprio per questo che li celebriamo, tessendo le loro lodi – perché la musica, come gli animali, ha la capacità di dirci cose senza dirle davvero. Non servono interpretazioni, ti entrano dentro e basta.
Gli artisti, da sempre, hanno chiamato in causa cani, gatti, cavalli, uccelli e chi più ne ha più ne metta. Non solo perché fanno parte del nostro immaginario quotidiano, ma perché oltre ad essere creature incredibili sono cariche di simbolismo. Sono porte aperte verso altre dimensioni della nostra sensibilità – ogni animale in musica diventa un alter ego, una metafora.
Ecco quindi una serie di brani che raccontano di noi e di tutto l’amore intarsiato nel nostro e nel loro DNA.
Bill Withers – Lovely Day
Mai fidarsi di chi dice di non aver pianto guardando Pets – Vita da animali.
Lovely Day ne è colonna sonora – il film racconta le giornate segrete dei nostri compagni quando noi non ci siamo (in modo metaforico, essendo un film di animazione). È un film che ti fa sorridere e ti commuove e quando finisce ti lascia addosso un senso di bellezza semplice, quasi infantile. Nella scena finale, tutti i padroni tornano a casa dai loro animali (tutti incredibilmente uguali!) e sono palpabili la bellezza e la leggerezza del tornare a casa e scaricare tutto lo stress del mondo, con una semplice carezza.
Non serve niente di straordinario – basta la loro presenza a trasformare un giorno qualunque in un “lovely day”.
The Beatles – Martha My Dear
Una cagnolina Bobtail che si chiamava Martha. Sebbene tutti pensassero fosse dedicata ad una donna, Paul McCartney ammise di aver dedicato queste note alla sua cagnolina, con la stessa tenerezza con cui si parla ad un amore grande. È una canzone che suona come la cucina la domenica con le zampette che fanno rumore sul pvaimento perché qualcosa di buono bolle in pentola. Suona come quella presenza che ti fa sentire meno solo.
Calcutta – Cane
Questo brano è una ferita aperta (e probabilmente nessuno di noi lo ha mai superato).
Calcutta racconta di quel dolore lancinante che lascia un cane quando non c’è più. Una canzone che dilania perché l’amore animale è fatto di compagnia quotidiana, risiede nei gesti minimi e quando finisce resta un sordo ed incolmabile vuoto.
Yusuf / Cat Stevens – I Love My Dog
Un brano che non ha il peso delle metafore, non vuole travestire l’animale in simbolo.
È una canzone che dice le cose come stanno: “amo il mio cane”. Punto. Semplice, diretto, come la coda che scodinzola quando apri la porta di casa. Un piccolo promemoria che ci ricorda come a volte la felicità stia tutta in una ciotola d’acqua portatile ed in un paio di occhi che ti seguono ovunque.
Non c’è bisogno di poesia – basta la realtà, perché nel rapporto con un animale la poesia c’è già.
Felini – Venerus e Marco Castello
Una ballata minimale e poetica che dà voce ad un gatto randagio e racconta la vita di strada con delicatezza ed ironia. Qui il pelosetto diventa metafora, dipingendo la poesia di un momento impersonificandolo e creando un legame unico ed empatico.