Da venerdì 16 maggio è disponibile Diario di scavo, il nuovo lavoro discografico di Livrea che, con questo progetto, sceglie di mettersi a nudo, unendo ricerca sonora e intimità poetica.
Dopo aver pubblicato “A Ludovica” e “Falli fuori”, rispettivamente a marzo e ad aprile di quest’anno, Diario di scavo si presenta come una metafora di un lavoro lento, profondo, fatto di pazienza, silenzi e intuizioni e in questo senso è stato fondamentale il contributo del produttore Duck Chagall, che affianca Livrea nella costruzione di un universo sonoro vivo, viscerale e pieno di suggestioni.
Diario di scavo: l’arte di cercare nel profondo
L’EP è formato da otto tracce che si presentano come pagine emerse da un lungo viaggio interiore, che non poteva che trovare spazio nella musica. Ogni brano è un frammento che, unito agli altri, compone un mosaico narrativo coerente ma aperto all’interpretazione di chi ascolta.
Dopo le esperienze precedenti che avevano portato l’artista verso una produzione sonora levigata e raffinata, Diario di scavo è un cambio di rotta: Livrea sceglie l’imperfezione, l’errore. Lontano da artifici digitali, il disco nasce da un processo artigianale, in cui suoni, parole e atmosfere vengono cercati, portati alla luce e lasciati vibrare nella loro forma più autentica.
Il sound è un incontro di mondi: nu soul, richiami jazz, echi psichedelici, influenze urban e sperimentazione. Un insieme di elementi che, seppur apparentemente lontani, sono uniti da una visione chiara e coerente, che punta all’essenza più che alla forma.
Diario di scavo: il track by track
“Entro” è una dichiarazione d’intenti, la chiave di lettura dell’intero disco. Una riflessione sull’arte come ricerca profonda, che invita l’ascoltatore ad andare oltre la superficie.
“Come cani” racconta le dinamiche umane feroci e vulnerabili, in bilico tra fame emotiva e autodeterminazione. “I muri delle case”, invece, si serve di immagini intime e malinconiche per raccontare vite spezzate, vicoli dimenticati e incontri che segnano.
“Falli fuori” è un inno al rifiuto delle etichette e alla ribellione contro chi riduce l’identità a uno stereotipo, mentre “Gazza ladra” è un brano che gioca col simbolismo, presentando delle sonorità quasi ambigue. “A Ludovica” è un inno alla vicinanza tra anime affini, anche nei momenti più difficili.
“Mistiche vibre“, omaggio al capolavoro di Neffa, esplora l’alchimia invisibile tra due persone. “Calle” è la chiusura perfetta di questo progetto, una canzone intima e sensoriale, dove il desiderio si fa liquido.
Con Diario di scavo, Livrea presenta all’ascoltatore un’opera autentica, capace di parlare al cuore e alla mente. È un album che non si esaurisce al primo ascolto: è accessibile, ma complesso. Parla subito, ma resta e si trasforma. È un disco che non si limita a raccontare, ma che invita a partecipare e a sentire ogni cosa.










