Ieri sera all’Unipol Forum di Assago, Night Skinny ha messo nero su beat il suo Ultimatum a Milano, un evento che non è stato solo un concerto. Il producer, che da vent’anni scrive la storia dell’hip hop italiano, ha radunato sul palco una vera e propria armata di fuoriclasse. Dai veterani ai rookie, dalle leggende dell’underground ai protagonisti della nuova wave, ogni nome sul palco ha risposto alla chiamata. E quando pensavamo che la lineup fosse già insuperabile, ecco l’annuncio degli ultimi due: Noyz Narcos e Luchè.
Noyz, con il suo rap crudo e viscerale, ha riportato sul palco l’estetica più cupa dell’hardcore, mentre Luchè ha preannunciato l’uscita del suo nuovo singolo “Autostima”, regalando un pezzo del nuovo brano.
Ma il colpo di scena è stato l’arrivo a sorpresa di Lazza, che essendo in tour europeo, non era previsto nel cast della serata. Ma quando un amico chiama non si può non essere presenti. Ha cantato “Trema” con Tedua.
Un producer, una visione, un evento
Night Skinny, reduce dal successo del suo ultimo album “Containers“, ha messo in scena una vera retrospettiva del suo percorso. Dai suoni abrasivi di “Pezzi“, passando per le architetture di “Mattoni” fino all’instant classic “Botox“, ogni beat ha avuto il suo momento sotto i riflettori.
Sul palco, insieme a lui, sono saliti in tantissimi: Tedua, Paky, Rkomi, Ketama126, Franco126, Ernia, Bresh, Tony Boy, Artie 5ive, Kid Yugi, Papa V, Astro, Low-Red, Nerissima Serpe, Capo Plaza… e a sorpresa anche Ghali.
Lo show è iniziato con “Intro” e subito dopo “CNTNRS”, title track dell’ultimo album “Containers“, entrambi eseguiti con un impatto visivo e sonoro che richiama più un film distopico che un concerto. L’atmosfera si scalda con “Gotham”, dove la città diventa metafora di una giungla urbana, e poi “Entro nel posto” con Paky.
Milano come metafora urbana
Un’altra “Intro” (quella di “Scala di Milano”) annuncia la seconda parte dello show: un viaggio nella città simbolo del cambiamento del rap italiano. “Scala di Milano” e “Trema” arrivano con Tedua, che in “Michael J. Fox” si prende il palco con il carisma di chi sa di avere le barre giuste.
La scaletta di Ultimatum a Milano è scivolata via come un documentario sulla carriera di Night Skinny: un flusso continuo di beat iconici e featuring indimenticabili.
Da “CNTNRS” a “Pezzi”, passando per “Mattoni”, “Fare Chiasso” e “Sissignore”, i brani più rappresentativi del suo universo si sono susseguiti sul palco con un ritmo naturale, quasi cinematografico. Ogni traccia ha portato con sé il suo interprete, creando un passaggio di testimone tra generazioni, stili e storie. È stata una celebrazione, sì, ma non solo della città di Milano, che da sfondo urbano si è trasformata in protagonista, bensì della musica stessa, e del rap italiano come linguaggio collettivo, in continua trasformazione.
Grande assente fisicamente Fabri Fibra, ma presente con la sua voce e il suo volto nei visual proiettati sul maxischermo, come a dire: il rap è una famiglia, anche quando qualcuno non c’è. Al centro, letteralmente sopra tutti, Night Skinny: sulla sua consolle sopraelevata, come un direttore d’orchestra urbano che guida il suono e la visione di un’intera scena.
“PLAYERS CLUB ‘25”
A sorpresa, durante Ultimatum a Milano, è stato lanciato un inedito che nessuno si aspettava: il nuovo brano “Players Club ’25”. A salire sul palco è stata una posse di giovani promesse pronte a prendersi il futuro a colpi di barre: Glocky, RRARI DAL TACCO, Promessa, Latrelle, Ele A, Sayf, Melons e Faneto. Otto nomi nuovi per il grande pubblico, ma con una fame e un’attitudine che si sono fatte sentire forte e chiaro nel beat e nelle rime. Il pezzo, ancora inedito al momento dell’esibizione, ha messo in luce flow diversi, stili personali e una grinta che non passa inosservata. Sono artisti ancora all’inizio del loro percorso, ma determinati a far sentire la loro voce e a ritagliarsi un posto nel panorama urban italiano.
Ultimatum a Milano non è stato solo un concerto, ma un momento irripetibile in cui il rap italiano ha smesso di essere frammentato per diventare “coro”, in cui veterani e nuove leve si sono trovati sullo stesso palco, uniti dal linguaggio universale del beat. Night Skinny ha costruito un evento che è andato oltre la musica: è stato rito, celebrazione, dichiarazione d’amore per una cultura che oggi più che mai ha bisogno di essere raccontata con autenticità. E Night Skinny, da regista silenzioso, ha dimostrato ancora una volta di essere un collante invisibile per la scena.