Sarebbe impossibile descrivere i Delicatoni meglio di quanto riesca a fare il loro nome. Si potrebbe pensare che con Delicatronic il tentativo della band veneta sia quello di indurirsi su ritmi più secchi: niente di più sbagliato.
Il processo è proprio il contrario, rendere delicata la musica elettronica. Delicatonizzare l’elettronica, dopo aver impastato il jazz per renderlo morbido dentro e croccante fuori.
Quasi come un ingrediente neutro che si sposa bene con tutto, possiamo immaginare i Delicatoni come un ingrediente base che si somma bene ad altre ricette musicali ma è buonissimo anche da solo (un po’ come il tequila o il pecorino).
E così si può immaginare che sommando i Delicatoni al Brasile, si scorga Vinicious de Moraes (soprattutto nei vecchi pezzi “Basilico” e “Domenica Berici”), sommando i Delicatoni alla Red Bull si vedano accenni di Tamango e Pop X, ma soprattutto sommando l’anima jazz dei Delicatoni all’elettronica si arrivi a Delicatronic, con l’ombra di Cosmo e dei Gorillaz sullo sfondo.
Delicatronic suona bene
Jazz ed elettronica non sempre si amalgamano bene: abbiamo numerosi esempi di mescoloni fatti male in una frettolosa ricerca di un sound unico. I Delicatoni sembrano invece sviluppare ogni loro suono in modo naturale, armonioso: tutta la loro produzione sembra logica e ovvia una volta ascoltata. Rendere semplici cose difficili: dicono che i geni facciano questa roba qui.
Dei due singoli “La stessa cosa insieme” e “Passo dopo passo” abbiamo già parlato ampiamente, ma in Delicatronic troviamo molti altri pezzi interessanti.