Da Zayn a Beyoncé: 5 artisti che hanno lasciato la band per la carriera da solisti

da | Nov 13, 2024 | News

Far parte di una band è un po’ come entrare a far parte di una famiglia acquisita: inevitabilmente implica frizioni, rancori e antipatie, che nella maggioranza dei casi rimangono celati a chi guarda dall’esterno, che rimane attonito nello scoprire una volta per tutte che non è tutto oro quel che luccica. Ecco 5 casi di “Jack Frusciante” usciti dal proprio gruppo.

L’abbandono a volte è parte del percorso, e i “Jack Frusciante” della storia sono molti, ancor più di quanti ci si possa immaginare. Non sempre i partecipanti di una band riescono a mantenere un clima sano per il bene del gruppo; anzi, sono decisamente di più i casi in cui lo scontro perpetuo porta ad uno scioglimento o all’uscita di uno dei componenti. Ad alcuni diventare solisti porta fortuna – si veda il caso più esemplificativo tra tutti: quello di Michael Jackson dopo la separazione dai Jackson Five -, ma per tanti altri è un salto nel vuoto più totale.

Certo, può capitare che ci siano grandi ritorni, ma questa, nella maggior parte dei casi, è un’illusione piuttosto ottimista: qualcuno ne parla, alcuni dei membri rilasciano interviste in cui fantasticano su ipotetiche reunion, ma raramente l’immaginazione si fa effettivamente concreta. Far parte di una band è un po’ come entrare a far parte di una famiglia acquisita: inevitabilmente implica frizioni, rancori e antipatie, che nella maggioranza dei casi rimangono celati a chi guarda dall’esterno, che rimane attonito nello scoprire una volta per tutte che non è tutto oro quel che luccica. 

Ecco 5 esempi di solisti che si sono distaccati dalle band che li hanno resi famosi.

Zayn

Era il 25 marzo 2015 quando con una lettera pubblicata sui social il management dei One Direction annunciava l’uscita di Zayn Malik dal gruppo. Chi ha vissuto l’adolescenza nei primi anni Dieci lo ricorda come se fosse ieri: orde di fan in lacrime per l’inizio di quella che – seppur millantata come pausa – sarebbe stata la fine definitiva del gruppo. 

Dopo un successo planetario scoppiato decisamente troppo presto, ad appena 17 anni, e dopo l’unione coatta con 4 sconosciuti con cui passare volente o nolente il resto della propria gioventù, Zayn ha (giustamente, diremmo, col senno di poi) deciso di prendersi una pausa dalle opprimenti luci della ribalta. Nonostante i mesi successivi alla separazione, contraddistinti da commenti rancorosi da parte delle directioners, che lo ritenevano reo di un crimine contro l’umanità, Malik – dapprima con il singolo “Pillowtalk” e poi con varie collaborazioni, tra cui “From Dusk Till Dawn” feat. Sia – è riuscito a riprendersi un suo spazio nel mondo discografico, sia pur marginale rispetto a quello da record occupato per cinque anni con gli ex colleghi Harry, Niall, Liam e Louis.

Noel Gallagher

Se si parla di frizioni e litigi tra componenti di una stessa band, il rimando va inevitabilmente e naturalmente ai fratelli Gallagher e agli Oasis. Protagonisti di messaggi d’odio, insulti mai abbastanza velati e critiche l’uno all’altro da quando ancora cantavano insieme, i due si sciolsero ufficialmente il 29 agosto 2009, nel ben mezzo di un tour mondiale per il quale erano previste altre tre date. “È con un po’ di tristezza e grande sollievo che vi dico che questa notte lascio gli Oasis. La gente scriverà e dirà quello che vorrà, ma semplicemente non riuscirei a lavorare con Liam un giorno di più”, aveva scritto Noel in un messaggio epigrafico dopo l’ennesima delle risse col fratello.

Liam e Noel Gallagher ora sembrerebbero aver trovato una quadra al loro rapporto travagliato, suggellata dall’imminente tour annunciato per il 2025. Tuttavia, il fatto che gli organizzatori avrebbero promesso di pagarli solo a tournée terminata la dice lunga sull’attuale andazzo della loro relazione.

Lou Reed

Era la primavera del 1970, e mai come allora i rivoluzionari Velvet Underground erano in preda ai malumori. Se le frizioni interne della band erano cosa ben nota da tempo, il nuovo manager ed il nuovo produttore del gruppo contribuirono ad aumentare il clima di insofferenza collettiva. Il più esasperato, in quel momento era il leader Lou Reed, che infastidito dal calo di successo della band e dai cambiamenti apportati ai suoi brani decise di lasciare a metà la registrazione dell’album “Loaded”.

L’abbandono definitivo avverrà il 23 agosto 1970, dopo l’ultima storica esibizione al Max’s di New York. I primi mesi da solista furono piuttosto difficili per Reed, che pubblicò un primo lp da subito smontato dalla critica, che lo definì un insuccesso commerciale. La svolta arrivò ad appena due anni da quell’abbandono, grazie alla collaborazione del suo amico David Bowie, che assieme a lui produsse Transformer, considerato l’album meglio riuscito del cantautore di New York.

Beyoncé 

Il suo nome ormai parla da sé, ed in pochi ricordano che la scalata verso il successo di Beyoncé ha origini collettive. Appena sedicenne, nel 1997, grazie all’appoggio del padre e alla collaborazione, tra le altre, della cugina Kelly Rowland, Beyoncé fonda il gruppo r&b femminile delle Destiny’s Child. Numerosi saranno i cambi di formazione e altrettante le liti interne, che porteranno le tre componenti (Michelle Williams e le due sopracitate) a cercare il successo altrove quasi simultaneamente, con nuovi progetti solisti. 

Beyoncé tenta la fortuna (e la trova sin da subito) nella collaborazione con il rapper – nonché futuro marito – Jay-Z, col quale duetta nel singolo “‘03 Bonnie & Clyde” . Le Destiny’s Child si scioglieranno ufficialmente solo qualche anno dopo, nel 2006, quando il fenomeno Beyoncé era già pienamente in atto.

Justin Timberlake

Justin Timberlake aveva solo 16 anni quando raggiunse il successo planetario con gli NSYNC, ma è evidente che tournée mondiali, stadi sold out e milioni di fan in visibilio non siano bastati a tenere in piedi la band, che si è sciolta nel 2002, dopo poco più di 5 anni insieme. La separazione da Lance Bass, JC Chasez, Joey Fatone e Chris Kirkpatrick non ha colto alla sprovvista Timberlake, che con l’album d’esordio “Justified”, contenente hit come “Cry Me a River” e “Rock Your Body”, ha scalato le classifiche di Irlanda e Regno Unito sin da subito. Dopo la vittoria di 10 Grammy, 2 Brit e 2 Emmy, si può dire che il futuro sia stato altrettanto generoso con Timberlake, che ha proseguito per i due decenni successivi la sua carriera di attore e cantante a gonfie vele. 

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