Dopo aver dato il via al suo progetto solista lo scorso settembre Asp126 è tornato con Ovvio, un singolo che si sorprende per stile e per scelte sonore. Già con il precedente brano, “Divisi” – realizzato in collaborazione con Franco126 – l’artista romano aveva mostrato segnali di rinnovamento, virando verso una nuova direzione e un’identità musicale più personale rispetto a pezzi prodotti insieme ad altri membri della Lovegang126 – vedi “Classico” o “Ballantine’s”.
Abituati a un Asp126 più crudo e diretto, quasi grezzo nella sua autenticità, il pubblico potrebbe sorprendersi davanti a lavori così diversi, ma il cambio di rotta è un rischio che l’artista ha deciso di correre e dobbiamo dire che non dispiace affatto.
Che il nuovo brano di Asp126 potesse piacerci era Ovvio
Lo scorso singolo, dunque, serviva a preparare il terreno per il nuovo brano, quasi per far abituare l’ascoltatore al “nuovo” Asp.
Ovvio ci porta indietro nel tempo con una freschezza moderna. Un pezzo leggero nella melodia e nostalgico nell’atmosfera, soprattutto grazie al ritornello dal forte sapore anni ’80. Il mix tra le batterie energiche e i synth dona al pezzo vivacità e invita l’ascoltatore a lasciarsi trasportare dal ritmo. Un sound, quindi, che mostra la versatilità di Asp126, che riesce a muoversi anche su sonorità differenti da quelle a cui ci aveva abituato.
Ad arricchire il brano ci pensa il testo dall’approccio ironico e pungente, costellato da controsensi e ovvietà. Asp126 mette in discussione convenzioni e luoghi comuni, giocando su paradossi e contraddizioni.
Ovvio che in amore vinca chi fugge
Che la giustizia non è uguale alla legge
Che le mie poesie riposte nell’armadio
Per quasi tutti gli altri sono solo cartacce
Ovvio, ovvio, ovvio
Che vi odio, odio, odio
Con quel sorriso, pulito che è un imbroglio
Ed è altrettanto ovvio che mi odio
Perché sorrido poco e se lo faccio mi odio il doppio
I continui rimandi tra parti cantate e parti rappate creano dinamicità e costruiscono tensione nel brano, quasi come se l’artista volesse sfidare l’ascoltatore a cogliere il cinismo dei versi che si nasconde dietro la melodia leggera. Ovvio, inoltre, cela una sorta di critica verso le relazioni, la società attuale e anche verso se stessi.
Con Ovvio Asp126 dimostra di saper giocare con sonorità diverse, rielaborandole e donando loro nuovo significato. Un’ottima ripartenza per il guascone romano che non abbandona il linguaggio schietto e lo spirito ironico con cui si è fatto conoscere finora.