Asp126 torna con un sound tutt’altro che “Ovvio”

da | Ott 29, 2024 | Recensioni singoli

Tra cinismo, ironia e luoghi comuni, Asp126 ci presenta "Ovvio", un brano vivace ma dal sapore nostalgico.

Dopo aver dato il via al suo progetto solista lo scorso settembre Asp126 è tornato con Ovvio, un singolo che si sorprende per stile e per scelte sonore. Già con il precedente brano, “Divisi” – realizzato in collaborazione con Franco126 – l’artista romano aveva mostrato segnali di rinnovamento, virando verso una nuova direzione e un’identità musicale più personale rispetto a pezzi prodotti insieme ad altri membri della Lovegang126 – vedi “Classico” o “Ballantine’s”.

Abituati a un Asp126 più crudo e diretto, quasi grezzo nella sua autenticità, il pubblico potrebbe sorprendersi davanti a lavori così diversi, ma il cambio di rotta è un rischio che l’artista ha deciso di correre e dobbiamo dire che non dispiace affatto.

Che il nuovo brano di Asp126 potesse piacerci era Ovvio

Lo scorso singolo, dunque, serviva a preparare il terreno per il nuovo brano, quasi per far abituare l’ascoltatore al “nuovo” Asp.

Ovvio ci porta indietro nel tempo con una freschezza moderna. Un pezzo leggero nella melodia e nostalgico nell’atmosfera, soprattutto grazie al ritornello dal forte sapore anni ’80. Il mix tra le batterie energiche e i synth dona al pezzo vivacità e invita l’ascoltatore a lasciarsi trasportare dal ritmo. Un sound, quindi, che mostra la versatilità di Asp126, che riesce a muoversi anche su sonorità differenti da quelle a cui ci aveva abituato.

Ad arricchire il brano ci pensa il testo dall’approccio ironico e pungente, costellato da controsensi e ovvietà. Asp126 mette in discussione convenzioni e luoghi comuni, giocando su paradossi e contraddizioni.

Ovvio che in amore vinca chi fugge

Che la giustizia non è uguale alla legge

Che le mie poesie riposte nell’armadio

Per quasi tutti gli altri sono solo cartacce

Ovvio, ovvio, ovvio

Che vi odio, odio, odio

Con quel sorriso, pulito che è un imbroglio

Ed è altrettanto ovvio che mi odio

Perché sorrido poco e se lo faccio mi odio il doppio

I continui rimandi tra parti cantate e parti rappate creano dinamicità e costruiscono tensione nel brano, quasi come se l’artista volesse sfidare l’ascoltatore a cogliere il cinismo dei versi che si nasconde dietro la melodia leggera. Ovvio, inoltre, cela una sorta di critica verso le relazioni, la società attuale e anche verso se stessi.

Con Ovvio Asp126 dimostra di saper giocare con sonorità diverse, rielaborandole e donando loro nuovo significato. Un’ottima ripartenza per il guascone romano che non abbandona il linguaggio schietto e lo spirito ironico con cui si è fatto conoscere finora.

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