Savana Funk feat. Willie Peyote, “Wa Zina” è un grido di libertà per le donne in Iran

da | Ott 4, 2024 | In Evidenza, Recensioni singoli

Un brano impegnato e di denuncia sociale, dove la musica diventa riparo "dal fango del regime" e da qualsiasi forma oppressione.

Nato durante una jam session di riscaldamento, Wa Zina è il risultato della prima collaborazione tra i Savana Funk e Willie Peyote. Si tratta di un pezzo incredibilmente potente, ma allo stesso tempo delicato: fa riferimento alla questione femminile in Iran. Il pezzo nasce un anno e mezzo fa, ma il tema trattato è ancora drammaticamente attuale.

Le tipiche rime taglienti del rapper/cantautore torinese si trovano in perfetta armonia con il sound dei Savana Funk, che combina funk, blues, jazz e musica africana. Il brano è una diretta ed esplicita denuncia sociale, un grido di libertà contro ogni forma di oppressione, un riparo “dal fango del regime e dal nulla che incombe“. 

ci hanno tolto tutto e ancora e quel che è peggio

ci costringono a sperare nel silenzio

cos’ha di morale la polizia?

un’altra scomparsa, un’altra bugia

coperte da un velo di ipocrisia

Le parole dure e dirette di Willie Peyote cercano di colpire la repressione violenta delle autorità iraniane sulle donne che sfidano l’obbligo del velo. La situazione è degradante: le donne che tentano di rivendicare il proprio diritto fondamentale alla libertà di espressione, oltre ad essere aggredite con estrema violenza sia fisicamente che psicologicamente, vengono sospese o espulse dalle università e viene loro negato l’accesso a servizi pubblici.

Come raccontano gli artisti, Wa Zina nasce in modo naturale. Dopo un dialogo sulla condizione della donna in Iran, musica e parole escono in modo fluido e veloce, quasi automaticamente. La spontaneità della genesi del brano va a sottolineare una sorta di necessità di esporre temi di vitale importanza quali i diritti umani, la dignità, la libertà di espressione, religione e culto.

I Savana Funk e Willie Peyote con Wa Zina danno una voce a chi non ce l’ha

Willie Peyote scrive un testo fortemente d’impatto e commovente, che sembra parlare in modo diretto ad una donna, simbolo di tutte le altre. Sono parole che cercano di essere in qualche modo di conforto. Utilizzando un noi per esprimere i concetti, si sottolinea l’identificazione con i soggetti oppressi e il completo sostegno alla causa. Le parole riescono a penetrare nel cuore del problema senza girarci attorno: si tratta di una chiara, forte e diretta denuncia sociale.

Un brano come questo ci invita a non rimanere mai in silenzio davanti a qualsiasi caso in cui libertà viene negata. È necessario esprimersi contro ogni forma di abuso, e spesso la musica e l’arte in generale possono diventare strumenti importanti contro gli oppressori. Nella lotta contro il regime, la violenza, l’odio, l’abuso di potere delle autorità, e tutte le azioni che vanno a ledere diritti fondamentali dell’essere umano, è fondamentale far sentire la propria voce e soprattutto quella di chi non può parlare.

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