“Bloody Mary” di Willie Peyote, PUGNI e Fudasca tra leggerezza e (auto)citazioni

da | Lug 5, 2024 | In Evidenza, Recensioni singoli

Bloody Mary di Willie Peyote, PUGNI e Fudasca è il racconto di una serata, tra citazioni e sottile ironia.

Uscito a mezzanotte di venerdì 5 luglio, Bloody Mary di Willie Peyote feat. PUGNI e prodotto da Fudasca è l’anti-hit estiva di cui avevamo bisogno.

Dalla copertina del singolo, citazione a “Weekend con il morto”, capiamo già che si tratta di un pezzo leggero, perfetto da ascoltare pre-serata, oppure in hangover.

Fammi un altro bloody mary così il terzo vale un pranzo
Mi annullerò i pensieri con un giro dopo l’altro
Ma che fine hai fatto ieri? Sei tornato a casa scalzo
A una certa ci siam persi; io mi sto ancora cercando

Il ritornello, cantato da PUGNI – all’anagrafe Lorenzo Pagni – è talmente orecchiabile che non ci stupiremmo se passasse in radio. Basta ascoltarlo una volta sola e rimarrà in testa per il resto della giornata. Non solo per le sonorità leggere e originali, ma anche per il tema trattato, che sicuramente aiuta: l’alcol è tra quelle poche cose che riesce a mettere d’accordo quasi tutti.

Questo brano è il racconto di una serata, ed è probabile che ascoltandolo ci capiterà di sperimentare dei deja-vu: sia perchè il testo ci ricorderà una di quelle sere in cui abbiamo fatto davvero schifo (sarà capitato a tutti almeno una volta), sia perchè non mancano auto-citazioni del nostro caro Guglielmo.

“Ho in testa te da che ho aperto gli occhi” riprende infatti “Piani”, brano contenuto nell’ultimo album “Sulla riva del fiume” del cantautore torinese. Non a caso, Guglielmo ha dichiarato che “Senza PUGNI non avrei potuto scrivere Piani”. I due infatti collaborano già da qualche tempo, e chi ha assistito a qualche live di Willie Peyote, si sarà accorto che PUGNI fa parte della band del rapper sabaudo.

Willie Peyote con Bloody Mary dimostra ancora una volta di essere un artista versatile e mai banale

La cosa che ci piace di Willie Peyote è che non riusciremo mai ad incasellarlo in un genere ben preciso: c’è chi dice rap, c’è chi dice indie, ma a noi non importa. Anzi, forse è proprio questo il suo punto di forza: riesce a fare qualsiasi cosa e lo fa bene. Canzoni d’amore, politicamente impegnate, sulla salute mentale, di denuncia sociale, e adesso anche una pseudo hit estiva. (Pseudo perché sì, è un pezzo che funzionerebbe sicuramente, ma non ce la sentiamo di associare Ludwig van Peyote ad una hit estiva). Insomma, Willie Peyote è un artista a 360 gradi e ad ogni pezzo ce lo dimostra bene.

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