Dopo mesi di assenza dalle scene e un lungo periodo trascorso negli studi di registrazione negli Stati Uniti, Achille Lauro è tornato con Banda Kawasaki. Il suo ultimo lavoro segna un ritorno alle origini, con sonorità che evocano i suoi brani più iconici.
A mezzanotte è uscito il suo nuovo brano intitolato Banda Kawasaki che vede la presenza di due amici di vecchia data, Salmo e Gemitaiz. La produzione è di Danien, Gow Tribe e Sixpm, distribuito da Warner Music.
Il singolo è stato registrato all’interno della comunità gestita da Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano, che offre accoglienza a ragazzi con storie difficili e procedimenti legali o civili in corso. Lauro ha deciso di “donare” la base del suo brano a cinque giovani della Kairos Music, l’etichetta musicale della comunità, che vi aggiungeranno un loro testo rap, remixando la canzone dei tre artisti. Con l’aiuto dello staff di Lauro, avranno anche l’opportunità di realizzare un video di lancio. L’artista romano da molto tempo sostiene i ragazzi di don Burgio, che opera con il motto “non esistono ragazzi cattivi“. Tuttavia, questa è la prima volta che la sua attività professionale si svolge all’interno della comunità. Nel filmato infatti uno di loro legge un biglietto con un messaggio preciso:
“Per Kayros. I miei fratelli di Kayros, i miei ragazzi madre, la mia banda kawasaki. La moda viene da noi, la moda nasce dalla strada, per sempre”.
Ieri su Instagram, Lauro ha scritto:
“Cari Giornalisti,
stare mesi lontano dall’Italia mi ha cambiato. Mi sento all’inizio di una nuova era, stiamo scrivendo un nuovo capitolo, la mia visione ora è chiara come mai prima d’oggi. Ecco a voi la sfilata dei ragazzi della comunità Kayros che ho diretto per l’uscita del mio nuovo video:“Banda Kawasaki” insieme a Salmo e Gemitaiz
Fuori Domani.
Ho tanto da dire, tante cose che non ho mai detto. E solo l’inizio di una rivolta.”
“LA MODA NASCE DALLA STRADA”
Achille Lauro continua a stupire con la sua abilità di mescolare stili musicali e influenze culturali. La canzone si apre con un ritornello ritmico, “Pe-re-pe, pe-re-pe, pe-re-pe-re-pe-re-pe, pe-re-pe,” che funge da colonna sonora per le strade, evocando l’immagine di motociclette Kawasaki che rombano tra le vie della città. Questa ripetizione, apparentemente semplice, diventa un elemento ipnotico che cattura l’attenzione e rimane impresso nella mente dell’ascoltatore. Si introduce la traccia in modo quasi giocoso, preparando il terreno per la complessità testuale che segue.
Lauro dipinge un quadro vivido della sua vita, intrecciando immagini di lusso e riferimenti di cultura. L’inizio stabilisce subito un contrasto tra l’apparenza di una vita perfetta e la realtà più complessa che emerge nei versi successivi. La riluttanza a parlare troppo, preferendo invece lasciar parlare le azioni o il destino. Continua a giocare con immagini contrastanti: la felicità che trova nel suo stile di vita supera quella che potrebbe ottenere dalla terapia tradizionale, un commento sulla sua ricerca di felicità fuori dai metodi convenzionali.
“Vivere a Los Angeles mi ha fatto capire ancora di più che non esiste limite ne recinto per me. Nessuna inutile etichetta ne stupida logica di mercato. Ho scritto tante nuove canzoni intime e tanti brani indefinibili e “Banda Kawasaki” è l’inizio di un terremoto a cui non vedo l’ora di assistere.”
Salmo porta il brano a un nuovo livello, aprendo con “Sai che c’è? Chi se ne fre’”, stabilisce subito un tono di noncuranza e sfida. Il gioco di parole continua con riferimenti irriverenti e un linguaggio crudo che riflette la cultura urbana contemporanea. Salmo esplora temi di successo materiale e critica sociale attraverso versi come “Mentre sta volando il cash dalla Chevrolet,” evidenziando il consumismo e la superficialità che spesso caratterizzano la vita moderna. Allo stesso tempo, si prende gioco delle figure autorevoli e dei lavori moderni come Social manager e mental coach, sottolineando la loro spesso inutilità.
L’intera strofa è un mix di satira e riflessione, culminando con l’affermazione di essere tornato “al punto di partenza,” un riconoscimento della ciclicità della vita e del suo continuo evolversi. Il riferimento a Fabio Celenza, noto per i suoi doppiaggi comici, aggiunge un tocco di umorismo che bilancia la critica sociale del brano.
Gemitaiz apre con una dichiarazione di successo, paragonando i suoi risultati ai numeri di Maison Margiela, un brand di alta moda noto per la sua esclusività e il suo impatto. Proseguendo, il rapper fa riferimento a “Dogman,” un film intenso e drammatico, e al regista Luc Besson, suggerendo che le sue esperienze notturne sono altrettanto avvincenti e cinematografiche. Tanti gli altri riferimenti. Come Nelson Mandela, a cui paragona le sue possibili esperienze di arresto a quelle di una delle figure storiche più emblematiche nella lotta contro l’ingiustizia.
Descrivendo sé stesso e i suoi amici come un “branco di animali” con l’attitudine dei “paninari”, Gemitaiz richiama la sottocultura giovanile degli anni ’80 in Italia. Questo riferimento rafforza l’idea di coesione e forza collettiva. I suoi amici vengono anche definiti “casi umani”, giocando con stereotipi culturali in modo provocatorio, creando un’immagine distintiva e memorabile. Gemitaiz conclude con un’affermazione di sicurezza e identità, affermando che chi lo conosce sa già tutto ciò che c’è da sapere.
Lauro conclude il brano con un outro:
“Sono El Pibe de oro
Niño della cantera
Seicento metri quadri, uh
Se fai un’altra cameriera
Ho quindici avvocati pool
Come si alza la parcella
E i maialini al forno
È una vera porce–”