Dopo quattro anni di relativo silenzio, l’attesa è finita: stanotte è uscito Auguri, il nuovo album degli Ex-Otago. La band indie-pop formatasi a Genova aveva già pubblicato tre brani tratti dall’album: Con te, Mondo Panico (svelando un incredibile feat. con Fabri Fibra) e La puzza della città, che hanno fatto schizzare le aspettative alle stelle.
Auguri è il vaso di Pandora in cui sono contenute tutte le nostre paure ma, al contrario di quanto ci insegna la mitologia, aprirlo non causa indicibili sventure, anzi! Ascoltare Auguri porta con sé una strana tranquillità: quella di essere compresi, di non essere soli nei nostri timori.
Gli Ex-Otago delineano i mostri della nostra generazione in Auguri
Gli Ex-Otago fotografano perfettamente il complesso microcosmo interiore di un trentenne tipo. Quella che contraddistingue la nostra generazione è una profonda insoddisfazione, una costante corsa verso qualcosa “di più” che ci manca e sembra irraggiungibile. Campiamo a pane e sfiducia verso il futuro e quelli che erano i capisaldi dei nostri genitori, per noi hanno perso qualsiasi valore. A che serve passare la vita a lavorare, se non saremo mai in grado di comprare una casa tutta nostra? Perché pensare a metter su famiglia, se il pianeta si sta ribellando e tutti intorno a noi sembrano ignorare la faccenda?
Mi stavo domandando se è davvero il caso di svegliarsi presto e farsi sempre il culo anche se apparentemente è tutto scritto e poi è sicuro che finisce tutto, come un concerto all’ultimo pezzo. […] Mi stavo domandando se è davvero il caso, spendere il tempo e relazioni a caso.
Ci sentiamo tutti un po’ in catene: alle porte della vita adulta, le cose non sono proprio come le avevamo immaginate da piccoli. Da bambini si crede che gli ingranaggi del mondo siano tutti ben oliati, che sarà tutto rose e fiori. I bambini corrono con la testa fra le nuvole ed un giorno, all’improvviso, si svegliano accorgendosi di camminare da tempo con i piedi di piombo e con la malinconia della spensieratezza perduta. Esseri speciali è la traccia che esalta la prima parte del viaggio: prima che tutto si complichi, quando ancora tutto ci stupisce e qualsiasi cosa è una scoperta.
Cresco in fretta tra le tette di mia madre e mi ritrovo in piedi senza farlo apposta. Cammino, corro, cado, mi faccio male
E come si fa a tenersi stretta la leggerezza di un tempo fra caro affitti, lavoro precario e relazioni interpersonali così difficili da creare? Probabilmente è la domanda che si fanno un po’ tutti (o almeno lo spero, mi sentirei meno sola). Gli Ex-Otago ci vengono in soccorso con la loro musica, normalizzando tutto questo: il senso di ambizione che ci porta a sognare in grande così come l’incertezza che ci fa proseguire a tentoni.
Siamo esseri speciali, estremamente normali.
Auguri sembra un po’ un ironico auspicio. Hai la (s)fortuna di vivere i tuoi anni più belli (a detta degli altri) nel 2024? AUGURI! La band genovese ci prende alla sprovvista e riesce a spiazzarci mettendo in musica questo potpourri di emozioni, ma ci regala anche una nuova chiave di lettura: alla fine dell’album quasi siamo grati di questo stato d’animo.
Spazzare via qualsiasi paura con Auguri
L’ironia sembra essere il punto cardine dell’intero concept: beat movimentati e giocosi fanno da contrasto ai temi scomodi dei testi, regalandoci la possibilità di cantare via tutti i nostri timori ed esorcizzarli attraverso la musica. È proprio il caso di Non credo più a niente ft. Olly, la seconda traccia dell’album.
Credimi, non credo più a niente se non al tuo odore o alle mie mancanze.
Credimi, non tengo più niente con le mie unghie o nelle mie tasche
Fiore all’occhiello dell’intero album è il featuring di cui non sapevamo di aver bisogno: la traccia Soli, con i Coma_Cose. Le sonorità degli artisti si mescolano perfettamente, così come il contrasto fra i due stili -delicato e dolce quello della band e diretto e coinvolgente quello dei Coma_Cose- dà uno sprint in più alla traccia.
Soli, siamo soli che giornata fantastica se solo fosse a colori! […] E abbracciami senza un perché, in questo mondo che non ci capisce siamo soli.
Auguri degli Ex-Otago, in fin dei conti, è il contrario di come si presenta. Ogni traccia delinea sì un “mostro” da affrontare, ma bastano 3 minuti -il tempo di una canzone- per sconfiggerlo. Alla fine dell’album ci ritroviamo più spensierati di prima, con la testa più leggera ed un inaspettato buonumore. Alla fine del disco ci rendiamo conto di aver riacquistato un po’ di fiducia: per ogni aspetto negativo della vita, possiamo trovarne almeno il doppio positivi. E poi, ammettiamolo: se fossimo sempre felici e contenti ci annoieremmo!
In trenta minuti di album, gli Ex-Otago hanno nascosto un messaggio potente: ci hanno augurato di essere felici. Nonostante tutto.
Non è vero che non credo più a niente ma sto lontano dalle macerie, dalle cattiverie nanana
Insomma, Auguri è il degno ritorno dopo un lungo silenzio. Le aspettative sono state ampiamente superate e noi non aspettiamo altro che arrivi l’estate per cantare a squarciagola queste canzoni live, insieme agli Ex-Otago!