Se per la pubblicazione del nuovo Album di Calcutta c’è stata un’attesa a dir poco spasmodica, allo stesso modo si è creato un hype incredibile per il Relax Tour. I biglietti sono stati polverizzati in tempi record, anche in occasione delle date aggiuntive dopo i primi velocissimi sold out.
Calcutta Live è quell’esperienza cult ricercata non solo dai feticisti dell’indie. Una generazione intera è stata segnata dalla presenza ingombrante di questo silenzioso personaggio, dalle sue assenze, dai suoi ritorni, ma soprattutto dalle sue canzoni.
Dopo l’esperienza a Villa Medici di Roma, dove pochi fortunati avevano assistito in anteprima ad un assaggio dal vivo delle nuove canzoni di Relax, attraverso gli spiragli creati dalle lettere che compongono il titolo dell’album, finalmente il Tour è l’occasione per guardarsi diritti in faccia e portare alla sua massima espressione e condivisione l’assaggio di cui sopra.
Il regalo di Natale per molti fan arriva quindi in anticipo: il sette (e l’otto) Dicembre è il turno della Capitale. Piombata nel freddo di questo tardivo inverno, ha bisogno di scaldarsi all’interno delle mura del Palalottomatica.
Chi ha già visto esibirsi sul palco Edoardo, sa esattamente cosa aspettarsi. Un live incentrato solo ed esclusivamente sulla Musica. Nessun ospite, nessuna ricerca di un particolare contatto intimo con il pubblico, nessun lungo monologo. Neanche un finto ritiro dietro le quinte per poi bissare qualche brano a fine serata. Solo Calcutta, i suoi meravigliosi musicisti, il palco con la sua scenografia mai esagerata ma allo stesso tempo mai banale, e le sue canzoni.
Da quanto scritto sembrerebbe quasi un Live asettico e privo di emozioni, ma è proprio in questo contesto che avviene la magia della musica, che tutto trasforma. Quello che apparentemente manca a Edoardo sul palco, viene restituito dall’atmosfera unica che si crea durante l’esibizione. Una sensazione di condivisione piena e genuina tra il pubblico, ci si sente parte di qualcosa, di una stessa cosa. Si percepisce di aver vissuto storie e ed emozioni identiche ai nostri vicini di posto, si canta insieme come amici di vecchia data, si ha la percezione di vivere e di essere felici, insieme.
Asta e microfono non si separano mai e mai lasciano le mani del cantante.
Calcutta sembra svestire – o, per meglio dire, mai indossare – i panni del frontman, trasformandosi nello strumento principale della serata, ovvero la Voce (e che voce), accompagnato e supportato da una band di altissimo livello.
La scenografia si caratterizza per le immagini psichedeliche, grafiche originali che accompagnano l’esecuzione dei brani, una lunga tenda-schermo riavvolgibile sulla quale vengono trasmesse immagini computerizzate e rielaborate dello stesso Edoardo che sta cantando.
Al centro, in alto, un tabellone elettronico che, restituendo un non so che di vintage, proietta parole e grafiche minimali: relax, pizza, smile, SSD che si alterna in modo psichedelico a LSD, la simulazione di gocce di pioggia che cadono.
Per quanto riguarda la scaletta, Calcutta porta sul palco tutti i brani del nuovo album, concedendogli lo spazio che un prodotto come questo merita.
Relax è un progetto che più lo ascolti, più ti piace. L’esibizione dal vivo è ciò che serviva per elevarlo a un gradino ancora più alto. Il cantante di Latina è riuscito nel compito più arduo di un artista. Realizzare un prodotto nuovo ma al livello di ciò che in passato ha portato al successo, senza rimanere oscurato da quest’ultimo, ma integrandosi perfettamente ad esso.
Le nuove canzoni vengono già cantate a memoria dal pubblico. Anche sugli spalti, gli astanti si alzano in piedi dal primo all’ultimo pezzo. Il fenomeno è abbastanza raro in un concerto indie-pop e caratterizzato dall’assenza di una maggioranza di giovanissimi.
Il nuovo Album, come preannunciato, si mischia e interseca con le mine ormai storiche del repertorio di Edoardo. Vengono realizzate oltre ai pezzi dell’album anche Oroscopo, Frosinone, Paracetamolo, Orgasmo, Sorriso, Cosa mi manchi a fare, Pesto, Kiwi, Hubner, Milano, Limonata, Le Barche, Del Verde e ovviamente l’immancabile Gaetano.
Le canzoni si susseguono senza sosta. Brani realizzati uno dopo l’altro, intervallati da qualche brevissima frase di ringraziamento, qualche dedica poco chiara e l’annuncio del titolo del brano successivo. Dalle poche parole di Calcutta emerge comunque la sua gratitudine per un pubblico caldissimo. Quest’ultimo ha accompagnato la band e il cantante in quello che lui stesso definisce un concerto difficile.
Che siamo arrivati alla fine lo annuncia Edoardo stesso, con il brano Tutti e un conto alla rovescia che parte sul tabellone elettronico centrale.
Il trasporto generale sembra toccare l’apice, consapevoli che questo è l’ultimo atto dell’esperienza calcuttiana appena vissuta.
Chissà, se questo è il risultato finale. Forse conviene pazientare e dare il tempo agli artisti di realizzare prodotti di valore. Ciò può richiedere anni di attesa, andando controtempo rispetto all’attuale panorama musicale.
Impariamo ad aspettare e, nell’attesa, RELAX.