Vergo ci insegna a essere Senza catene

da | Ott 3, 2023 | Interviste

E’ un tiepido pomeriggio d’ottobre, la luce del sole inizia a indorarsi, mentre il vento fa cadere le prime foglie marroncine. Un panorama bucolico, un mood vero e proprio. A favorire questo stato mentale di rilassamento e compiacenza ci pensa lui, l’intervistato di oggi: Vergo. Un tono di voce vellutato, un sorriso timido, una risata […]

E’ un tiepido pomeriggio d’ottobre, la luce del sole inizia a indorarsi, mentre il vento fa cadere le prime foglie marroncine. Un panorama bucolico, un mood vero e proprio. A favorire questo stato mentale di rilassamento e compiacenza ci pensa lui, l’intervistato di oggi: Vergo. Un tono di voce vellutato, un sorriso timido, una risata limpida: tutto in lui trasuda felicità e trasparenza.

In occasione dell’uscita di Senza catene, il suo nuovo Ep, Cromosomi ha pensato di fargli qualche domanda sulla sua musica, sulle catene e sull’essere queer. Un’intervista che non tratta solo di canzoni, singoli, pezzi nuovi e live, ma di vere e proprie esperienze di vita.

Storie, più che altro. Giuseppe, in arte Vergo, ne ha veramente un sacco da raccontare, di ogni tipo. E dietro la sua voce delicata, c’è un coraggio da leone. E in Senza catene ce lo dimostra, una volta ancora. Racconti di vita vissuta, polaroid di scene vivide nella memoria, esperienze dei vissuti altrui, tutto racchiuso in sette pezzi.

Venti minuti in cui imparare a togliersi le catene di dosso, aiutati dalla musica e dalle parole di Giuseppe. Un corso accelerato per la libertà, per spiccare il volo, per essere quelli che siamo incondizionatamente, senza mezzi termini, senza alcuna limitazione se non noi stessi. Ma possiamo anche imparare a superarci. La parola al nostro Vergo.

Ciao Vergo, come va?

Bene, ho appena finito di pranzare [erano le 5 di pomeriggio]! Sono molto entusiasta in questo periodo.

Da pochissimo è uscito Senza catene, il tuo nuovo Ep. Come ti senti?

Mi sento molto soddisfatto, perché è stato un po’ impegnativo portare avanti questo progetto di sette brani. In qualche modo sono tutti diversi e raccontano momenti anche differenti di tutto questo periodo, degli ultimi due anni. Ma anche più di due. Cuore, che è l’ultimo brano dell’Ep, l’ho scritto cinque anni fa. Raccoglie un po’ tutto quello che finora ho raggiunto, sia a livello artistico, che personale. E’ un bel traguardo per me.

Come nasce Senza catene?

L’input primordiale viene da un verso di Bomba, un mio brano:”Le catene si sciolgono”. Da lì in poi ho voluto portare avanti il messaggio di liberazione, di manifestazione di se stessi, senza alcun tipo di barriera. Volevo un po’ mettere un punto sia verso me stesso, sia verso chi mi ascolta, su quello che sono oggi, su quello che sto provando a essere ogni giorno, senza ogni tipo di vincolo, che ho idealmente raffigurato come una catena.

Da che catene ti sei liberato con questo Ep?

Il semplice fatto di essere se stessi. Il primo grande peso che mi sono tolto di dosso e il primo grande ostacolo che ho affrontato è stato il mio coming out. Da lì sono successe un sacco di cose dentro di me. Ho avvertito un’energia diversa, però sento che di catene ce ne sono ancora un bel po’. Nella quotidianità è anche la società stessa a volte ad appoggiartele su. E’ una sorta di affermazione, di mantra, che faccio giornalmente, un lavoro continuo.

Quali sono le catene che ancora ti devi scollare di dosso?

Personalmente quello di essere molto duro con me stesso, molto insoddisfatto, di non accorgermi di quanti obiettivi posso aver raggiunto. La catena più grossa è il fatto di sentire ancora il peso dei giudizi degli altri. In minima parte è una cosa che è ancora presente. Cerco di liberarmene tramite la musica.

Descrivi Senza catene in tre parole.

Fluido, perché è una raccolta di brani eterogenei. Ogni canzone va a toccare diversi generi musicali, senza alcun tipo di timore di cadere in una sorta di purismo. Poi direi coraggioso, perché nel suo insieme, tra la scelta dei generi musicali e il fatto di scrivere determinate cose, serve coraggio. Tratta di certe tematiche, racconta determinate storie che per assurdo non vengono tanto esplicitate nella scena musicale. Per esempio c’è la storia di due ragazzi. In Lamento d’amante c’è la storia di due ragazzi di cui uno non è dichiarato e vive la storia di silenzio, della decisione da prendere, su cosa vuole fare, mentre l’altra persona ha già fatto lo step successivo, però soffre questa situazione. Non sento ancora in giro storie simili, quindi l’Ep è coraggioso, ecco. Come terzo aggettivo, mi verrebbe da dire energico. Non per forza in senso esplosivo, però quando lo ascolto e quando l’ho scritto sento e sentivo fluire un’energia diversa, più propositiva, che mi prendeva bene. Anche se alcuni brani sono più fragili sotto certi punti di vista, mi caricava comunque.

Ci sono due artisti che hanno collaborato con te: BigMama e Axel. Come nascono i feat con loro?

BigMama è una mia cara amica. Io sono sempre stato suo fan e viceversa, quindi dopo un po’ di tempo le chiesto di fare una sessione insieme a casa mia e vedere cosa veniva fuori: ecco Comunque noi, che è il brano che abbiamo scritto insieme. Tra noi c’è sempre una chimica particolare, ci piace molto giocare. E’ stato tutto molto consequenziale. Tra l’altro sono molto contento di questa collaborazione, perché mi ha permesso di far sentire una sfumatura nuova del mio progetto artistico, che è il fatto di scrivere e di cantare con una voce un po’ più clean. L’ho anche prodotto io il beat, quindi in questo brano non c’è solo una mia parte cantautorale, ma anche compositiva e produttiva. Sono molto soddisfatto. Axel è un artista che ho scoperto e di cui mi sono subito innamorato. Dal momento in cui stavo scrivendo Posso, è stata una cosa molto automatica. C’era già tanto musicalmente in Senza catene: il rave punk, il vogue beat, l’hyper pop, ma ci voleva il supporto di una persona che potesse veicolare un messaggio, anche più giovane di me, che potesse essere anche più emergente di me, con un’energia molto fresca. Axel era proprio la persona più adatta. Sono molto contento, perché durante la sessione che abbiamo fatto insieme qui a casa, si è voluto fidare di me. Lui ha grandissime capacità. A lui ho chiesto di scendere molto a fondo e di raccontare una storia che veicolasse il messaggio del ritornello:”Posso essere quello che voglio”. Lui dopo un po’ si è fidato. Questa è stata la cosa più bella da parte di entrambi. Anche da lui ho imparato a essere senza catene. Quando lanci un messaggio simile, puoi condividerlo, puoi vederlo anche nelle altre persone, ti ritorna. Questa condivisione permette a tutti di stare un po’ più meglio con se stessi. E’ un po’ quello che fa la musica.

Da anni sei un’icona queer dell’indie italiano.

Sicuramente a me fa piacere esserlo. E’ una cosa di cui vado fiero, perché un tempo, soprattutto nelle prime fasi del mio progetto, c’è stato un momento in cui ho vissuto una certa difficoltà nell’affermarmi come un’artista anche queer. Non è una cosa che avevo messo in conto, perché non mi aspettavo di raggiungere determinati traguardi. Una maggiore consapevolezza è arrivata dopo X Factor. Essendo una vetrina che ti permette di arrivare a tante persone, c’è stato un feedback nuovo e diverso. Lì ho iniziato a capire anche la responsabilità di quello che facevo. Definirsi un’artista queer porta con sé una certa responsabilità, così come fare musica. Influenzi delle persone con il messaggio che veicoli. A me fa molto piacere, sono molto fiero, ma la prendo in maniera molto seria.

Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi?

Io sto lavorando tantissimo nel portare live quello che è appena uscito. Ci tengo tanto a mostrare una versione di me ancora più forte e potenziata rispetto a quello che di solito succede ai concerti. Mi piacerebbe portare uno spettacolo più completo, voglio arrivare nei grandi festival. Non è semplice, quindi sto lavorando moltissimo alla preparazione di tutto. Siccome sono una persona determinata, spero di arrivarci, come si dice dalle mie parti, a calci e mozziconi. Poi ovviamente la mia produzione di nuova musica va sempre avanti, perché quella per fortuna è una carica che non si ferma mai. Già solo queste due cose richiedono un grandissimo sforzo, quindi sono abbastanza impegnato. Sono preso bene.

La Playlist di Cromosomi