Disponibile su tutte le piattaforme streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 2 giugno, La musica è finita è la nuova release targata Sugar Records del cantautore e polistrumentista Francesco Motta.
A poco più di una settimana da Anime Perse, primo estratto dell’attesissimo album in uscita quest’autunno, l’artista pisano torna a bussare alle porte del nostro cuore con La musica è finita. Si tratta nientemeno che della track title del 4° disco, a brevissimo disponibile in concomitanza con il tour nei club che inizierà il 27 ottobre al The Cage di Livorno. Il videoclip, sempre diretto da Pepsy Romanoff, vede i due attori Carolina Crescentini e Vinicio Marchioni in un faccia faccia molto intenso, fra lacrime e risate nervose, che accentua le parole spesso taglienti del testo del cantante.
La musica è finita, dunque, ma in realtà questa fine rappresenta un nuovo inizio tutto da scoprire
A due anni dal suo ultimo album, Semplice, Motta traccia nuovi binari del proprio percorso artistico con la penna del cambiamento: dopo aver scoperto un’intensa complicità con il nuovo produttore artistico Tommaso Colliva, il cantautore sembra intenzionato ad esplorare sonorità inedite, musicalità diverse, studiate ed esperite da punti di vista fino ad ora mai considerati.
La fine come spinta evolutiva
Se a fare da protagonista di Anime Perse era stato un rapporto tossico, all’interno del quale questa coppia più lottava per funzionare, più rimaneva incastrata in un labirinto fatto di sensi di colpa, paure e fragilità, nel nuovo brano assistiamo ad un’evoluzione in termini di consapevolezza. Scritto a 4 mani da Motta e Francesco Bianconi (sì, proprio quello dei Baustelle), La musica è finita, è un pezzo che esorta a ballare sulle macerie, a vedere quella parte di bicchiere ancora piena, a reagire alla fine con l’entusiasmo di un nuovo inizio. D’altronde la natura stessa ce lo insegna sin dall’alba dei tempi: dopo l’inverno viene sempre primavera.
La musica è finita, andiamo via
Il mondo stacca l’elettricità
Ci vuole un senso, una filosofia
Un po’ di luce nell’oscurità
Ecco che allora quel cortocircuito che ha lasciato la città al buio, diventa l’opportunità per alzare gli occhi al cielo e ammirare le stelle. Oppure per accendere un fuoco e ballarci attorno, lasciando che il passato lentamente diventi cenere dal quale come fenice risorgere.
Motta ci invita a silenziare la malinconia, sentimento molto potente che tende a coprire tutte le altre emozioni quando si arriva al capolinea di un viaggio, e ad assaporare quel brivido dettato dal nuovo inizio. La metafora è ampia e applicabile ad ognuna delle nostre vite, così come al percorso artistico del cantautore: nuove sonorità, un punto di vista esterno, un ballo liberatorio, quasi catartico, che permette di celebrare il domani anziché compiangere ciò che è stato fino a ieri.
“Il ballare sopra la fine delle cose non, però, con la malinconia che trapelava sempre nei miei album precedenti – ricordiamo, nel 2016 La fine dei vent’anni, premio Tenco nella categoria Opera Prima, e nel 2018, Vivere o morire, Targa Tenco 2018 come miglior disco in assoluto – ma con il desiderio di vedere cosa accadrà dopo.”
Un invito a ballare sopra al fuoco. Prima da soli e da ottobre assieme a lui nei club
“Sono sempre stato attratto dal descrivere la fine delle cose per la voglia di appiccare il fuoco e fare bruciare tutto quello che non c’è più – scrive nel suo ultimo post Instagram Motta – Stavolta però ho deciso di ballarci sopra. Alzate il volume, ballate anche voi e non abbiate paura di scoprire che ogni storia si può vedere da diversi punti di vista.”
La fine di quest’altra vita è appena cominciata
canta l’artista. E a noi non resta che attendere questo nuovo album.
