Giuse The Lizia, “Vecchia scuola”: stare insieme senza stare insieme

da | Giu 16, 2025 | Recensioni singoli

Giuse The Lizia con "Vecchia scuola" racconta le mille sfumature di quei rapporti a cui nessuno vuole dare un nome.

Vecchia Scuola è l’ultimo singolo di Giuse The Lizia, uscito venerdì 13 giugno per Maciste Dischi.
Giuse The Lizia con la sua Vecchia scuola realizza il ritratto di quei rapporti che non sono nulla, ma che in realtà sono tutto. Quelle relazioni- non- relazioni che distruggono: condividere lo stesso letto, stare bene insieme, comportarsi da coppia, ma non essere una coppia. Allora cosa resta? Un maglione rosso, delle foto appese, le notti passate a sfiorarsi senza mai confondersi davvero.

“Io lo so come vanno queste cose qua 

Che dormiamo ogni notte nello stesso letto 

E facciamo colazione insieme 

Ma comunque noi non stiamo insieme”

Da questo brano emerge l’estrema complessità dei rapporti umani, con tutte le loro sfaccettature. Il labile confine tra amore e dopamina, tra sesso e intimità, tra legami chimici e legami emotivi: tutto si mischia e si confonde, in un turbine di sensazioni che ci destabilizzano e inevitabilmente ci portano, prima o poi, a soffrire. E allora, forse, c’è da chiedersi se vale davvero la pena annullarsi per provare l’illusione di un qualsiasi sentimento vagamente riconducibile all’esperienza dell’amore.

Dicono di noi che ci faremo male prima o poi 

Sei come le schedine e le sigarette 

E io il cretino che non smette”

In questa confusione, non riusciamo a rimanere distaccati perché il caos ci appaga, siamo costantemente alla ricerca di un’altalena emotiva che ci faccia davvero provare qualcosa, perché è in mezzo a quel cortocircuito di alti e bassi emozionali che riusciamo davvero a sentirci vivi. 

Vecchia scuola di Giuse The lizia ritrae la paura di mostrarsi vulnerabili

Giuse The Lizia, con Vecchia scuola, ritrae l’istantanea di un mondo in cui si ha paura di mostrarsi vulnerabili, di rischiare. Un mondo in cui apririsi, parlare, confrontarsi sul rapporto è rischioso: ed è comprensibile, perché nel momento stesso in cui quel legame ambiguo che si è creato riceve un’etichetta, un nome, una definizione, va a perdere tutta la magia dell’indefinito.

È come prendere qualcosa di incontrollabile e cercare di racchiuderlo in uno spazio definito: sopraggiungono regole, consuetudini, limiti che non tutti sono pronti ad affrontare. Ed è per questo che lasciamo che le cose fluiscano naturalmente, proviamo a farle evolvere senza interferire con la razionalità, ascoltando solo le nostre sensazioni, anche se spesso non va come vorremmo. Se ci si vuole vivere a vicenda, un modo si trova. Tutto resto è superfluo.

La Playlist di Cromosomi