Lunedì Notte è il nuovo EP, omonimo, di Lunedì Notte, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme streaming da ormai qualche giorno.
Il lunedì notte si sa, giunge come un delicato lenzuolo a coprire le fatiche del giorno insidioso. Il lunedì, con i suoi pesanti fardelli e le sue aspre sfide, si erge come un titano di malinconia, in cui gli animi, reduci dagli ozi del fine settimana, si trovano immersi in un mare di inquietudini e aspettative.
Il nuovo Ep di Alessandro Cianci, in arte Lunedì Notte musicalmente si apre tessendo silenzi e riflessioni, dove le ansie, non con troppa facilità, svaniscono come nebbia all’alba.
Quanti lunedì notte nell’ep Lunedì Notte
L’EP Lunedì Notte si distingue per la sua solida costruzione musicale e il suo approccio melodico accattivante. Il materiale sonoro non solo è molto ben organizzato ma anche impreziosito dalle collaborazioni con Angelica, CIMINI e Mecna.
La vita si trasforma, le anime si riappropriano del loro vigore, e così anche la musica dal colore sicuramente devoto alla tradizione extraeuropea, mitigata dal soul in alcune velature, pop in altre, e cantautorale in altre ancora… sembra creare un costrutto eterogeneo per l’intera durata dell’ep.
Un lunedì notte un po’ démodé
Unica nota stonata, in un disco che è assolutamente sopra la media e le possibilità della discografia mainstream italiana, è il sostenere di spaziare all’interno della golden age del cantautorato italiano.
Insomma, difficilmente si palesano contatti con i cantautori impegnati che hanno raccontato attraverso la propria musica la Prima Repubblica grazie al forte impegno sociale e politico.
Allo stesso modo, neanche nella sfilza dei cantautori disimpegnati -generalmente identificati nel lasso temporale compreso tra gli anni ’60 e ’70- si riuscirebbero a trovare contatti, in quanto le liriche erano sicuramente più introspettive, private, meno generazionali e con un indirizzo che nulla aveva a che vedere con la figura dell’artista odierno e con strutture sia a livello poetico che formale ben identificabili nella canzone d’autore di quegli anni.
E non è un fatto di linguaggi che cambiano ma solo di attitudini. I testi di Lunedì Notte, in alcune sfumature, riprendono i drammi sociali, è vero, ma la grande peculiarità dell’artista sta nell’evocare immagini condivisibili da tutti, il che è sicuramente una dote di pochi eletti, ma che nulla ha a che fare con la vecchia scuola dei cantautori.
Un buon critico musicale dovrebbe essere in grado di descrivere la musica evitando di usare il più possibile aggettivi; quando lo fa è perché o l’oggetto assume un’accezione negativa oppure quando la scrittura e il tessuto sonoro sono estremamente evocativi a livello di immagini e non può fare altrimenti. Ed è questo il caso.
Un disco che merita di essere ascoltato per le sue tendenze e inclinazioni non comuni e altre, estremamente popolari.










