Guardando il profilo Spotify di Michelangelo Vood, nuova promessa in casa Carosello Records, noto che nella sua bio campeggia esclusivamente una frase tanto significativa quanto semplice nella sua struttura: Mi piace cantare. Dopo aver ascoltato il suo nuovissimo singolo, Souvenir, un brano spiccatamente folk-pop che unisce sonorità up-tempo alla forma più tradizionale del cantautorato italiano spaccacuore (quello che fondamentalmente ci fa venire il groppo in gola fin dal primo ascolto), è la sua prima prova con la label indipendente milanese.
Un progetto dalle idee chiare, ambizioso, con richiami all’universo Mengoniano e che ha visto il coinvolgimento diretto di Edwyn Roberts, Gabriele Lerna e le mani in pista di Giordano Colombo (già producer di Ermal Meta, Max Pezzali, Colapesce e Dimartino, Laura Pausini e Biagio Antonacci). Racconta Michelangelo a proposito del concetto di Souvenir:
«Ho sempre trovato affascinante [il concetto di souvenir] il fatto che un oggetto banale e dannatamente inutile col passare degli anni acquisti una potenza evocativa eccezionale che inizialmente viene ignorata. Basta il contatto visivo per riportare alla mente momenti del passato, magari carichi dell’ingenuità dell’infanzia quando, di ritorno da un luogo di villeggiatura o da una gita scolastica, si pensava a “ricompensare” le persone più importanti con un oggettino piuttosto brutto in effetti, ma che sopravvive nel tempo».
Una penna elegante, dalle venature romantiche, malinconiche, che ci invita a rivalutare il tempo e la nostra percezione di esso. Ed è così che un semplice oggetto acquista un valore aggiunto, diventando proprio lo strumento attraverso il quale esorcizzare tutti i sentimenti contrastanti legati ad esso: un ricordo, una persona, amori destinati a sfumare ed inevitabilmente a finire e i fatidici viaggi in treno che hanno il profumo e il sapore di un’estate calda e soleggiata.
Se c’è una cosa che apprezzo particolarmente di Souvenir è il perfetto bilanciamento tra un testo introspettivo e una melodia apparentemente leggera, come se in qualche modo Michelangelo stesse provando a condividere con noi il peso del suo cuore.
La mia esplorazione della sua discografia continua su Spotify. Incappare in brani come Van Gogh, Ruggine o Triplete (senza dubbio uno dei miei singoli preferiti del cantautore lucano), mi fa pensare che dietro quei versi così ruvidi e delicati al contempo, si stia celando l’animo di un giovane artista ancora tutto da scoprire.
Souvenir è decisamente un piccola una perla di fine estate, così ho deciso di intascarmela e di prendermene cura come si fa con gli oggetti di valore. E riconfermo quanto vi ho detto precedentemente: a Michelangelo Vood piace proprio cantare.










