A fine anno succede sempre così: tra Spotify Wrapped, foto dei concerti e canzoni riascoltate quasi per caso, alcuni nomi tornano fuori più spesso di altri.
Questa non è una classifica, ma una selezione nata dall’esperienza di quest’anno: dischi, live e percorsi che hanno lasciato traccia.
Lucio Corsi
Nel 2025 Lucio Corsi è arrivato a molte persone in modo inatteso. “Volevo essere un duro” non ha colpito per stranezza o ironia (forse all’inizio), ma per esposizione: fragilità, insicurezze quotidiane, il desiderio di mostrarsi per chi si è davvero.
Dentro Sanremo e poi fuori, la canzone e lo stesso Lucio hanno continuato a fare la stessa cosa: restare scoperti. Nei concerti, anche su palchi enormi come il Concertone del Primo Maggio, quella sensibilità non si è persa, è rimasta intatta, come se il contesto non avesse il potere di schiacciarla.
Brunori Sas
Il 2025 di Brunori Sas è fatto di riconoscimenti concreti. Sanremo e “L’albero delle noci” hanno allargato il pubblico del cantautore calabrese senza cambiare il punto di partenza: una scrittura che regge da sola.
Nei live — palazzetti, palchi estivi, tour orchestrale fino al Circo Massimo e date europee — le canzoni hanno funzionato per quello che sono: intime, ironiche, a tratti scomode. Non resta l’evento, ma il modo in cui certe frasi tornano a distanza di giorni.
La Niña
La Niña si è fatta conoscere in modo netto grazie a “FIGLIA D’ ‘A TEMPESTA”, brano che ha circolato con forza nei live e online, diventando uno dei suoi riferimenti più riconoscibili. Il progetto si muove tra canto popolare e scrittura contemporanea, con il dialetto usato come lingua narrativa.
Nei concerti del 2025 — più frequenti e in contesti più ampi — la formula regge e si adatta alla potenza dei brani. Una figura musicale così definita serviva alla scena.
Golden Years
Il 2025 ha avuto un suono preciso anche grazie a chi lavora lontano dal centro della scena. Golden Years ha firmato produzioni riconoscibili per equilibrio e cura, anche quando il suo nome resta sullo sfondo. “Fuori menù” è un disco costruito con attenzione — da Franco126 a Ariete, passando per Frah Quintale e altri — lasciando spazio alle voci e a un’identità sonora coerente.
Un lavoro che merita tempo e ascolto, perché cresce traccia dopo traccia.
Tredici Pietro
Il 2025 è l’anno in cui Tredici Pietro si affranca definitivamente dall’etichetta di “figlio d’arte”. Lo fa nel modo più diretto possibile: pubblicando con continuità, portando i brani dal vivo e costruendo un pubblico che lo segue per quello che scrive.
La scrittura è più matura e personale, coerente nel racconto. Il feat. con Fabri Fibra (“Che Gusto C’è”) amplia la sua esposizione. L’album “NON GUARDARE GIÙ“ anticipa una parte di Pietro che scopriremo meglio al prossimo Festival di Sanremo.
Ernia
Il 2025 di Ernia arriva forte e subito. “PER SOLDI E PER AMORE” ottiene immediatamente attenzione, numeri e una risposta netta, sia dal pubblico storico sia da chi non ascolta abitualmente rap.
La forza del disco sta nella scrittura diretta, ordinata ed emotivamente leggibile. Ernia non cambia linguaggio per piacere a più persone — al contrario, arriva da una fase di autocritica così radicale da aver messo da parte un intero album — ma amplia il campo rendendo i suoi temi accessibili senza semplificarli.
Emma Nolde
Nel 2025 Emma Nolde resta lontana dai grandi numeri, ma continua a essere presente nei contesti più attenti. Non è un nome di massa, e non prova a diventarlo: la sua crescita passa da live solidi, palchi condivisi e un’identità che non cambia registro.
Ha una scrittura delicata e diretta che merita spazio — e, senza forzature, quello spazio lo sta conquistando.
Damiano David
Il 2025 è l’anno in cui Damiano David decide di esporsi da solo. Fuori dai Måneskin, i singoli in inglese mostrano una scrittura pop più vulnerabile e meno protetta. Dal vivo questa scelta si sente: meno aurea collettiva, più responsabilità individuale.
È stato un passaggio necessario per capire se un percorso in autonomia può davvero esistere. Ha funzionato ed è stato apprezzato.
Bad Bunny
Con “DeBÍ TiRAR MáS FOToS“ Bad Bunny ci ha accompagnato per gran parte del 2025.
Il disco ha numeri enormi e un impatto globale, ma un tono diverso rispetto al passato. Anche la scrittura è più stratificata. Le sue canzoni però meritano anche negli spazi più grandi. È la conferma che si può cambiare passo e restare centrali.
E a voi, chi ha davvero lasciato il segno nel 2025?









