In occasione della Milano Music Week, siamo stati a un incontro in Universal Music Group sui content creator musicali, che ha visto la partecipazione di alcune voci significative del panorama musicale digitale: Giulia, che unisce musica contemporanea e musica classica, e Rewake, punto di riferimento per la community rap, guidati da Silvia.
Due percorsi diversi, una stessa passione
Fin da subito è emerso quanto il loro modo di parlare di musica sia diverso, personale e profondamente legato alle rispettive storie, anche se accumunate da una stessa passione.
Rewake approfondisce tutto ciò che riguarda il mondo trap e rap americano: ha iniziato giovanissimo e oggi conta oltre 100.000 iscritti su YouTube e fa dirette su Twitch. La sua comunicazione ruota attorno alla musica che ascolta ogni giorno, raccontando storie di strada, contesti urbani e traduzione di testi di canzoni americane, portando al pubblico approfondimenti e analisi.
Giulia, al contrario, arriva da una formazione classica: studia pianoforte e ha iniziato a fare divulgazione per raccontare le intersezioni tra musica classica e musica leggera, analizzando brani dal punto di vista armonico e strutturale. Ama il cantautorato e la musica classica e cerca di rendere questi mondi accessibili e comprensibili.
La rivoluzione dei social nella comunicazione musicale
In questa occasione, entrambi hanno sottolineato come la comunicazione musicale sia cambiata radicalmente: oggi è personale, diretta, spesso intima. Grazie ai social, infatti, chi parla di musica può costruire una community, dare nuovi spunti di ascolto, ma soprattutto offrire un approccio diverso. Grazie a questi nuovi canali, il pubblico può scoprire nuovi artisti, linguaggi e generi seguendo i creator che più lo rappresentano.
Ma come nasce un content creator musicale?
Per Giulia, i social sono iniziati come uno spazio per imparare a comunicare in modo sintetico ed efficace, partendo da un argomento ben lontano dalla musica, quello dei disturbi alimentari, fino ad arrivare poi alla svolta, che avviene ascoltando l’ultimo album di Marracash. Infatti, proprio ascoltandolo Giulia individua una serie di riferimenti alla musica classica e decide di raccontarli online, trasformando ciò che prima era solo una chiacchierata tra amici in contenuto divulgativo.
Rewake arriva da un percorso diverso: la passione diventa un mestiere. La sua è una comunicazione informativa, curata, basata sulla ricerca, che permette alla community di imparare ogni giorno sempre di più. Non mancano momenti difficili, come una shitstorm nata da un errore su un rapper americano, che però diventano occasioni per imparare a gestire le critiche e migliorare la propria presenza online.
Dove nasce l’ispirazione?
Per entrambi, le idee arrivano dall’ascolto quotidiano. Ogni brano può diventare uno spunto, un gancio da approfondire e un contenuto da analizzare e ampliare.
Il processo della creazione del contenuto è certamente articolato: dall’individuazione del tema, allo scrivere un contenuto chiaro e sintetico, adattarlo al minutaggio dei social, fino all’editing e al montaggio. In questo mondo dove creatività e tecnica convivono, si inseriscono anche gli ADV, che non sono percepiti come un limite, anzi, diventano occasione per sperimentare e trovare modi nuovi di raccontare ciò che appassiona. mantenendo un tratto personale.
Il ruolo del content creator musicale
L’incontro ha permesso di entrare nel dietro le quinte del lavoro creativo e del rapporto con i social, mostrando quanto cura, studio e passione richieda questo mestiere.
Oggi, infatti, essere un content creator musicale ha un ruolo fondamentale perchè:
- aiuta a comprendere generi percepiti come “difficili”;
- racconta storie dietro canzoni e album;
- facilita chi non conosce l’inglese (o altre lingue) o codici culturali specifici;
- crea community e spazi di dialogo;
- trasmette passione e stimola nuove curiosità musicali.
Ma non è solo questo. Nel continuo cambiamento del panorama digitale, il content creator musicale è sempre più un mediatore culturale, un traduttore di linguaggi, qualcuno capace di costruire ponti tra generi, generazioni e sensibilità diverse, aiutando ad ascoltare meglio, con più consapevolezza e trasformando il modo in cui viviamo la musica.










