Il giovedì chillato del Primavera Sound ’26

da | Ott 27, 2025 | News

La line up del giovedì del Primavera Sound '26: una giornata più sognante del solito

La lineup del Primavera Sound 2026 è uscita già da un po’.

La suddivisione degli artisti nelle varie giornate è invece notizia recentissima.

Dando uno sguardo al programma del giovedì, sarebbe superfluo soffermarsi sui big come Massive Attack o Doja Cat. Gli occhi più attenti avranno già notato come in questa giornata ci siano sparsi tra i vari palchi diversi profeti del chill.

Questa, certo, è solo una delle sfaccettature di un festival che finisce alle 6 del mattino, ma la connessione del Primavera con le atmosfere dream pop contribuisce non poco a definire la sua aura sognante.

Data la vastità dei nomi, facciamo luce su qualcuno in particolare che merita un’immersione totale nella sua discografia.

Primavera Sound 2026: alcuni nomi della line up del giovedì

Men I Trust

Lo stereotipo che vuole i canadesi gentili, educati e rilassati si sposa alla perfezione con l’immagine dei Men I Trust. In una vecchia intervista raccontavano di come questo nome derivi dal desiderio di avere un nome positivo: “Trust” era già stato preso, quindi hanno optato per “Men I Trust” (con “Men” che non si riferisce solo ai maschi, ma al genere umano in generale).

La loro estetica è quella che ti aspetteresti da una piattaforma di psicoterapia e, tutto sommato, anche il loro effetto potrebbe portare benefici simili.

Se dovessimo descrivere la serenità, il loro nome sarebbe il primo sulla lista.

Una canzone per vivere la quotidianità al ritmo giusto:

Blood Orange

Blood Orange è uno dei nomi con cui Dev Hynes orchestra le sonorità della musica inglese. Lo fa col suo nome (quasi) di battesimo come produttore di FKA twigs, Sky Ferreira, Jessie Ware, Tinashe e Solange, ma quando vuole uscire dall’ombra si traveste, appunto, da Blood Orange. “Cupid Deluxe”, del 2013, è un album che ha disegnato la moodboard di una generazione di artisti. Il punto di partenza è un R&B con molte sfumature rock, ma i sentieri percorsi sulle note di Hynes sono sempre tanto affascinanti quanto imprevedibili.

“Essex Honey”, il suo ultimo album, vede la partecipazione di Lorde, Caroline Polachek, Brendan Yates dei TURNSTILE, Mustafa, Tirzah, Daniel Caesar e Mabe Fratti: il talento di Hynes è tanto illuminante quanto magnetico nell’attrarre collaborazioni esaltanti. Per questa peculiarità ricorda un po’ il genio di Damon Albarn.

Una canzone per capire come potresti trovarti nel mondo di Blood Orange:

Alex G

Quella “G” sta per “Giannascoli” e quel “Giannascoli” viene dall’Abruzzo, come i nonni paterni di Alexander. Non sappiamo dire con precisione perché, eppure sembra naturale immaginare un’origine abruzzese per un artista che ha legato indissolubilmente il suo nome alla cultura del bedroom pop. Un’accoppiata perfettamente adeguata.

Dove immagineresti un ragazzo che nel 2012 realizza album dalla sua camera da letto per poi caricarli sul suo profilo Bandcamp senza troppe pretese? Dove, se non in Abruzzo? Lui in realtà lo faceva dalla Pennsylvania, però insomma, si vedeva che l’Abruzzo ce l’aveva nel sangue.

Nella sua musica si trova molto di quel realismo magico tanto caro alla letteratura e a Colombre. Ha collaborato anche in una pietra miliare dei nostri tempi, “Blonde” di Frank Ocean: ad esempio, è sua la chitarra in “Self control” (forse uno dei dettagli più magnetici sparsi in quel capolavoro).

Una canzone per capire se ti piace la tranquillità sfacciata dell’americano più abruzzese che conoscerai:

caroline

Si chiamano caroline (rigorosamente minuscolo), ma sono una band. Hanno un nome singolo ma sono tantissimi.

Potrebbero essere una sorta di Black Country, New Road con un 10% in più di presa bene.

Parlano pochissimo mentre i loro suoni ti avvolgono con delicatezza. Hanno il sapore di una vellutata di zucca per un pranzo domenicale mentre fuori piove e c’è la nebbia.

Una canzone per sapere se i caroline potrebbero essere il tuo nuovo comfort food:

Father John Misty

Joshua Michael Tillman ha collaborato con Beyoncé, Lady Gaga e Lana Del Rey. Ma questo non aiuta a immaginare le sue canzoni: aiuta, invece, ricordare che dal 2008 al 2012 è stato il batterista dei Fleet Foxes.

Con l’identità di Father John Misty ha fatto dell’ironia la sua religione, per raccontare in salsa folk-rock l’assurdità del genere umano.

Posizionarlo sulla linea del tempo è difficile se non impossibile, e forse è proprio questo uno dei dettagli che affascinano di più. A volte trasmette un’energia inaspettata, altre volte una profondità disarmante.

Le sue canzoni sono lunghissime ma appena finiscono iniziano subito a mancarti.

Un brano per capire se hai bisogno di un padre laico (probabilmente si):

Mac DeMarco

Il lo-fi rock di Mac DeMarco ha acquisito un chiarissimo marchio di fabbrica nell’immaginario collettivo. Almeno un paio di suoi pezzi appartengono alla categoria “ah, ma questa certo che la conosco”, esclamato con sorpresa appena dopo un “non ho idea di chi sia”.

Insieme ai Men I Trust, è il nome del giorno per gli amanti del chill e del tramonto sul Parc del Fòrum più che del beat e dell’alba.

Una canzone che non sapevi di conoscere:

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