Il paradosso di TikTok: musica lampo e brani eterni

da | Ago 14, 2025 | News

Un tempo c’erano radio e MTV, oggi bastano pochi secondi su TikTok per lanciare una hit o riportare in auge un classico dimenticato. Una cosa è certa: TikTok sta riscrivendo le regole del mercato, ma sta a noi decidere che tipo di ascoltatori essere.

Negli ultimi anni TikTok si è imposto come il principale trendsetter dell’industria musicale diventando una vetrina privilegiata per scoprire nuova musica e promuovere artisti, sia emergenti che già affermati. Nel 2024, ben l’84% delle hit presenti nella Billboard Global 200 ha raggiunto il successo proprio grazie alla piattaforma. Un impatto così forte da spingere molte case discografiche a investire budget consistenti per ingaggiare tiktoker e influencer nella promozione di brani specifici, trasformando queste collaborazioni in vere e proprie campagne pubblicitarie travestite da contenuti virali.

Un tempo le novità musicali si scoprivano attraverso radio, programmi televisivi o videoclip su MTV. Oggi, invece, basta un ritornello di pochi secondi per catturare l’attenzione di milioni di ascoltatori… o forse no? A tal proposito, è in crescita il fenomeno dei brani “speed-up”, ovvero velocizzati, per adattarsi a tempi di attenzione sempre più ridotti. Basti pensare che molte persone non ascoltano più una canzone intera, a volte nemmeno un ritornello completo.

Il risultato? Un’invasione di canzoni “usa e getta” consumate e dimenticate in poche settimane.

TikTok e la magia del revival in 15 secondi

Eppure, in mezzo a questo caos, c’è un fenomeno che merita attenzione: la capacità di riportare alla luce canzoni del passato.

Il caso più iconico è quello di “Dreams” dei Fleetwood Mac, tornata in classifica nel 2020 grazie a un video virale in cui Nathan Apodaca sfrecciava in skateboard bevendo succo di mirtillo e canticchiando il brano. L’album “Rumours”, pubblicato nel 1977, è così rientrato nella Billboard Hot 100 dopo oltre quarant’anni.

Un effetto simile si è visto con “Pretty Little Baby” di Connie Francis, registrata nel 1961 e mai diventata un grande successo all’epoca. Sessant’anni dopo, grazie a TikTok e alla condivisione da parte di influencer come Kim Kardashian e Kylie Jenner, il brano ha conosciuto una rinascita tale da spingere la stessa Francis a ringraziare pubblicamente la piattaforma.

Anche “Another Day in Paradise” di Phil Collins ha trovato nuova vita, con oltre 100mila video che ne utilizzano l’audio.

Questa ondata di “rinascite” musicali si estende anche al mondo dei remix, capaci di dare una veste moderna a brani storici e, al contempo, di lanciare DJ emergenti. È il caso di “Believe” di Cher, rielaborata da Jackyboom su TikTok e poi pubblicata integralmente sulle varie piattaforme di streaming.

In Italia un destino simile lo ha avuto “Pedro” di Raffaella Carrà, remixata da Jaxomy e Agatino Romero ha superato 400 milioni di ascolti su Spotify, raggiungendo la posizione #26 della Spotify Global Chart.

Anche “Sant’Allegria” di Ornella Vanoni, remixata dal DJ Jack Sani, è diventata disco d’oro a ventisette anni dall’uscita e, grazie al suo nuovo successo, ha ispirato una nuova versione con Mahmood.

E ancora, “T’amo T’amo T’amo”, cover anni ’80 di Ivana Spagna, è tornata alla ribalta grazie al giovane DJ pugliese Nuzzle, che ha convinto la cantante a reinciderla per il remix dopo aver scoperto la sua storia.

Tra pro e contro la consapevolezza degli ascoltatori è l’ago della bilancia

Si può dire che TikTok sta inevitabilmente cambiando il modo in cui la musica viene prodotta e consumata. Vengono spesso imposti ritmi frenetici e la ricerca spasmodica di un ritornello accattivante, sacrificando così la creatività e la profondità a favore dell’immediatezza. Molti utenti si limitano ad ascoltare pochi secondi di un brano, senza mai arrivare alla versione integrale.

Eppure, tutto dipende anche da chi la piattaforma la utilizza e con quale spirito critico: TikTok può essere un luogo di puro intrattenimento, ma anche una porta verso scoperte inaspettate. Può accendere la curiosità di recuperare un album intero, di esplorare la discografia di un artista, di dare nuova vita a suoni dimenticati.

Nel bene e nel male, TikTok sta scrivendo una nuova pagina della storia della musica, sta poi a noi decidere se leggerla di fretta, scorrendo, o fermarci ad ascoltarla davvero.

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