Villa Bellini, Catania sono le 21:30 quando Lucio Corsi sale sul palco accompagnato dalla sua band. Un ingresso trionfale come quello di un principe appena incoronato pronto a regnare. Ma non parliamo in questo caso di un sovrano sfarzoso o autorevole, se dovessimo immaginare Lucio come un personaggio di una fiaba o capo di un regno, sarebbe più il piccolo principe.
Lucio Corsi a Catania: un cantastorie con la voglia di creare nuovi mondi
Un volto umile e curioso, quelle spalline che accentuano in maniera un po’ buffa la voglia di farsi sentire e attirare l’attenzione, ma senza essere egocentrici. Il motivo per cui quest’artista sale sul palco è quello di raccontare un mondo nuovo, dove tutto è possibile.
Tutti amano Lucio, la villa è gremita di grandi e piccini: ragazzi, bambini con i genitori, coppie che si abbracciano, perfino signori adulti e anziani che sembrano essere i fan più accaniti. È un evento senza precedenti, o almeno come non se ne vedevano da un po’. È stato un concerto di propaganda, dove veniva annunciata una nuova realtà.
Un momento importante che ha lasciato tutti senza parole è stato quando l’artista ha esordito dicendo:
“Adesso è il momento di una canzone senza musica.”
A quel punto ha iniziato a recitare una poesia che parlava di come i parchi avessero i cancelli per non far scappare gli alberi. E alla fine con una naturalezza paradossale ha concluso con:
“Quando sono arrivato a Milano proprio non capivo, a cosa servono i cancelli in un parco? Di sicuro per non far scappare gli alberi. Sicuramente il comune di Milano avrà scoperto dei segreti…”
I bambini con gli occhi sognanti, ad ascoltare questo cantastorie in grado di trascinarli nelle fantasie dove tutto è possibile, e i grandi commossi dalla possibilità di concedersi ancora una sera per sognare.
La natura protagonista delle canzoni
Le canzoni della scaletta hanno tantissimi rimandi chiari: natura, infanzia, vento, Lucio canta spesso del cambiamento, del mondo che corre e della crescita con delle metafore, come in “Trieste”, capitale dei venti, o in “Amico Secco”. Un artista in grado di creare una vera e propria narrazione, uno spettacolo dove non si limita a cantare i pezzi, ma a creare un immaginario tra racconti, aneddoti e pensieri, in cui immergersi totalmente.
Parallelamente alle capacità sceniche e testuali, il sound dell’artista non è sicuramente da meno. La band ha portato sul palco una performance impeccabile: incastri di chitarra studiati, batterie incalzanti e tastiere, il tutto a far da cornice alla chitarra di Lucio, che ogni tanto tira fuori anche la sua armonica, ricordando un po’ il grande Bennato. I brani spaziano da chitarre più rock’n’roll a pianoforti romantici e sospesi come farebbe un Brunori Sas. La voce di Lucio Corsi però ha un non so che di inimitabile: calda, ma vissuta, graffiata ma dolce, come un vecchio saggio che racconta di leggende lontane.
Durante i pezzi più famosi la gente è in estasi: “Francis Delacroix, Volevo essere un duro, Situazione Complicata”… e durante quelli meno popolari, c’era comunque un silenzio religioso, dove si percepiva una voglia di ascoltare, quasi paradossale rispetto al nostro tempo.
Una manifestazione di umanità, non solo un live
Un concerto di Lucio Corsi è una manifestazione di umanità: è stato commovente vedere tanti bambini divertirsi in un momento così vero, famiglie riunite per realizzare i sogni dei loro piccoli. Un momento per concedersi all’amore e alla poesia, senza pensare alle “cose dei grandi”.
Una canzone in particolare da non dimenticare è “Nel cuore della notte“: 6 minuti che riuniscono tutti, nei lunghi racconti che accadono quando il mondo va a dormire. Sotto la luna piena che illumina il giardino, gli occhi sono lucidi e i fari puntano al piano, che suscita un’emozione grandissima.
Dopo un’ora e mezzo di show, Lucio saluta il pubblico con un bis di “Francis Delacroix”. Questa volta sul palco a salire è Francis in persona, che ci fa ballare con una schitarrata.
Un concerto così non si vedeva da tempo, un momento sincero, dove l’unico obiettivo era lasciare spazio all’immaginazione e sentirsi liberi.