Omolesbobitransfobia: le canzoni per parlarne

da | Mag 17, 2025 | News

Il 17 maggio ricorre la giornata mondiale contro l’Omolesbobitransfobia. La musica può aiutare in questa battaglia? Il suo ruolo non è solo quello di sensibilizzazione, ma in primis può essere un mezzo di rappresentazione di esperienze marginalizzate.

Ci sono brani che sono diventati simbolo di lotte per i diritti e di battaglie contro le discriminazioni. Se pensiamo alla comunità queer e alla lotta contro l’omolesbobitransfobia, sicuramente una delle prime canzoni che ci viene in mente, diventata simbolo delle manifestazioni Pride in tutto il mondo, è l’iconica “Born This Way” di Lady Gaga.

Il 17 maggio si celebra la giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia. Ma la musica può essere davvero uno strumento di supporto in questa lotta? E perché sembra avere un ruolo così importante?

Il ruolo della musica in tutte le battaglie sociali è duplice. Da una parte, essendo un prodotto capace di arrivare a un pubblico molto ampio, è uno strumento di educazione e sensibilizzazione. Un brano musicale può portare gli ascoltatori a incuriosirsi, a chiedersi il significato dietro a un testo, e dunque ad informarsi.

Dall’altra parte, ha una funzione rappresentativa. La rappresentazione mediatica oggi ha un ruolo cruciale nella battaglia all’omolesbobitransfobia, poiché consente di rendere le persone più consapevoli dell’esistenza di questa comunità e di combattere pregiudizi infondati e discriminanti. La rappresentazione ha un potere immenso: quello di mostrare che qualcosa esiste e non permettere che venga dimenticato.

E in questo senso la musica nella battaglia contro l’Omolesbobitransfobia ha anche un altro importante ruolo: quello di fare festa. Le canzoni relative all’esperienza queer si caratterizzano spesso per un ritmo di vera e propria celebrazione, con l’obiettivo di trasformare il dolore in un inno alla vita, alla felicità, alla possibilità di amare liberamente.

8 canzoni contro l’Omolesbobitransfobia (che non sono “Born This Way”)

Hozier – Take Me To Church

Una delle canzoni d’amore più profonde e intense che si possano ascoltare. In questo testo, Hozier utilizza una metafora religiosa paragonando il proprio amante a un vero e proprio dio. E lo fa con un intento ben preciso: quello di criticare tutte le discriminazioni che vengono compiute proprio in nome della religione.

‘We were born sick,’ you heard them say it
My Church offers no absolutes.
She tells me, ‘Worship in the bedroom.’
The only heaven I’ll be sent to
Is when I’m alone with you

Arcade Fire – We Exist

In questo brano viene esplicitata l’importanza della rappresentazione per le comunità marginalizzate. Crescere come persona appartenente alla comunità LGBTQ+ significa quasi sempre vivere un contesto di discriminazione o quanto meno di derisione, soprattutto in adolescenza. Ciò si traduce spesso in bullismo nel contesto scolastico e nella sensazione di marginalizzazione e diversità.

In questo brano gli Arcade Fire raccontano proprio questa esperienza. Un brano del genere diventa un modo per dire a qualcun altro “ho vissuto anche io la stessa esperienza”, un modo per non sentirsi soli.

Maybe it’s true
They’re staring at you
When you walk in the room
Tell ‘em it’s fine
Stare if you like
Just let us through

Diana Ross – I’m Coming Out

Impossibile non citare un’icona della comunità LGBTQ+ come Diana Ross. “I’m Coming Out” è un brano che ha accompagnato tantissime persone nel loro percorso di scoperta e di auto-affermazione, rappresentando un inno alla possibilità di amarsi per chi si è davvero.

I’m spreadin’ love
There is no need to fear
And I just feel so good
Everytime I hear
I’m coming out

Taylor Swift – You Need To Calm Down

Un’altra icona della comunità LGBTQ+ dei nostri giorni è Taylor Swift. Uno dei suoi brani più amati, “You Need To Calm Down”, risponde con ironia pungente all’odio indirizzato alle persone queer, online e non.

Anche il videoclip è perfettamente coerente col messaggio: ad essere protagoniste sono alcune delle drag queen che grazie al programma Ru Paul’s Drag Race hanno reso famosa e conosciuta questa forma espressiva in tutto il mondo.

Sunshine on the street at the parade
But you would rather be in the dark ages
Making that sign, must’ve taken all night
You just need to take several seats and then try to restore the peace
And control your urges to scream about all the people you hate
‘Cause shade never made anybody less gay

Against Me! – True Trans Soul Rebel

L’esperienza di una persona trans narrata attraverso i suoi occhi. Laura Jane Grace, la cantante della band Against Me!, ha voluto raccontare ciò che ha vissuto nella sua vita durante la sua transizione.

Il linguaggio è diretto, crudo, reale come l’esperienza che viene dipinta attraverso queste parole che suonano un po’ come una strana preghiera.

Does God bless your transsexual heart
True trans soul rebel?

Motta – Sei Bella Davvero

Di esperienza delle persone trans parla anche Motta nel suo brano “Sei Bella Davvero”.

E ti sei messa a ballare
Sai sognare per gioco
E sei bella davvero
Quelle scarpe giganti
Un nodo alla gola
Ti guardano tutti
Ma sei bella davvero

In questi pochi versi si dipinge chiara una scena che molte persone trans hanno vissuto più volte, quella in cui il proprio modo di presentarsi attira sguardi indiscreti. Ma ciò che conta davvero in questa immagine è chi ne è protagonista, non di certo gli occhi che si posano su di lei.

Tricarico – Brillantini

A tratti simile è anche l’esperienza raccontata da Tricarico in questo brano che affronta il tema della transessualità.

E voglio truccare i miei occhi e con gli orecchini e poi passeggiare 
Così vestito da donna e mi accorgo che io sono la donna più bella 
La donna più bella, la donna che voglio e sogno io nella mia testa

In queste poche righe viene dipinta l’euforia di una persona trans nel vedersi allo specchio in un’immagine che rispecchia effettivamente la sua percezione interna, quella che viene chiamata “gender euphoria”.

Levante – Santa Rosalia

Usare la musica per combattere contro gli stereotipi di genere è anche l’obiettivo di Levante nella sua “Santa Rosalia”. La canzone si apre proprio con un ragionamento su quanto leghiamo una cosa elementare come i colori a una concezione di maschile o femminile. Il brano è un invito a rifiutare questi stereotipi socialmente imposti e a vivere liberamente.

Con il rosa o con il blu
Che colori sceglierai per dipingere il mondo
Non curarti di chi poi
Di ferire ha bisogno
Sei come sei
Chissà chi sei se non lo sai
Ma sii quello che vuoi
Saremo liberi di essere noi

Fabrizio De Andrè – Andrea

Chiudiamo questa piccola rassegna con un brano storico del grande De Andrè. Datato 1978, questo brano venne presentato dal cantautore con un discorso che rimase nella storia:

Questa canzone la dedichiamo a quelli che Platone chiamava, in modo addirittura poetico, i ‘figli della luna’; quelle persone che noi continuiamo a chiamare ‘gay’ oppure, per una strana forma di compiacimento, ‘diversi’, se non addirittura ‘culi’. Ecco, mi fa piacere cantare questa canzone, che per altro è stata scritta per loro una dozzina di anni fa, così a luci accese, anche a dimostrare che oggi, almeno in Europa, si può essere semplicemente se stessi senza più bisogno di vergognarsene.

Il brano si presenta innanzitutto come una canzone anti-militarista, fondendo battaglie sociali differenti che però trovano nella musica un importante punto di contatto. I riferimenti all’amore omosessuale sono accennati, ma a un ascolto attento possono essere perfettamente colti.

Andrea aveva un amore: riccioli neri
Andrea aveva, aveva un dolore: riccioli neri
C’era scritto sul foglio ch’era morto sulla bandiera
C’era scritto e la firma era d’oro, era firma di re
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia

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