“Liberato III”: capodanno non è più il 9 Maggio

da | Gen 2, 2025 | Recensioni album

Allo scoccare della mezzanotte del 1 Gennaio, Liberato ha condiviso a sorpresa un nuovo album (il primo dell'anno) contenente 9 brani, tra cui "Turnà", il cui video è il primo in Italia ad essere creato interamente con Sora, generatore di video basato sull'IA. Grandioso il lavoro artistico alle spalle di questo progetto, a partire da tutti gli artisti tributati per la creazione dei brani (Teresa De Sio, Maria Nazionale, Pussycat Dolls, Eduardo ecc.) fino alla formidabile produzione dei pezzi e dulcis in fundo, video e visuals. E adesso, proviamo a raccontarvi questo nuovo gioiellino.

I fan di Liberato proprio non sospettavano né si aspettavano nulla, solitamente il grande giorno è il 9 Maggio, dove dalla mezzanotte cominciano ad aggiornare compulsivamente pagine Instagram e YouTube dell’artista, poiché attorno a quella data – nonché titolo di una splendida e celebre sua canzone – è incentrata molta dell’essenza di Liberato.

Quest’anno, invece, ha voluto stupire: non essendo forse più soddisfatto dell’imprevedibilità e del mistero che sono ormai per lui marchio di fabbrica, ha deciso di creare ulteriore stupore e meraviglia droppando un signor album alla mezzanotte del 1 gennaio, proprio all’inizio del 2025.

Probabilmente Liberato III è molto più di un semplice album, ma è un atto di vicinanza a tutti i napoletani che in questo periodo storico si trovano in difficoltà

Sulle note del sample di “Voglia ‘e turnà” della grande Teresa De Sio accompagnato da un riff di chitarra veramente strong e piacevole, si erge la dedica vocale di un Liberato determinato e combattivo:

P tutt’ quant chill c’anna turnà a cas’
Ca nun c’ha fann cchiù
Ca stann spantecann
Uagliù chest è ppe vuij
Turnamm a cas

Così si apre “Turnà”, brano apripista dell’album. All’interno anche una piccola citazione alle Pussycat Dolls,

Don’t you wish your girlfriend was from Napoli?
Don’t you wish your boyriend was from Napoli?

Un brano in pieno stile Liberato, che mette in risalto la genialità e l’arte del sopravvivere del popolo partenopeo e dalla sofferenza che lo stare lontani da casa genera. Ma siamo convinti abbia anche un’altra chiave di lettura: ultimamente la turistificazione di massa mal regolamentata ha portato affluenza e prosperità agli imprenditori e proprietari di immobili, ma messo in ginocchio altrettanti napoletani che si sono ritrovati addirittura senza casa. E di questo ne parla lo stesso artista nell’ultima traccia, “‘O Diario”, di come Napoli sia diventata irriconoscibile. Ed è bello pensare ad un Liberato ancor più vicino alla gente.

Che questo album possa dare loro la forza e la grinta per non smettere mai di sperare di poter “turnà”.

Altro gioiellino dell’album è “Lucia (Stay With Me)” che già conosciamo, grazie al Docufilm “Il Segreto Di Liberato”, uscito proprio lo scorso 9 Maggio. 

Il primo disco dell’anno prosegue con “A’ Mbasciata”, un pezzo che mantiene una linea di coerenza con gli altri lavori di Liberato, mostrando però una maturazione nel sound e un upgrade di qualità, qualità che comunque è sempre stata ottima con produzioni di ottimo livello.

Il brano sarà sicuramente ballato fino allo sfinimento da chiunque, e basta un solo ascolto per muoversi come dei pazzi senza ritegno alcuno (come d’altronde la maggior parte delle 9 canzoni)

In Liberato III non mancano i tributi alla musica partenopea

L’album contiene anche un featuring iconico con Maria Nazionale, “Essa”, utilizzando il sample della canzone “Penzo sempe a isso” dell’amata artista napoletana. La scelta di inserire tributi a due grandi artiste come la Nazionale e la De Sio, non solo non passa inosservata, ma è un atto d’amore per la cultura musicale partenopea che ancora ha tanto da dare e merita di essere riscoperta, e perché no (se fatta nel modo giusto – come ha fatto Liberato) rivisitata. Un’importante parte femminile e storica della bella Napoli che crea e canta, due grandi voci che hanno contribuito con successi del passato, ma sempre attuali, ad arricchire i pezzi di Liberato III. Uno scambio proficuo e davvero azzeccato.

Uno dei brani più suggestivi è certamente “Novembre”, che con il suo sound teso e oscuro ti tiene sull’attenti pronto a seguire parola per parola ogni intento dell’artista. Il brano, tra l’altro, pare essere una rivisitazione di “November Rain” già sentita ne “Il Segreto di Liberato”.

“Tre” invece è una simil ballad con elementi dance, che parla di un rapporto a tre, anche questo narrato ne “Il segreto di Liberato” quindi probabilmente un pezzo autobiografico, anche se è difficile da stabilire in quanto il velo tra reale e fittizio, con Liberato, è davvero molto sottile.

Un sound anni ’70 introduce “Sì tu (it’s you)”, che poi sfocia in un vero e proprio delirio da dancefloor. Anche questa sarà amata in tutti club. Ma anche in un paio di cuffiette tranquille:

Nun me chiedere pecché, quann’ sto abball sul ij-i-i-i-i
Cu nu brindisi a chi ce vo mal ammò
Pozzn schiattà mmò mmò
Tant sto pariann sul ij-i-i-i-i
E nun me scet’ cu l’ansia
Nun aggia fa pe forz l’omm e fierr
Tu si a forz chiù annanz
Pe tte m facc a borz e vac a uerr

Un mix di amore, scaramanzia, e la voce di un uomo che non è affetto da machismo.

” ‘A fotografia” riprende il tema della partenza, con un omaggio ad Eduardo De Filippo:

Diasillo, diasillo…

Signore, pigliatillo…

Cavaliere della Croce,

ascoltate la sua voce…

Invocazione espressa dal personaggio di Adelaide in “Napoli Milionaria!”

A noi piacciono i misteri, ma anche questo brano potrebbe raccontare molto dell’artista

Infatti come nel film è forte il tema della partenza, sia lui che Lucia vanno via. In posti diversi, e poi…Non sveliamo nulla! L’unica cosa che vi diciamo è che non cerchiamo risposte, a noi Liberato piace pure (e soprattutto così).

“‘O Diario” non è solo l’ultimo brano, ma una confessione parlata dell’artista, che dice al pubblico di sentirsi inizialmente una sorta di Lana Del Ray, ma poi facendosi uno spritz ed aprendo la galleria del suo cellulare, sfogliando le foto, ha provato a raccontare in musica ciò che gli è successo negli ultimi 2 anni. Parla di un periodo di debolezza, in cui si è affidato ad un professionista, per aiutarsi. E di tutte le avventure e disavventure di questo periodo, nonché del cambiamento che ha reso Napoli un posto per lui irriconoscibile, un posto cambiato da e per i turisti. Un racconto toccante e sincero, in cui dice a tutti che per quanto sia difficile non devono gettare la spugna, perché “arricuordt sul e ‘na cosa, che nun stai mai sul tu”.

Ci sentiamo in dovere di ringraziare Liberato per averci donato il primo album dell’anno, e per averlo fatto pure bene.

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