Centomilacarie torna con il suo nuovo singolo, Figli degli dei, disponibile da venerdì 6 dicembre per Maciste Dischi. Con questo brano, l’artista si riconferma una della novità più promettenti degli ultimi mesi, grazie all’intensità disarmante della sua penna e alla sua forte personalità.
Come negli altri brani di centomilacarie, anche in Figli degli dei troviamo una serie di immagini crude e vivide, che si susseguono come fossero all’interno di una sorta di flusso di coscienza. Il brano è infatti il risultato di una necessità espressiva che porta l’autore a realizzare il brano con una scrittura di getto, in un’unica take – come da prassi.
Salvami
dalle macerie taglienti che coprono il volto mio
ogni tuo pizzico lo sento vivo
nelle pozzanghere rosse
nascondi i peccati
mi vieni a bussare la sera
sfondando le porte.
L’autenticità che traspare dal testo è figlia dell’esplorazione del mondo intimo dell’autore, il quale mette a nudo il suo vissuto e l’ambiente in cui cresce. L’obiettivo è quello di creare una dimensione all’interno della quale la musica possa essere veramente ascoltata ed interiorizzata, dove riesca a fuggire dall’ascolto distratto, tipico del contesto in cui viviamo.
In Figli degli dei l’estrema sensibilità dell’anima dell’artista e i suoi turbamenti più profondi vengono sviscerati attraverso un processo creativo ricco di introspezione. Come dichiara lo stesso artista, l’idea alla base del brano è quella di rinascita, una luce che colpisce ed eleva, oltre che se stesso, anche l’ascoltatore.
centomilacarie mette a nudo se stesso con Figli degli dei
La voce graffiante e la penna sincera di centomilacarie ci raccontano una serie di immagini pregne di intensità e colori estremamente vividi, che nascono nella profonda intimità dell’autore ed emergono in modo naturale fino a trasformarsi in musica.
Il brano, all’interno del quale l’artista rappa per la prima volta, risulta essere in questo modo reale e spontaneo, come fosse un diario personale. Non c’è nulla di macchinoso o forzato, nessun tipo di artificiosità. Figli degli dei è il racconto reale e caotico delle verità più intime dell’artista. Nessun filtro, nessuna finzione, nessuna messa in scena: solo il bisogno di esprimere se stesso nella forma più pura e trasparente possibile.










