Un fulmine a ciel sereno, prima di annunciare San Siro, quando nessuno se l’aspettava. Lazza ha deciso di far uscire OuverFOURe, l’ultimo singolo della saga delle “Ouverture”, una delle più fruttuose e attese nel rap italiano. Effettivamente si sentiva nell’aria questa uscita, visti i numerosi indizi social dell’artista. Più volte, con segni e linguaggi diversi, Jacopo ha lasciato dei quattro nelle storie e i fan hanno colto. Molti si erano rassegnati, visto che prima dell’uscita di “LOCURA” l’artista aveva detto che non ci sarebbe stato un altro episodio. “OUV3RTURE”, intro di “SIRIO”, è difatti rimasta nel cuore dei fan…proprio per questo era molto difficile superarsi. Proprio per questo, un brano come OuverFOURe aveva un’alta dose di rischio, essendo che poteva alimentare le critiche che già sono circolate intorno al disco uscito da poco più di due mesi.
OuverFOURe per stupire ancora, con uno schema ormai leggendario.
Si può fare qualcosa di diverso, pur mantenendo il solito schema? In proposito, Lazza si rifà ad altre saghe del rap italiano, come le “Veleno” di Madman e Gemitaiz. I fan si entusiasmano di fronte ad episodi ripetuti, dove si riconosce una modalità ripetitiva, che però si evolve nel tempo. Dalla prima “Ouverture”, ad OuverFOURe, la crescita di Lazza è indubbia e sicuramente producente. Il rap al pianoforte, il completo cambiamento del beat passando alla trap, sono quel modus che ha reso grande questa serie. Difatti, ciò ci è stato nuovamente riproposto…e sembra che le barre di Lazza su Chopin stiano veramente bene.
Ma questo non basta. Non possono solo l’attesa e un nome dare un riscontro positivo, soprattutto nel grande pubblico. Soprattutto negli ultimi tempi, si riscontra una certa fame del nuovo, quel bisogno da parte degli ascoltatori di vedere i propri idoli crescere ma al contempo restare nella propria bolla. Lazza, con “LOCURA”, ha provato una linea molto diversa, se non opposta. L’album era estremamente vario, diverso dai precedenti ed ha in parte scardinato alcune delle solide verità che avevamo su questo artista. Da un certo punto di vista, OuverFOURe è un modo, per Lazza, di dare in pasto ai più nostalgici del suo passato qualcosa che gli ricordi le origini e il suo percorso.
Dove stai andando, Jacopo?
Questa è la domanda che molti fan potrebbero o vorrebbero fargli. La sua musica e il suo personaggio hanno sempre basato molto sulla fame, sul bruciare le tappe e raggiungere un obiettivo dopo l’altro. Ad oggi, Lazza è campione di stream, ogni suo progetto discografico è ascoltato e ricordato con affetto dal pubblico. In poche parole, è arrivato in vetta. Eppure, OuverFOURe dimostra che Jacopo ha ancora la fame che lo contraddistingue, nonostante sia arrivato dove qualche anno fa poteva solo sognare.
Il brano si basa proprio su questo, praticamente. Lazza ha ancora tanto da rivendicare e da prendersi, cercando sempre di restare se stesso. Il suo percorso è di un artista che oscilla tra il personale e il mainstream, che cerca il progetto vincente senza snaturarsi, senza “vendersi”. OuverFOURe è vincente proprio per questo. C’è la fame, c’è la programmazione a livello musicale, c’è anche un occhiolino fatto al pubblico. Ma soprattutto, ha ricordato a chiunque avesse dubbi, qual è il vero stile Lazza.